– di Francesca Nardi –
In data 31 gennaio 2024, il sostituto procuratore della Repubblica, dottoressa Luisa Turco ha disposto l’avviso di chiusura delle indagini relative al procedimento penale nei confronti del 21enne Umberto Marotta, che in data 2 giugno 2024 in San Nicola la Strada, investì il dodicenne Valerio Buzzo il quale, a seguito delle gravi ferite riportate morì il 6 giugno 2024. Incontriamo talvolta storie faticose… difficili da raccontare, storie che rappresentano il nutrimento vitale dell’informazione, quell’informazione… cui tradizioni antiche affidavano il nobile compito di essere monito, insegnamento, cultura quotidiana di una comunità. Quelle… sono storie devastanti, che il silenzio adagia a tradimento nella quiete apparente e nel dolore, storie dalle quali vorresti fuggire lontano, perché conservano nelle parole scritte, l’eco dei suoni che un giorno, non troppo lontano, tradussero la tiepida indolenza di un pomeriggio d’estate, in un incubo del cui orrore, siamo ancora prigionieri. Dietro quei suoni che fluttuano nella memoria, il destino nelle pagine dell’informazione di garanzia nei confronti di Umberto Marotta, torna a compiersi nuovamente in …Umberto Marotta quel giorno percorreva Via Leonardo da Vinci, che da San Nicola conduce a Caserta, alla guida della sua autovettura, una Lancia Ypsilon e come recitano gli atti ufficiali che illustrano il reato: in stato di alterazione psico-fisica conseguente all’assunzione di cannabinoidi, per colpa generica consistita in negligenza, imprudenza ed imperizia, nonché per colpa specifica ed in violazione delle norme previste dal Codice della Strada, non commisurando la velocità alle condizioni della strada e del traffico, non decelerando in prossimità dell’intersezione e distratto dall’utilizzo del proprio telefono cellulare essendo difatti impegnato in videochiamata con l’utilizzatrice dell’utenza XXXXX, non si avvedeva della bicicletta che lo precedeva nel medesimo senso di marcia, in tal modo impattava alla velocità di 48 km/h il velocipede guidato dal giovane Valerio Buzzo (dodicenne) che rovinava al suolo e condotto presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Caserta in codice rosso ed intubato, ivi decedeva in data 6 giugno 2023 per arresto cardiocircolatorio a seguito del grave politrauma conseguente al sinistro stradale da cui derivava “voluminosa frattura dell’osso occipitale nel suo versante destro interessante il condilo occipitale e l’atlante, nonché ulteriore linea di frattura sulla regione paramediana dell’osso occipitale con emorragia subaracnoidea intraparenchimale ed edema cerebrale.” Seguono le formule di rito e l’elenco dei diritti dell’indagato Umberto Marotta, difeso dagli avvocati Massimo Garofalo del Foro di Santa Maria C.V. e Antonio Garofalo del Foro di Napoli. Una storia faticosa da raccontare…il dramma adesso aderisce alle pareti dell’incubo e torna ad esserne parte integrante…una breve storia spezzata…il cui futuro si riassume nell’assenza della controparte/vittima, i cui diritti non potranno essere mai più elencati. “Per lui la vita era un sorriso” disse il celebrante sull’altare quando tutto fu compiuto ed il piccolo Valerio iniziava il suo cammino verso l’Infinito, portando con sé quei palloncini bianchi, che le piccole mani pietose dei suoi compagni, avevano portato per lui perché non fosse troppo solo lassù…
Era un pomeriggio di giugno, un’ipotesi di calda estate, la solita estate che avanzava lentamente…ammucchiandosi nei vani anneriti dei portoni chiusi da sempre, strisciando sorniona lungo i tralci fioriti della bouganvillea e girando nelle piccole ruote di una bicicletta verde che costeggiava il marciapiedi…senza correre troppo, così come aveva detto la sua mamma prima di uscire…vai piano Valerio mi raccomando…e Valerio disse sì mamma e sorridendo, come faceva sempre, iniziò a pedalare piano…ma non fu sufficiente per frenare un’altra corsa, spavalda, allegra, incosciente…
Ci vuole una condanna esemplare. Con la speranza che i giudici non si lascino trasportare dalla giovane età dell’indagato e considerino anche la giovanissima età della vittima. Non riporterà alla vita il piccolo Valerio ma almeno renderà un tantino più sopportabile l’ergastolo del dolore a cui è condannata per l’eternità la famiglia.
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