MANIFESTI IN CAMPANIA CONTRO IL GOVERNO, CANGIANO E RASTRELLI DURI VERSO DE LUCA

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FOTO REGIONE 225x300 MANIFESTI IN CAMPANIA CONTRO IL GOVERNO, CANGIANO E RASTRELLI DURI VERSO DE LUCAROMA – Gimmi Cangiano invia una nota stampa in cui accusa il Presidente della Regione Campania De Luca di attacchi verso il Governo Meloni spendendo i soldi dei contribuenti campani, stampando dei manifesti con su scritto “Il governo Meloni tradisce il Sud”: «Stamattina la Campania si è svegliata con l’ennesimo colpo di ormai arteriosclerotica e disperata follia di De Luca. Sarà che il Governatore ormai si è lanciato in una crociata contro Giorgia Meloni e questo Governo. Sarà che lo stop al terzo mandato lo costringe a trovare altre forme di sussistenza politica. Sarà che vuole lasciare in dote a chi gli succederà le casse ancora più vuote…sta di fatto che campeggiano per le strade delle principali città campane manifesti di varie forme e dimensioni che, con il logo della Regione in bella mostra, si scagliano duramente contro il Governo Meloni “colpevole” di tradire il Sud.
Praticamente De Luca continua a non spendere i soldi “per” i campani, ma non smette di sperperare i soldi “dei” campani. Perché stampare dei manifesti, distribuirli e farli affiggere, costa. E certamente i soldi De Luca non li ha messi di tasca propria ma li ha presi dalle nostre. Invece di sperperare risorse pubbliche per stampare manifesti che raccontano bugie, stiamo ancora aspettando che De Luca risponda a Giorgia Meloni. E ci dica perché ha speso appena il 24% dei fondi disponibili per la Campania e perché di questo 24% la maggior parte è finita in sagre e feste di piazza piuttosto che in servizi alla comunità ed infrastrutture. Ce lo dica De Luca».
Dice la sua anche Sergio Rastrelli: “Da De Luca ennesima prova di indecenza: attraverso i mezzi, e con l’impiego di risorse pubbliche, il Presidente della Regione Campania promuove una comunicazione vile e distorta, ponendo frontalmente l’istituzione campana  contro il Governo nazionale, dando l’ennesima prova di indecenza ed inaffidabilità istituzionale”.