NAPOLI – È un concerto “trasversale” quello scelto dall’Associazione “Maggio della Musica” per inaugurare la stagione 2024. Presieduto da Luigia Baratti, con la direzione artistica di Stefano Valanzuolo, il sodalizio inaugurerà il suo cartellone mercoledì 28 febbraio nel teatro Acacia con “Adagios in Classical Jazz“, un concerto per due pianoforti di Danilo Rea e Ramin Bahrami. È un appuntamento per contenuti e forma distante – ma non troppo – dalla linea principale della rassegna. Ai due musicisti il compito di innescare un corto circuito tra linguaggi diversi, mettendo a frutto il proprio assodato virtuosismo.
“Adagios in Classical Jazz” è il nuovo capitolo della loro collaborazione, cominciata nove anni fa e culminata nel 2017 anche in un’uscita discografica, “Bach is in the air”. Il concerto di mercoledì 28 febbraio segna il debutto nazionale di un nuovo repertorio che comprende pagine celebri di Bach, Mozart e Beethoven, quindi la Ninna Nanna opera 49 di Brahms, Sogno da scene infantili di Schumann, Consolazione n 3 in re bemolle maggiore di Liszt, Notturno in mi bemolle maggiore di Chopin, la Pavane opera 50 di Fauré, Claire de lune dalla Suite Bergamasque di Debussy, le Gymnopédie 1 e 2 di Satie e Vocalise di Rachmaninov. Lavori classici, certo, ma adoperati come standard su cui i due pianisti costruiranno, attraverso il gioco di improvvisazione, un dialogo possibile.
“La vocazione principale della proposta resta evidentemente classica – afferma il direttore artistico Valanzuolo – ma certe sane digressioni vogliono spingere lo spettatore a interrogarsi su cosa si debba intendere, oggi, per ‘classico’ e ad accettare di conseguenza l’idea che questo concetto non debba per forza rimandare al passato remoto”.
Bahrami e Rea sembrano la perfetta incarnazione di questa moderna concezione del termine. L’uno, grande interprete bachiano; l’altro, raffinato improvvisatore, offrono una rivisitazione dei più celebri Adagio dal Barocco al Novecento. Le loro rispettive carriere raccontano percorsi musicali nel solco dell’eccellenza. Bahrami ha rivolto la sua ricerca interpretativa alla produzione tastieristica di Johann Sebastian Bach, che affronta esaltandone il senso di universalità. Nato a Teheran, si è diplomato con Piero Rattalino al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, perfezionandosi con Alexis Weissenberg, Charles Rosen, András Schiff, Robert Levin e Rosalyn Tureck. Ha suonato nei più importanti festival pianistici e incide in esclusiva per Decca-Universal. All’attività discografica, i suoi cd sono dei best seller, ha affiancato anche quella di saggista pubblicando libri per Mondadori e La Nave di Teseo.
Vicentino di nascita, ma romano di adozione, Danilo Rea si è diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia e poi ha elaborato una propria visione fondendo studi classici, rock e pop nella musica jazz, con uno stile composto da melodia e improvvisazione. In una lunga carriera cominciata con il Trio di Roma e proseguita con Doctor 3 e decine di collaborazioni italiane e internazionali, Rea ha alternato l’attività di accompagnatore per grandi interpreti e autori come Mina, Gino Paoli, Claudio Baglioni, Pino Daniele, Domenico Modugno, Renato Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano a una propria carriera da solista, tra improvvisazione e canzone d’autore.