– di Adriana Castiello –
Il giornalista Nicola Porro, durante la messa in onda di ieri del programma di cui è conduttore, Quarta Repubblica, rispetto ai confronti in atto, si è definito di posizione moderata. Una constatazione che ha incontrato una gradevole coerenza nella gestione del materiale al centro dei dibattiti, generando un clima conciliante, in cui gli argomenti protagonisti della serata, vengono trattati con ingegno, enfatizzandone la natura intrigante, libera di esprimersi e di venir espressa senza il filtro del giudizio e dell’aspettativa. Lo studio stesso si configura in quanto ambiente che accoglie calorosamente la polemica, districandola nelle sue componenti elementari e distendendola in un’ottica alquanto cordiale, in cui le parole avvolgono senza opprimere, unite sinuosamente dal filo conduttore messo in atto da Nicola Porro.
Vediamo infatti il presentatore garantire una presenza attiva ma discreta, muovendosi tra i suoi ospiti man mano che concede loro la parola, assicurando uno spazio di consenso al sano dissenso, manifestando egli stesso la propria opinione con pacata indulgenza, prestando solerte orecchio a quella altrui.
Sembra sia in atto un vicendevole gioco di scambi, fra il declamatore e l’ascoltatore, volto al nutrimento della conoscenza stessa, che solo una prospera disputa può consentire. In tal modo, vengono vivacemente stimolate l’attenzione e la partecipazione dello spettatore, che cavalca l’onda di temi interessanti discorsi con fluida abilità, a priori dal contenuto ideologico espresso, nei confronti del quale si riesce efficacemente a costruire un personale assenso o diniego.
Nicola Porro si discosta dal distacco di costruita professionalità della Gruber e si pone a metà strada tra la sobrietà di quest’ultima e l’espressività del collega Paolo Giordano. L’esito è un quadro semplice, prontamente realistico, al punto da condurre quasi a figurare un’analogia con una collezione di conversazioni amichevoli, in netta antitesi con l’artefatto salotto fraterno orchestrato da Bianca Berlinguer, la cui supponenza dottrinale non macchia la vera carta bianca su cui Porro scrive e lascia venga scritto.
La scrittura in questione inizia ad essere abbozzata a partire dalle posizioni riguardanti il primo anno di attività del governo Meloni, la cui mozione di fiducia è stata infatti approvata il 25 settembre 2022, con un accento sul corrente problema immigratorio, sfociando poi in una discussione maggiormente incentrata su temi d’attualità sociale, quali la forte presenza di gruppi islamici in Italia e l’annessa assenza di integrazione di tali famiglie, che si riversano nel nostro paese senza adottare i costumi primari necessari ad un rispettoso inserimento nella società, discostandosi dalla nostra stessa lingua e proseguendo nell’ossequio alle leggi del Corano a discapito di quelle dettate dalla Costituzione Italiana. La tematica delle minoranze che si vestono da maggioranza, avanza con l’analisi della rivoluzione ambientale ordita dai gruppi verdi, esaminata per lo più attraverso gli interventi del generale Vannacci e dell’attivista ecologista Benedetta Scuderi, che espongono una situazione che vede contrapposta la sensibilità ambientale a salvaguardia del mondo, con il movimento ambientalista nato ed alimentato dall’inquinamento stesso e proprio dei paesi ricchi, che hanno consentito al mondo di progredire sino ad oggi, garantendo posti di lavoro resi invece fragili dagli oppositori al sistema, con il rischio di incrementare l’attività nei paesi a capo della sovranità produttiva e dunque inquinante.
Quarta repubblica, come quella situazione costituzionale creatasi in Francia dopo la Seconda Guerra Mondiale, apre la strada sì ad interferenze, ma soprattutto a novità e puntuali spunti di riflessione, che lasciano lo spettatore affamato ma sazio, integrato ma innamorato delle contraddizioni della storia.