CASERTA – In scena al Teatro Civico 14 un doppio appuntamento con il pluripremiato Oscar De Summa, che sabato 11 novembre ore 20.00 porta sul palcoscenico casertano Nessun elenco di cose storte con Sandra Garuglieri, un affondo nella realtà contemporanea che si confronta con la morte nel Mediterraneo e con un cadavere a cui dare un’identità; domenica 12 novembre ore 18.00 sarà la volta dello stesso De Summa, interprete di Rette parallele sono l’amore e la morte, storia di un amore mancato che si intreccia ai fatti di cronaca recente e ai ricordi dell’autore. Info e prenotazioni a 0823 441399 oppure info@teatrocivico14.it. Costo del biglietto 12 euro (intero); 10 euro (ridotto) per under 30 e over 65 acquistabili anche sul sito www.teatrocivico14.it.
Oscar de Summa, autore, attore e regista brindisino, bolognese d’adozione, autore della Trilogia della Provincia (Diario di provincia, Stasera non sono in vena, La sorella di Gesù Cristo) con cui ha ottenuto numerosi riconoscimenti in Italia (Premio Mariangela Melato, Premio Rete Critica, Premio Anct Hystrio) e all’Estero, presenta a Caserta due spettacoli in scena per la prima volta in Campania.
Sabato 11 novembre (ore 20.00) si parte con Nessun elenco di cose storte, riflessione ironica e tragica sulla morte vicina e lontana. All’inizio dello spettacolo si ascolta un falso canovaccio di Pulcinella che incontra la morte, ne ride, ma non la può evitare. Ed è con una risata che si entra nella vicenda personale dell’attrice. A far da sfondo sul palco c’è una barella da obitorio con un cadavere coperto da un telo bianco. Una leggera musica strumentale di sottofondo accompagna il momento in cui l’interprete usa il lettino per rivolgersi al padre defunto. Ma lo spettacolo non è quello che sembra, non è il racconto della morte del padre. Nel momento in cui solleva il telo verso di sé per guardare l’ultima volta il genitore, ecco compiersi un cambio di registro totalmente inaspettato: il momento massimo del dramma e della commozione viene rotto lasciando il pubblico incredulo e sulla soglia di un altro viaggio. Il cadavere non è quello del padre. In una sorta di stand up commedy l’attrice indossa un camice bianco, alla stregua di un medico legale per analizzare il corpo, lo osserva nei dettagli, abbandonandosi all’immaginazione di chi questa persona sia stata in vita. Che fare di quel corpo senza identità e che non sappiamo a chi restituire? La scrittura e la scena sono una continua fusione tra il reale e il poetico, tra il naturale e l’epico. Spostano il piano di riferimento, sorprendono e trascinano in quella realtà violenta dell’immaginario. «Il testo muove domande – spiega De Summa: che fare dei nomi che non conosciamo? Esistiamo senza un nome? Quanto profonde sono le radici del nome, quanto forte il peso di un corpo inanimato? Il testo diventa un gioco, un giallo: chi ha ucciso la morte? Era importante capire cos’è la morte e tutte le ritualità intorno al passaggio che servono a noi che viviamo, non certo ai morti. Che diventa addirittura un ingombro. Non ci si può disfare dei corpi impunemente, anche di quelli che tornano letteralmente a galla e non si sa a chi restituire».
Domenica 12 novembre (ore 18.00), lo stesso Oscar De Summa sarà protagonista di Rette parallele sono l’amore e la morte. Un nuovo affondo nella morte e nei ricordi dispersi dell’autore: «Questa storia forse sarebbe rimasta inerme su una pagina, che probabilmente si sarebbe persa nel mio pc, proprio come fanno i pensieri nella testa, se non fosse stato per un evento che ha cambiato tutto, una luce dal presente che ha illuminato quegli eventi – spiega l’autore e interprete dello spettacolo. Allora tutto è diventato importante, carico di significato. Ricordare con precisione è diventato indispensabile. Cosa ha detto lei. Cosa ha fatto lui. Chi c’era li intorno. Chi non ha parlato quando avrebbe dovuto. Tutto, tutto ha acquistato un altro peso, un altro valore. Questo contrappunto è sempre opera infinita e indiscutibile e certosina della morte. È lei che ridà senso e gerarchia alle cose della vita. Senza di essa tutto si sarebbe perso nell’oblio. Ed è forse questa la nostra paura più grande: vivere senza lasciare traccia di noi nel mondo. Per questo ho voluto raccogliere e raccontare questa storia. La storia di un amore mancato, come ce ne sono state e continuano ad essercene. Penso anche a certi fatti di cronaca recente. Una storia però che si intreccia al presente, che intreccia la mia vita con il passato della protagonista, il suo presente con la mia idea di lei. Quindi non una ma due storie che si tessono tra di loro, come le trame di un tappeto antico, che lasciano affiorare un’immagine: l’immagine non di un volto ma di uno sguardo, di una relazione tra due volti che si guardano dritti negli occhi a distanza di tempo».