COSENTINO, UNA VITTIMA DELLA MALAGIUSTIZIA

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   –   di Vincenzo D’Anna  – 

La vicenda umana e giudiziaria di Nicola Cosentino, più volte parlamentare di Forza Italia (in lista di partito bloccata), sottosegretario di Stato, nonché leader campano degli azzurri, ha raggiunto ormai il suo culmine. Come i lettori ricorderanno l’ex parlamentare fu quel giovane politico che, con tenacia, visione politica lungimirante e forte capacità organizzativa, seppe mandare in soffitta l’egemonia della sinistra nella nostra regione. Una dopo l’altra caddero, infatti, le roccaforti rosse, i grandi Comuni, le Province ed infine la Regione, fino a toccare l’apice del successo alle politiche del 2008 allorquando la coalizione di centrodestra superò la soglia del 50 percento dei consensi eleggendo alcune decine di parlamentari!! Insomma: venne sconfitta una ventennale epopea che ebbe in Antonio Bassolino il suo più noto punto di riferimento. Un poco troppo agli occhi dei soliti noti e di quei magistrati politicizzati che all’epoca facevano da quinta colonna armata del Pd, come i successivi fatti hanno poi dimostrato con la “vicenda Palamara”. Non a caso i due pubblici ministeri che lo inquisirono finirono uno a fare l’assessore nella giunta comunale del sindaco de Magistris e l’altro, esibendo e menando vanto proprio dell’illustre scalpo di Cosentino, venne eletto nel Consiglio Superiore della Magistratura. In seguito altri pezzi da novanta della categoria togata dichiararono apertamente le loro preferenza sinistrorse come l’ex procuratore nazionale antimafia, e attuale europarlamentare, Franco Roberti nominato presidente della commissione regionale per il congresso Pd in Campania, Paolo Mancuso, eletto presidente dei dem di Napoli. Insomma questi coloro i quali dirigevano le danze nelle stanze dei palazzi di giustizia allorquando un gruppo di pentiti, manovalanza dei clan, raccontò de relato (cioè per sentito dire) che Nicola Cosentino fosse il punto di riferimento della camorra di Terra di Lavoro. Neĺle loro parole non c’era un solo riferimento fattuale riscontrato. Tuttavia, tanto bastò per fregare Cosentino aspirante candidato alla presidenza di palazzo Santa Lucia. Inutile dire che ci fu anche, a corollario, del “fuoco  amico” a cominciare dalle dichiarazioni velenose di un reo confesso come l’ex deputato Alfredo Vito che aveva il dente avvelenato per non essere stato ricandidato in parlamento. Insomma una fumosa impalcatura teoretica che, dopo la cancellazione di Cosentino dal proscenio politico, ha trovato il proprio riscontro nelle sentenze che hanno concluso, dopo anni di gogna mediatica e 4 anni di carcerazione preventiva, la vicenda giudiziaria dell’ex esponente forzista. Nei primi due processi Cosentino è stato assolto con formula piena anche dalle ipotesi di reato associativo (concorso esterno in associazione mafiosa) ma restava un terzo processo nel quale il reato ipotizzato era lo scambio elettorale e la “messa a disposizione” con gruppi camorristici per ottenere quei voti. Insomma, egli non era più il capo della mala come lungamente affermato dagli inquirenti e da certa stampa per screditarne l’immagine, bensì un candidato che chiedeva consensi. Anche in questo ultimo caso non c’era uno straccio di prova che indicasse quali favori e quali benefici concreti avessero  ricevuto le cosche malavitose dal Cosentino!! Ma dobbiamo ancora arrivare al culmine di questa tragedia umana e di questa assurdità di mala giustizia. Cosentino è stato condannato dalla Cassazione a 10 anni di carcere per scambio di voti durante le elezioni amministrative alle quali ha partecipato, come candidato alla Presidenza della Provincia di Caserta, circa una ventina di anni prima, non da parlamentare essendo sempre stato eletto a Montecitorio senza preferenze, in liste di partito bloccate. Per paradosso quelle elezioni le perde per pochi voti contro Sandro De Franciscis, deputato del centrosinistra, che si accompagna e si fa sostenere da Nicola Ferraro, poi inquisito e condannato per camorra. Uno strano connubio tra i due che appena viene a galla, tramite intercettazioni telefoniche, ispira alle dimissioni lo stesso De Franciscis, nipote dell’allora procuratore capo della Repubblica di S.Maria Capua Vetere, il quale decide di raggiunge il Bureau Medical di Lourdes dedicandosi, tra volute d’incenso, all’accertamento dei miracoli con l’attività medico-legale, e così chiudere la vicenda. Arriviamo all’ultima vergogna. La Cassazione condanna Cosentino per la sola generica sua “messa a disposizione” dei clan, ma la stessa sezione con lo stesso presidente, assolve Raffaele Lombardo,  politico siciliano, perché imputati dello stesso reato, per il quale non basta la sola “messa a disposizione”!! Giustamente, servono fatti specifici e reali dei benefici concessi alla mafia in cambio di voti, altrimenti restano le chiacchiere interaste ad ottenere i benefici di legge. Questo è il frutto di aver introdotto il fumoso di concorso esterno (non presente nel codice penale) che non è stato mai tipizzato e quindi viene intercettato a piacere dai giudici. Insomma si conclude la vicenda di un uomo integerrimo, un politico onesto, che sconta la galera per il solo “sentito dire”. Una vita distrutta senza una sola prova. Una vergogna!!

*già parlamentare

1 commento

  1. Purtroppo caro Enzo le Magistrature in generale: civile, contabile, penale , amministrativa etc sono uno dei ‘mali’ dell’italia Repubblicana e necessiterebbero TUTTE di riforme ed adeguamento alle nuove ed intervenute realta con un ‘indirizzo giuridico’ forte di indipendenza REALE dal potere politico.
    Al momento nessun governo e nessuna maggioranza parlamentare e stata forte e coesa fino al punto di riuscire nellobiettivo ( da tutti dichiarato e condiviso) di pervenire ad una riforme delle MAGISTRATURE……….. confido comunque e sempre che ciò possa avvenire quanto prima .

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