PD, PROVE NORMANNE DI DISTRUZIONE

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   –   di Francesca Nardi   –                                                            

roberto romano golia PD, PROVE NORMANNE DI DISTRUZIONERovistando tra i cocci dell’amministrazione comunale di Aversa, dopo la caduta, purtroppo, abbiamo dovuto constatare, che non vi era nulla di serio o almeno degno di nota, neppure stavolta… Si avvertiva infatti, soltanto l’odore acre del nulla politico, svenduto per l’occasione. E l’occasione anche stavolta, non si è distinta dal segnale di “appecoronamento” che ritualmente giunge dall’alto, dalla tastiera di chi, prevedendo di chiudere i conti con il Pd, si preoccupa di lasciare dietro di sé, veleno e macerie tossiche. La caduta di un’amministrazione comunale, è una delle eventualità che ogni consigliere mette in bilancio, assieme alla consapevolezza che il fallimento di una consiliatura, si ascrive alla maggioranza ed alle minoranze in egual misura, attribuendo un particolare, sia pure sofisticato, demerito, all’opposizione, cui spetterebbe il faticoso compito di essere “illuminata”. Certamente il tutto è subordinato allo spessore politico dei vari gruppi e alla percentuale di oggettivo interesse, nei confronti della res publica, da parte di ognuno degli eletti. Quando le condizioni primarie suddette, vengono meno, il seguito e le conseguenze di un’amministrazione si traducono nel più squallido gioco delle parti, che sia mai stato contrabbandato per “amministrazione comunale”, i cui componenti muovono le loro presunte idee e le loro ipotetiche convinzioni, con la stessa logica con cui si spostano o addirittura si ritirano i panni, quando piove. Il commissariamento del Pd ad Aversa,  evidentemente ha pestato i calli a qualcuno che, secondo le peggiori abitudini consolidate da un deplorevole silenzio circostante, ha deciso di “far vedere a questo nuovo baronetto romano, chi è che comanda da queste parti”, e tanto per cominciare offrendo un giusto segnale, tre dei politici invitati alla prima riunione del commissario Eugenio  Marino, hanno pensato bene di ricorrere ai soliti “problemi familiari” e disertare un incontro, al quale, persino il più scalcinato dei più rustici oppositori, avrebbe considerato strategico partecipare, per meglio regolarsi sul futuro. Invece, continuando ad elaborare strategie spicciole per la caduta dell’amministrazione Golia, i geni della politica de noautri, hanno disertato l’incontro, adoperandosi al contempo, affinché la tavola, per l’ultima cena dell’amministrazione comunale, che si preparava a votare il bilancio…fosse all’altezza delle più volgari aspettative. Ed ecco che ai dodici voti contrari, come da copione, si è aggiunto, in un fantastico assolo, il voto del presidente del consiglio comunale…Quale emozione!,…ai piani alti il presidente del consiglio regionale che pestava i piedi e schioccava il pollice verso e sull’anonimo mezzanino, il presidente del consiglio comunale di Aversa, prestato al Pd giusto per una poltrona e che ad un segnale consenziente, dell’immancabile, generoso e munifico imprenditore Paolo Santulli, non avrebbe potuto fare nulla di diverso, da quel che ha fatto…Galeotto il tredicesimo voto contrario e  con la benedizione di tutta la famiglia Romano, per grazia ricevuta. I maligni sostengono che il prezzo del tradimento può essere quantificato questa volta ed in maniera assai precisa ma, si sa che noi non siamo maligni, pertanto evitiamo di scendere nei particolari. Ebbene… nessuna meraviglia anche se resta l’amarezza per l’ennesimo saggio di cialtronaggine personalistica, che qualcuno continua a contrabbandare per “politica”. La compravendita della dignità personale evidentemente, non provoca umiliazione alcuna, né, a quanto parte, punge vaghezza ad alcuno, di riflettere su ciò che siamo diventati ed in quale misura saremo identificabili solo ed unicamente come strumenti di chi, celebrando la funzione del silenzio strategico, continua ad armare le fionde fuori ordinanza del politicamente corretto. Hasta la vista!