Stazione ferroviaria di Napoli Campi Flegrei. Arrivo. Dopo circa un’ora di viaggio, scesi dal treno partito da Caserta possiamo, muniti di bici, girare a sinistra di Via Diocleziano e pedalare verso Bagnoli, il quartiere limite tra la città partenopea e l’area flegrea. Chi è nato e cresciuto nella provincia casertana a fatica immagina di poter conoscere, attraverso un tour di circa 50 km, lo straordinario patrimonio paesaggistico e culturale di quei luoghi che, toccati dal mare e dal mito fin dall’antichità, costituiscono una fertilissima caldera vulcanica in stato di quiescenza. Eppure il giornalista casertano Carlo Scatozza, nell’ultima parte del suo diario di viaggio “In bici nei dintorni della Reggia di Caserta”, pubblicato questa primavera dalla casa editrice Wood & Stein, si fa attore e osservatore di un percorso ferroviario che mette in connessione una parte del territorio di Terra di Lavoro con l’ambiente flegreo, e lo fa affinché altri avvertano la curiosità di battere la medesima tratta con gli occhi di chi scopre, per la prima volta, una cosa nuova. È solo verso la fine degli itinerari delineati in questo prezioso volume che il lettore si trova di fronte al mare, dopo aver scorto l’inaspettata bellezza di quei beni culturali indebitamente ritenuti marginali, aver girovagato nei vigneti del Pallagrello Bianco, del Casavecchia o negli uliveti del Tifata, aver scovato i numerosi percorsi naturalistici che il racconto propone e dispone come possibili attraversamenti dell’ambiente casertano, essersi imbattuto nelle tradizioni e nelle iniziative enogastronomiche che tracciano una forte identità territoriale tutta da preservare. Il viaggio tratteggiato da Scatozza comincia dai ricordi d’infanzia legati alla prima volta in bici senza rotelle nei Giardini Reali del Parco della Reggia di Caserta per proseguire con la restituzione della ricchezza botanica e architettonica che il sito, patrimonio dell’Unesco, custodisce: le acque che scorrono dalla fontana di Diana e Atteone segnano il punto d’inizio di un racconto esplorativo che vuole prima di tutto ribadire l’importanza di un’area geografica ancora poco indagata e valorizzata non soltanto dalle istituzioni ma che anche da una comunità che, almeno in parte, ne ignora l’eccezionale potenziale materiale e immateriale. L’intenzione dell’autore è dunque di mappare sentieri nascosti percorribili in bici, al fine di consegnare a questi luoghi la giusta visibilità, l’importanza culturale che gli spetta. Non ci sono cartine o mappe segnalate, solo qualche scatto privato e la parola scritta, testimoni di un’esperienza vissuta e poi trasferita su carta che mette al centro la storia di questi luoghi nella loro dimensione collettiva, dagli eventi pubblici legati al ciclismo, al cibo, ai filmati dell’Istituto Luce che ne conservano la memoria comune. Rendere visibile un territorio che non è azzardato considerare in uno stato di penombra è la volontà prima di questa ricerca sulla geografia fisica e umana che vuole essere, anche metaforicamente, un’escursione inedita sul modo di fare esperienza dello spazio che sperimentiamo, che sia la strada a noi familiare o il sentiero nascosto non ancora perlustrato. In una prospettiva che intende reinterpretare il casertano e i suoi dintorni in un’ottica che coniuga ri-scoperta, innovazione, sostenibilità ambientale, la bicicletta è lo strumento attraverso cui questa rilettura del territorio è possibile, poiché è il veicolo che più di ogni altro consente di mettere in dialogo l’uomo con l’ambiente che lo circonda. Partendo proprio dalla centralità che la bicicletta assume ad ogni incedere della narrazione, ogni capitolo è introdotto da una breve descrizione tecnica dell’itinerario in termini di fattibilità spaziale e temporale e si conclude con la rubrica GiroGustando, un focus a tema enogastronomico che presenta i prodotti agroalimentari tipici di ogni tappa suggerita e li inserisce in un approfondimento più puntuale sulle attività di agricoltori, viticoltori e associazioni che ne hanno compreso l’alto valore intrinseco e ne promuovono una fruibilità che punta a generare un adeguato impatto socioculturale. Tuttavia, il libro getta anche uno sguardo sui limiti che ancora oggi non permettono a questa fetta del Sud Italia uno sviluppo pertinente dei servizi legati a un turismo consapevole tenendo conto delle risorse ambientali, culturali e economiche di cui il territorio dispone. L’incontro organizzato dal Gruppo Enogastronomico Culturale Atellano che si terrà il 2 settembre 2023 presso il Casale di Teverolaccio di Succivo (CE), uno dei comuni simbolo della Fabula Atellana, vorrà essere un’occasione di confronto sui temi affrontati dallo scrittore che dialogherà con Luciano Pignataro, autorevole giornalista impegnato da tempo nella promozione e valorizzazione della cultura enogastonomica campana e il sommelier appassionato di cicloturismo Alessandro Farina. L’ importanza di tutelare i prodotti tipici del territorio verrà celebrata con una degustazione del casatiello, alimento di spicco della gastronomia atellana e del Pallagrello I.G.P., accompagnata dalla musica dal vivo del duo Ell Alma. Un momento pubblico per comprendere che cosa vuol dire essere comunità in cui interverranno anche personalità del mondo accademico e della politica locale. Partire dalla conoscenza profonda del territorio, del suo folklore,della propria storia collettiva è certamente un buon inizio.
Ludovica Soreca
Voglio essere presente alla presentazione del libro
In bici nei dintorni della Reggia di Caserta
Sarò un lettore attento
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