Talvolta non vediamo l’ora di crescere e diventare grandi, ma ci sono delle condizioni in cui diventare grandi proprio non se ne parla: avete mai sentito parlare degli Adult Baby? Generalmente detti AB, sono persone che provano un desiderio fortissimo di ritornare bambini o meglio si sentono bambini in un corpo di adulto. Per appagare al bisogni di “essere piccoli”, si comportano come bambini e si sentono felici. “Decidono” la loro età in base alle emozioni suscitate e quindi agiscono di conseguenza. In questo contesto, non è difficile incontrare uomini e donne di cinquanta o sessant’anni che bevono dal biberon, mangiano omogeneizzati, hanno il ciuccio, gattonano, si comportano come un bambino. Capricciosi, viziati, bisognosi di attenzioni, dipendenti dalla mamma. Non sono “mammoni”, perché in questo caso si tratta di un vero e proprio disturbo. In America il fenomeno degli adult baby non è poi così recente come in Italia perché i primi studi americani risalgono al 1964 come afferma Raffaella Perrella, che ha condotto la sua prima ricerca con l’aiuto del suo team di Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi della Campania. Dagli Stati Uniti, poi, è arrivato nel nostro Paese un episodio particolare della serie CSI: King baby, stagione cinque. Una puntata di ormai quindici anni fa ci introduceva nel mondo degli adult baby, mondo che ancora oggi tarda a essere riconosciuto, nonostante alcuni servizi abbiano cercato di parlarne. A livello medico-scientifico, questo fenomeno è associato all’infantilismo parafilico. Al suo interno vi sono anche i “feticisti del pannolone”, cosiddetti diaper lover, abbreviato DL. La differenza sostanziale tra i DL e gli AB è che i primi trasformano l’esperienza del pannolino in qualcosa di erotico, mentre i secondi sembrano godere solo della regressione senza alcun impulso sessuale. Da diverso tempo, in Italia sono nate anche le nursery per AB. Sul sito istituzionale si possono leggere regole, attività, consigli e raccomandazioni, ma è prima di tutto un “posto sereno e giocoso a disposizione di tutti gli Adult Babies”. Queste nursery, si pongono l’obiettivo di rappresentare un luogo sicuro, per tutti i bambini adulti italiani che vogliano trascorrere del tempo giocando, cantando, ascoltando storie e interagendo con le maestre, nel pieno rispetto di tutti. Un ambiente creato su misura e provvisto di tutte le attività previste da una nursery che si occupa di bambini “classici”. Esiste addirittura il momento dei giochi, del pisolino, della merenda e del cambio del pannolino.
Come capita con tutte le cose diverse o complicate da spiegare, davanti al mondo degli adult baby, infatti, il pubblico si divide in due. Da un lato troviamo comprensione e persone che riconoscono una forma di trauma non superato, sebbene non sia condizione necessaria, dall’altro lato, ci sono invece persone che si sentono scioccate da questo mondo, non approvano questi comportamenti e la situazione in generale perché ritenuti “disturbanti”. Ecco cosa ha detto la sessuologa Maria Spina, sugli adult baby: “E’ un fenomeno vero e reale, anche se in Italia non ancora particolarmente diffuso. Gli adult baby nel nostro Paese sono pochi, ma in crescita. Non è ancora chiaro come e dove nasce questo fenomeno, che è ancora in corso di studio. Sono state fatte diverse ipotesi, pare che il fenomeno derivi da un’esigenza delle persone o di ritornare ad un mondo che loro considerano puro, come quello dell’infanzia, oppure dal rifiuto di crescere. E’ un gioco di ruoli, viene recitato un ruolo in cui ci si immedesima a tutti gli effetti”.