RIFLESSIONI PERDUTE…IL PAESE È CIECO E SORDO

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   –   di Francesca Nardi   –           

%name RIFLESSIONI PERDUTE…IL PAESE È CIECO E SORDO Il nome di Alessandro Scorciarini Coppola è intimamente legato alle verità negate, che restano a dimora nell’angolo buio della storia vera ed autentica di questa terra, tra le zolle rivoltate dal “ruzzare” delle bufale, nel vapore denso del loro alito caldo… quelle verità negate e disperse nella sconfinata prateria virtuale, percorsa dal galoppo sfrenato di uno strano e perverso interesse. Il nome di quest’uomo intelligente ed imprudente, s’intreccia nell’immaginario collettivo, al cammino della brucellosi e scompare travolto dalla fiumana nauseabonda, trascinata dai saggi equivoci e fuorvianti, che sono stati inanellati nel tempo, intorno a fantasiose soluzioni. Alessandro Scorciarini Coppola era ed è, soltanto un genio visionario e come tale pericoloso per il sistema, che non vuole premonizioni né intelligenze in guardia sugli spalti delle incognite, che devono restare tali. E Scorciarini, di per sé, dietro i silenzi ostinati della ragione slabbrata e svenduta, resta un genio visionario, al di là di tutto e come sempre, riesce a diagnosticare un male, prima che il sistema ne prenda coscienza e decida di riconoscerlo come tale o non riconoscerlo affatto…un genio visionario che propone una soluzione prima che il sistema decida, se lo debba fare qualcun altro e come lo debba fare. Oggi, è un dato di fatto che, allo stesso modo in cui circa trent’anni fa, le idee chiarissime di Scorciarini Coppola divisero “il buono dal cattivo” in materia di “storia, vita e sopravvivenza delle bufale” e furono così chiare, così limpide che… quando divennero esplicite, ci si adoperò per mettere l’autore nelle condizioni di ritirarsi disgustato, dal centro della scena… dicevamo: allo stesso modo in cui espose, allora, (erano gli anni ’90) l’unica soluzione possibile…qualche anno dopo, in materia di sovraffollamento carcerario, precisamente in due occasioni, la prima, cinque anni prima delle parole del ministro Carlo Nordio e la seconda, tre anni prima, sempre del ministro Nordio, il genio visionario pubblicò la sua soluzione, che, guarda caso era ed è l’unica possibile…anche stavolta.

In data 24 aprile 2018 su “Il Giornale”, Alessandro Scorciarini Coppola scriveva:

EMERGENZE RISOLVIBILI. Caserme dismesse come carcere “leggero”.

Risulta chiaro ed evidente a chiunque abbia un briciolo di cervello quanto sia necessario che la popolazione carceraria cresca al più presto di numero tanto più che lo si potrebbe fare rapidamente senza costruire nuove e costose strutture. Basterebbe infatti, utilizzare le tante caserme dismesse per collocarci, in un regime di semilibertà, chi non ha commesso gravi reati, non è un violento o sta per uscire e non ha alcuna convenienza ad evadere e collocare negli spazi così liberati chi va rinchiuso opportunamente.

In data 27 maggio 2020 su “Il Giornale, Alessandro Scorciarini Coppola scriveva:

DISTRIBUIRE I CARCERATI. Prigioni sovraffollate: problema risolvibile

Abbiamo avuto tutti modo per due mesi, di fare, nostro malgrado, esperienza di cosa sia la carcerazione domiciliare e, scoprendo così che i giorni di un condannato non sono proprio il massimo che si possa desiderare nella vita. Poiché mi sono sempre domandato che bisogno ci sia di relegare in una cella i detenuti che hanno commesso piccoli reati e quanto tutto questo costi in termini economici alla comunità e se questa punizione si trasformerà in crescita personale, vorrei capire il motivo per cui si continua a disquisire sulla vergogna dell’affollamento carcerario come se, al solito, si trattasse di una emergenza e nessun politico proponga di creare rapidamente ed economicamente spazio a volontà, trasferendo nelle tante caserme dismesse in regime di detenzione di tipo domiciliare, un gran numero di detenuti.

Ma il Paese, ahinoi, s’è perso di vista molto tempo fa, quando ha iniziato ad illudersi di essere libero e democratico…Hasta la suerte!