(f.n.) – Questa mattina il dottore Nazario Di Cicco ha portato la sua contestazione silenziosa fino a Roma, davanti a Montecitorio…Dopo avere regolarmente avvisato chi di dovere, che avrebbe sostato in quel luogo, non più di mezz’ora, il dottore Di Cicco si è sistemato davanti al Palazzo del Parlamento, con un cartellone, anzi un manifesto, su cui è sintetizzato un dramma che dura e perdura da ben 24 anni. Un questore di Montecitorio, peraltro gentilissimo, si è avvicinato al dottore Di Cicco, ha guardato l’orologio e cortesemente gli ha detto: “La stavamo aspettando” e quindi, lo ha invitato a posizionarsi al centro della Piazza. Noi che conosciamo e sosteniamo il dottore Di Cicco da tempo, crediamo, senza alcuna supponenza, quasi sottovoce, di riuscire ad immaginare, almeno in parte, quale universo di emozioni contrastanti e di ferite mai interamente rimarginate, si apra dietro all’apparente impassibilità di quest’uomo, quale voragine di disincanto abbia inglobato nel tempo alternative e possibilità per diventare oggi, memoria e monito, a difesa di nuove perniciose illusioni…noi che, forse illudendoci, riteniamo di avere intuito quel tanto utile a cercare di comprendere, pensiamo che non vi sia nulla di umano in tutto questo…nulla di umano nei pochi passanti curiosi, nel silenzio del Palazzo, persino nella cortesia di un questore…pensiamo non vi sia più nulla di umano tra le cose umane o presunte tali. Un medico ortopedico 24 anni fa, una vita fa, denuncia la malasanità ad Aversa, e le morti evitabili nell’Ospedale cittadino…dopo 24 anni, oggi, quello stesso uomo lo vediamo in piedi, dietro ad un cartellone che lo copre quasi, in cui qualcuno ha dipinto la mostruosa saga della vendetta del potere. Umano può essere un aggettivo quando non è un sostantivo…può essere ciò che vuole essere una parola qualunque…asservita al potere. Umano è soltanto un suono…noi siamo altro.