CASAL DI PRINCIPE – “Ringraziamo per la sua presenza alla NCO di Casal di Principe la Presidente della Commissione Antimafia on.le Chiara Colosimo che, fra le 17.45 e le 19, si è intrattenuta in un incontro con una delegazione del Coordinamento Unitario del Patrimonio Bufalino e gli operatori della NCO. La ringraziamo per l’importante gesto di ascolto che viene dalla massima carica parlamentare in materia di contrasto alle mafie proprio nel momento in cui gli allevatori e gli esponenti del loro Coordinamento, gli operatori sociali impegnati in prima persona nel contrasto alle mafie e finanche il Sindaco di Casal di Principe Renato Natale (vero argine con la sua azione politica e istituzionale alle culture mafiose e camorriste) sono sottoposti ai vergognosi e strumentali attacchi del Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.” ha dichiarato Gianni Fabbris che, insieme alla delegazione di allevatori, si è intrattenuto con la Presidente On.le Chiara Colosimo, aggiungendo “Nel suo goffo ma lucido tentativo di screditare il movimento democratico degli allevatori, gli operatori antimafia delle associazioni e lo stesso sindaco Natale, De Luca è evidentemente mosso dall’obiettivo di coprire i fallimenti del Piano contro le zoonosi che egli stesso ha imposto manu militari usando la scusa della Camorra mentre prova a intimidire e spaventare (vanamente) il Movimento che si sta battendo contro gli inutili massacri ma, cosi facendo, assume la gravissima responsabilità di esporre le istituzioni alla perdita di credibilità politica di cui, al contrario, la società impegnata nel contrasto agli interessi ed alle culture camorriste hanno assoluto bisogno per rimanere coese”.
L’On.le Chiara Colosimo è intervenuta a Casal di Principe in visita al mondo dell’impegno antimafia su invito del Sindaco Renato Natale; all’incontro con gli allevatori hanno partecipato anche gli Onorevoli Marco Cerreto, Gimmi Cangiano e Giampiero Zinzi che hanno contribuito a offrire un quadro della situazione integrando le denunce del Movimento con lo stato delle iniziative parlamentari che essi stessi stanno conducendo unitamente (come hanno sottolineato) ad altri parlamentari della maggioranza e a diversi di minoranza quale è il caso di Sinistra Italiana, del PD e del M5S e che ha l’obiettivo di realizzare la nomina di un Commissario Nazionale per la BRC e la TBC che riporti a trasparenza ed efficacia gli interventi in tutte le Regioni del Paese dove da decenni non si risolvono i problemi.
L’incontro con i parlamentari è stato l’occasione per consegnare l’invito che sta arrivando a tutti i Parlamentari in particolare delle Regioni Campania. Molise, Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia a partecipare alla Conferenza Stampa che si terrà il giorno 5 ottobre alle ore 10 presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati.
In quella occasione (come più volte annunciato) il Coordinamento Unitario e la Rete Salviamo l’Allevamento di Territorio (costituita nelle scorse settimane a Carditello) presenteranno il Dossier sui “Numeri e le ragioni” del fallimento dei Piani di eradicazione in Campania, la petizione nazionale per chiedere al Governo di nominare il Commissario Nazionale per riportare a trasparenza ed efficacia gli interventi e le nuove iniziative che già dai giorni successivi segneranno l’avvio di una nuova mobilitazione in Campania e in altre regioni interessate.
Sono 5 le regioni e 17 le Province colpite da BRC Bovina e Bufalina e sono 10 le Regioni con 25 province colpite da TBC che da decenni sono condannate a vivere nella crisi per responsabilità del fallimento dei Piani di eradicazione della BRC e della TBC voluti e imposti dalle Regioni e dai Servizi pubblici che almeno “nominalmente” avrebbero dovuto risolverle.
Per quello che riguarda la BRC, in particolare, oltre che le province di Salerno e Caserta in Campania, vi sono anche tutte quelle della Sicilia, diverse della Calabria, alcune della Puglia, Basilicata e Molise.
Mentre le Regioni del Centro Nord Italia da decenni sono state dichiarate “Ufficialmente indenni”, le Regioni del Mezzogiorno (al contrario), nonostante la enorme mole di finanziamenti pubblici europei e nazionali, il moltiplicarsi del personale impiegato, il massacro di animali e gli enormi sacrifici imposti alle aziende allevatrici che sono le uniche ad aver pagato di tasca propria, continuano ad essere ancora “non indenni” e, anzi, i problemi aumentano.
Una situazione che si trascina da decenni e per cui l’uso della parola imbarazzante è solo un eufemismo per descrivere un vero scandalo nazionale di cui, finora, nè le istituzioni nè la magistratura hanno sentito il dovere di chiedere conto a chi ha avuto ed ha la responsabilità di gestire il Patrimonio Pubblico, se pure, grazie al sacrificio e alla mobilitazione degli allevatori casertani sono arrivati segnali di attenzione da parte della società e della politica come dimostra la presenza alla NCO di Casal di Principe del Presidente della Commissione Antimafia e gli altri che sono arrivati da questo Parlamento. Segnali che ora vanno tradotti in gesti e atti di governo che diano il segno di una politica capace di dare risposte ai cittadini e ai portatori di interessi trasparenti piuttosto che (come è accaduto negli anni scorsi) a quelli di lobbies oscure e fameliche.
Il caso della Campania, delle bugie e delle mistificazioni raccontate per coprire gli interessi speculativi e continuare a tenere in piedi il business è la punta dell’iceberg di un problema ormai insopportabile in tanta parte del nostro Sud e che sta mettendo in ginocchio i sistemi di allevamento territoriali mentre si espandono la BRC e la TBC. Nel dossier sul “Caso Campania” che sarà consegnato ai parlamentari ed al Governo giovedì mattina, sarò tutto molto chiaro, così come saranno chiare ai cittadini le iniziative che dai giorni successivi saranno messe in campo. Non c’è più tempo da perdere.