ACQUA LETE, LA CGIL FLAI DICHIARA IL NULLA DI FATTO

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Acqua Lete – dichiara la CGIL FLAI con una nota -ancora una volta palesa la volontà di non voler praticare corrette relazioni sindacali.
All’ultimo tavolo di confronto invece di discutere e cercare di affrontare il merito delle tante
problematiche che vivono le lavoratrici ed i lavoratori, che la nostra O.S. ha da tempo fatto rilevare, l’azienda di fatto rompe dopo pochi minuti il tavolo sindacale, pretendendo come presupposto della discussione le nostre scuse in riferimento ad un nostro precedente comunicato, del 13 febbraio,
presuntivamente e infondatamente ritenuto, in un passaggio, offensivo nei confronti della azienda,
laddove lo stesso rientrava, come sempre, nella normale dialettica tra le parti sociali.
È stato subito chiaro – spiega il sindacato – l’intento di far saltare il tavolo e di porsi come “padrone in casa propria” dove tutto gli è dovuto in spregio a qualsiasi normativa contrattuale e a qualsiasi rispetto delle tutele di dignità e decoro delle lavoratrici e dei lavoratori.
La nostra azione sindacale va nella direzione di stabilire condizioni di normalità e vivibilità per le
lavoratrici ed i lavoratori.
Riteniamo assurdi: il blocco delle ferie nei tre mesi estivi, andando a negare la possibilità alle
lavoratrici ed i lavoratori di riposare e andare qualche giorno in vacanza con i propri affetti; la
strutturazione di turni di lavoro ed i relativi cambi senza un congruo preavviso, spesso comunicati la
sera per la mattina seguente, richiedendo di fatto una costante reperibilità che va a minare
pesantemente la serenità personale, dei propri cari e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
lavoratrici e lavoratori spostati di reparto senza preavviso e senza un periodo sufficiente di
affiancamento e formazione, minando a nostro parere anche aspetti che riguardano la sicurezza del lavoro stesso; sottoporre continuamente i dipendenti a ferie forzate, senza neppure una congrua comunicazione, creando imbarazzo e mortificazione a quanti si recano in azienda e vengono allontanati ed invitati a tornare a casa.
Questioni che dovrebbero essere oggetto di corrette relazioni sindacali – conclude la nota della CGIL – e discusse con il rappresentante sindacale aziendale.
Tutto ciò viene declinato, invece, con cieca imposizione, figlia di una cultura neppure adeguata a una moderna concezione aziendalistica.