DISABILITA’ E OMOSESSUALITA’: LIMITE O OPPORTUNITA’?

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In Italia essere disabile non è semplice, figurarsi disabile e omosessuale, per le varie problematiche e barriere – soprattutto culturali insistono ancora presenti nella nostra società. Sessualità e disabilità è un binomio che soffre ancora di grande tabù proprio per il fatto che la persona disabile abbia bisogni, impulsi, desideri che riguardano la sfera sessuale sembra non interessare (forse addirittura infastidire) chi disabile non è. Lo si vede ad esempio nello stupore, nelle domande sciocche a volte, rivolte a coppie dove ci sia una persona (o entrambe) con disabilità. E se la dimensione sentimentale e sessuale della persona disabile è qualcosa da cui l’opinione pubblica si tiene ben lontana, ancor più lo è quella dell’omosessualità nella disabilità. Minoranza nella minoranza, si potrebbe dire, è argomento ancor meno seguito, meno analizzato, meno studiato. Ma cosa significa essere disabili ed omosessuali? Lancia un sasso nello stagno dell’indifferenza il video promosso dal Gruppo Jump LGBT – Oltre tutte le barriere di Bologna regista e autore Daniele Gattano che con ironia contribuisce a smuovere acque ancora troppo bigotte. Nel mondo disabile la sessualità in genere è un argomento tabù. Tutto nasce dalla famiglia, che tende a ignorare la carne del figlio  e si illude che il suo bambino sia solo puro spirito, limitato sotto il profilo degli impulsi sessuali. Purtroppo spesso i disabili non parlano di sesso e non riescono a svincolarsi dall’immagine che la famiglia vorrebbe da loro. La situazione però è diversa all’estero
perché in Italia la disabilità è affrontata con un certo qualunquismo superficiale che spesso spaventa. Capita infatti che le richieste dei disabili vengano accolte come se si trattasse di bisogni secondari che possono essere ritardati. Spesso si pensa che una assenza organica possa essere compensata dalla buona volontà di qualcuno che aiuta ad esempio a fare quella rampa troppo ripida che non si è ancora fatta perché mancano i soldi. Dimenticando che quando si parla di diritti fondamentali i soldi devono essere trovati. Per quanto riguarda l’omosessualità, c’è stato negli ultimi anni un miglioramento nell’atteggiamento delle persone. Tuttavia questo progresso viene spesso fatto pesare: penso alle tante discussioni fatte in merito alle unioni civili, quando molti si chiedevano perché mai i gay pretendessero anche questo diritto, adesso che se ne erano già visti riconosciuti così tanti.
Esistono tanti tipi di disabilità e alcune sono così severe da impedire alla persona di scegliere autonomamente il modo in cui gestire il proprio corpo. Pensiamo a chi è allettato e non può fisicamente muoversi, persone per le quali è impossibile uscire e andare in un locale per conoscere qualcuno. Ma nessuna condizione non autorizza a sottovalutare le altre. Pertanto, se un disabile di un certo tipo che sente la naturale esigenza di esprimere i propri istinti, si rivolgesse ad un assistente professionista non ci sarebbe nulla di male. Ad esempio, anni fa a Roma c’era un gruppo di disabili gay, ma da tempo non esiste più. Jump è nato nel 2014 per volontà di alcuni ragazzi disabili e omosessuali, costretti a vivere una condizione difficile, doppiamente difficile, e spesso taciuta. Per offrire insomma la possibilità di un aiuto tra pari. Jump è oltre tutte le barriere, oltre tutte le categorie ed è pronto ad accogliere chiunque.
Si incontrano una volta a settimana e durante gli incontri si parla dei progetti in cantiere alternando a queste occasioni di programmazione interna, momenti di formazione durante i quali ciascuno a turno porta nel gruppo un tema per poi discuterne assieme.

4 Commenti

  1. Sono pienamente d’accordo con Lei, Dottoressa. Le persone disabili devono poter vivere serenamente la loro sessualità.

  2. E’ importante parlarne perché quando le condizioni che si trovano a vivere le persone sono lontane dal proprio vissuto allora non ci si interroga neanche su come si possa affrontarle per migliorare la qualità della vita di tutti. Grazie per aver messo in luce un argomento che dovrebbe riguardare l’intera comunità.
    I suoi articoli danno tanti spunti di riflessione.
    Il suo impegno sociale possa essere da stimolo per tanti ! Buon lavoro

  3. Purtroppo c’è ancora tanta ignoranza nei confronti dei bambini e di tutti coloro che sn speciali…..loro sono speciali xchè donano a noi tanti momenti speciali e nn aggiungo altro voglio solo ringraziare la dottoressa Canzano x tutto quello che fa

  4. Articolo ricco di contenuto,è veramente molto toccante.
    La disabilità non rappresenta un limite le rispetto di ogni condizione e nel rispetto dell’omosessualità

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