– di Christian Mancini –
Le frodi assicurative rappresentano un nodo intricato nel tessuto della giustizia penale, suscitando una serie di sfide complesse e criticità legate all’individuazione della competenza territoriale. Mentre il fenomeno delle frodi assicurative continua a crescere, gli sforzi per reprimere queste condotte illecite si scontrano con ostacoli significativi. Il fenomeno, negli ultimi anni, è in costante aumento e non sempre viene represso dagli organi di competenza. Tale inadeguatezza impone categoricamente di individuare le criticità relative a questo fenomeno, per attuare le giuste misure al fine di estirparlo definitivamente.
La problematica primaria – scrive l’avvocato Riccardo Vizzino, responsabile nazionale di Civicrazia contro le truffe assicurative – riguarda l’identificazione dell’organo giuridico appropriato per trattare questi casi. La legge stabilisce che il tribunale competente per i casi di frode assicurativa sia quello nel luogo in cui la parte offesa viene truffata. Questo accade perché solo lì la vittima si rende conto dell’inganno. Quindi, il tribunale nella zona in cui si trova l’azienda assicurativa frodata è responsabile per il caso. Tale norma, però, risulterebbe nociva per due ragioni. In prima istanza, spesso le autorità competenti hanno sede in territori geograficamente distanti al luogo in cui sarebbe avvenuta l’eventuale frode. In questo caso, sorgerebbero inevitabilmente delle difficoltà nelle indagini, in relazione alla scarsa conoscenza delle dinamiche del luogo della truffa. In secondo luogo, questa linea giudiziaria comporterebbe una dilatazione dei tempi per quanto concerne una sentenza definitiva.
Sarebbe appropriato e necessario intervenire con una legge ad hoc, che stabilisca la competenza territoriale nel luogo in cui effettivamente avviene l’incidente. Questo comporterebbe notevoli vantaggi, consentendo un processo penale più veloce ed efficiente. Inoltre, rafforzerebbe anche la risposta legale contro le frodi assicurative, garantendo un’azione giudiziaria complessivamente più efficace nel contrastare questo fenomeno.
“Il settore assicurativo, con specifico riferimento al ramo RCA, negli ultimi anni – prosegue l’avvocato Vizzino – ha visto un esponenziale proliferazione di plurime attività fraudolente. Tra le diverse fattispecie illecite, emerse nel tempo in ambito RCA, assume particolare rilievo, data la frequenza e la lauta remunerazione prevista, l’attività di simulazione di incidenti mai avvenuti o l’aggravamento dei danni di un veicolo realmente incidentato, tramite l’utilizzo di pezzi danneggiati, montati ad hoc. In questo il ruolo del C.T.U (consulente tecnico d’ufficio) è diventato fondamentale. Tuttavia, proprio in relazione a questa figura, si assiste a un fenomeno degenerativo che si caratterizza, da un lato, per le deficienze nella scelta di Consulenti specializzati e, dall’altro, per la mancanza di imparzialità che, invece, dovrebbe caratterizzare anche l’azione dell’esperto tecnico. Qui devo, purtroppo dire che in tali ambiti, si registra un inarrestabile incremento di fattispecie integranti vere e proprie truffe, “favorite”, talvolta, anche dell’attività imperita o poco cristallina di medici certificatori e consulenti”.