– di Francesca Nardi –
Un gesto dimostrativo quello del dottor Nazario di Cicco, che questa mattina si è ammanettato al palo, che recava il cartello dell’Inps?, un gesto di sfida?, un gesto di protesta?, un gesto di rabbia? No…solo un gesto stanco…che dichiara però, un atto dovuto e conseguenziale, da parte di chi, oltre vent’anni fa, osò trasgredire alla norma omertosa che prescriveva il silenzio a tutti i costi, propria della Sanità de noautri, un atto avverso a chi, impunemente, grazie appunto ad un sistema che prevede e consente le “peggio strategie” per fiaccare “le meglio resistenze” e che oggi, in assenza totale di scuorno, si consente il lusso e, diciamolo pure, anche lo sfizio immondo, di continuare a punire chi ha osato denunciare, da medico, ‘o sistema locale…Nazario Di Cicco non ha bisogno di presentazioni e potrebbe, addirittura, fare a meno di parlare …basterebbe intravederne la figura, per riportare immediatamente, alla memoria collettiva, lo squallore del sottile e perverso movimento vendicativo, a tenaglia, che, paludato opportunamente nei panni sporchi del casuale, della distrazione e dei famosi tempi tecnici, si propone di logorare lentamente la riserva di energia di Di Cicco. L’ultimo atto di questa incredibile storia, peraltro assai mal architettato e mal recitato, sia dall’Asl che dall’Inps, prevede una nebulosa impenetrabile che, avvolgendo il dottore Di Cicco, gli impedisce di conoscere “ufficialmente” i motivi per i quali, non riesce ad andare in pensione…dal momento che “ufficiosamente”, i cosiddetti motivi sono chiari persino a noi. Se l’Asl ha “cincischiato” con i contributi, l’Inps agirà di conseguenza e se l’Inps avesse deciso di chiedere spiegazioni, non è detto che dall’altra parte, qualcuno non si sia una ‘ntecchia distratto, no? Ricapitoliamo dunque le fasi dell’ultimo atto…Nel mese di aprile u.s. il dottore Di Cicco ha inoltrato domanda di pensione all’Inps. Scaduto il termine di 90 giorni per la definizione della domanda, non avendo ricevuto alcun riscontro, ha preso appuntamento e si è recato di persona all’Inps di Caserta dove, in data 13 luglio u.s., riceveva una risposta orale praticamente inconcludente. Trascorso ulteriormente anche il termine di 120 giorni, il dottor Di Cicco prendeva nuovamente un appuntamento all’Inps e in data 11 settembre u.s., si recava di persona all’Inps, dove, dopo “essere stato rimbalzato” per oltre un’ora, non riceveva un riscontro definitivo alle sue richieste, ma la copia di una mail inviata presumibilmente all’Asl, in cui si chiedeva la documentazione pensionistica relativa al dipendente Nazario Di Cicco, al fine di definire il trattamento pensionistico. In data 18 settembre u.s. il dottore Di Cicco, diffidava l’Inps di Caserta a dargli riscontro immediato, in merito alla sua domanda di pensione; ad esplicitare i motivi del ritardo del riscontro e ad agire nei confronti dell’Asl. In data 21 settembre u.s. a mezzo pec, Di Cicco riceveva dall’Ufficio pensioni una mail in cui gli comunicavano che l’istanza era stata respinta per posizione assicurativa incompleta. Questo lo stato assurdo dell’arte, pertanto il dottor Nazario Di Cicco deve, nuovamente, a) chiedere all’Inps di Caserta accesso formale ai documenti amministrativi; b) chiedere nuovamente di conoscere il responsabile titolare della pratica di cui sopra; c)specificare quali siano gli elementi giuridici ed economici allo stato attuale insufficienti, che hanno causato il respingimento della istanza di pensione; d) quale riscontro ha avuto la mail inviata dall’Inps all’Asl in data 11 settembre u.s.. A questo punto al dottor Di Cicco non resta dunque altro da fare se non diffidare l’Inps di Caserta ad agire nei confronti dell’Asl. Infatti dal conto previdenziale di Di Cicco emesso in data 22 settembre u.s. si rilevano successive variazioni e omissioni; le successive variazioni ed omissioni rilevabili sono funzionali alla persistente strategia di mobbing in danno del Di Cicco ed inoltre il ritardo dell’Inps sono causa di gravissimo danno.
E’ appena il caso di aggiungere che, per i giochetti di qualche mente sopraffina, ma non troppo, dell’Asl (saremmo certamente offensivi se parlassimo di distrazioni, dal momento che il distrarsi sui diritti sacrosanti altrui, è qualcosa che va ben al di là del peccato veniale per avvicinarsi una ‘ntecchia al premeditato…ecco perché è preferibile parlare di giochetti anziché di distrazione) al momento e dopo dieci mesi il dottore Nazario Di Cicco deve stare senza stipendio, senza pensione e senza la necessaria risposta dell’Inps…Hasta la vista!