STORIA DELLA DISABILITA’ DALL’ANTICHITA’ AI TEMPI MODERNI: UNO SGUARDO ALL’ASPETTO ARTISTICO DELLA DISABILITA’

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 Seconda parte

Omero, considerato cieco, descrive nel secondo libro dell’ Iliade il primo personaggio disabile, Tersite che accusa Agamennone di aver condotto gli Achei in guerra per desiderio di soldi, ricchezze e per le donne. Ed è proprio Ulisse a incolpare questo essere deforme, poi con lo scettro gli percuote il petto e le spalle. Tersite piange e tutti scoppiano a ridere; dopo questo episodio scompare dai poemi omerici. La sua figura ha rappresentato la voce del popolo, il marginale, l’ultimo, un personaggio deforme e comunque spregevole con caratteristiche fisiche che rappresentano l’opposto della forza e della bellezza fisica, stolto e con un aspetto esteriore malvagio: è un diverso sia dal punto di vista corporeo che intellettivo. Nel considerare le modalità attraverso cui in tutto il corso della storia sono state considerate e socialmente collocate le persone disabili, alcuni studiosi hanno proposto una distinzione in “regimi” ossia stati: regime dell’eliminazione, regime dell’abbandono, regime della segregazione, regime della assistenza e regime della discriminazione. Si tratta di un quadro concettuale generale con automatismi e sviluppi intorno ai quali ruotano differenti attribuzioni, secondo le epoche e contesti storici in cui l’eliminazione dei disabili nell’antica Roma non ha nulla a che vedere con l’eliminazione dei disabili durante il regime della Germania nazista, in quanto la disabilità è stata considerata in una prospettiva sociale all’interno dell’epoca storica in cui è stata considerata ma con modalità differenti. Pertanto, alcuni di questi regimi possono valere per alcuni tipologie di disabilità ma non per le altre e possono essere applicati solo all’interno di alcuni gruppi in quanto, se in alcuni casi la disabilità ha significato emarginazione e declassamento, in altri momenti dell’antichità nei gruppi sociali di elevata estrazione, erano presenti anche pratiche in cui i soggetti disabili non erano né declassati nei marginati ma tenuti all’interno del gruppo sociale di appartenenza, curati, assistiti  con grande tolleranza se non addirittura di valorizzazione. Il concetto di disabilità dal punto di vista metodologico, nelle diverse epoche, non è univoco ed è legato a gravi deviazioni dall’integrità fisica sensoriale, intellettiva e al fatto che fossero congenite e/o acquisite. Il mondo antico per esempio ha inventato il concetto di mostro: un tipo specifico di disabilità quella soprattutto fisica che ha lasciato più tracce documentarie rispetto ai soggetti con altri tipi di menomazione o disabilità. Le fonti per ricostruire la realtà della disabilità nel mondo greco e romano, come per molte civiltà antiche, sono quelle archeologiche e letterarie ma anche artistiche come lo studio di riti, dei miti, delle istituzioni sociali. Normalmente nell’ ideazione artistica generale la storia dell’arte è legata allo studio della perfezione, della bellezza: l’arte deve essere bella. La disabilità è invece più legata all’aspetto della pietà, della compassione, al dolore alla fragilità, all’imperfezione: la disabilità emargina ed è associato a qualcosa di brutto, di mancante.  Tuttavia è proprio grazie alla storia dell’arte, che è concepita come un sentire dell’uomo, che si può contribuire a ricostruire una storia legata alla disabilità che trova espressioni in ogni epoca, attraverso l’analisi iconografica di opere d’arte che possono dirsi riepilogo delle raffigurazioni che storicamente si sono decantate nella coscienza collettiva. L’iconografia è una disciplina che studia le immagini e ne spiega il significato simbolico, allegorico, mitologico, religioso e i processi storici che li hanno individuati. Così che sin dall’antichità l’uomo ha sentito la necessità di mostrare la sua presenza con dei segni e le prime forme di «rappresentazione artistica» non sono state compiute né a fini estetici né a fini decorativi, il loro significato va ricercato nell’ambito della magia e dei riti propiziatori, mediante i quali si credeva di poter intervenire direttamente sulla realtà: a tal proposito ogni società ha elaborato, in base alla propria cultura, una sua visione della «disabilità».

4 Commenti

  1. Articolo interessantissimo. Purtroppo non è che ci sia stato un gran miglioramento col passare del tempo.
    Speriamo in un mondo migliore
    Grazie, Dottoressa.

  2. Come sempre, esprimi i concetti in modo lodevole.
    La disabilità viene disegnata in vari modi e forme già dall’antichità, ma se prima non se ne conosceva il perché, oggi si hanno risposte, pur nonostante non si abbiano ancora cure ben definite.
    Grazie e buona domenica.

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