(f.n.) – L’Aorn continua a distinguersi tra le Aziende sanitarie del Bel Paese…Eh già…la fantasia dei suoi quadri dirigenti, ma soprattutto la conoscenza, in ogni suo specifico settore e perché no, l’intuizione lucida che, addirittura, in alcuni casi, può diventare preveggenza, sono stati senz’altro gli artefici dell’ispirazione, che ha guidato, a suo tempo, gli addetti ai lavori, a scartare farmaci antitumorali, regolarmente approvati dall’Ema e quindi dalla UE, e decidere di adottarne un altro, incidentalmente non approvato dall’Ema. E l’eventuale intuizione deve essere stata riconosciuta così brillante e luccicante, da essere in seguito, regolarmente stabilizzata…Noi ovviamente, come il resto del mondo interessato alla “sanità de noautri”, siamo venuti a conoscenza assai in ritardo, di una delle “belle penzate”, in cui continua a distinguersi il nostro Ospedale…Da una inchiesta del Fatto Quotidiano infatti, abbiamo appreso con meraviglia, che tra i sedici ospedali che hanno ritenuto di utilizzare, già da qualche anno, il Celginase (nome commerciale dell’Asparaginasi, antitumorale indiano del costo di euro 15,00 a fiala, considerato peraltro nel 2019, da alcuni studiosi della materia a livello internazionale, un farmaco scadente), figura fin dal 2016, indovinate un po’?, l’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano!, il nostro Ospedale! Ma come fate a non commuovervi?, ogni qualvolta qualcuno cita il nostro Ospedale, speriamo sempre, sia per qualcosa di eccezionale e non per additarlo tra gli ultimi dodici o nei sedici, che hanno fatto qualcosa di, almeno apparentemente, assai discutibile. Tornando all’antitumorale in oggetto, apprendiamo che viene soprattutto utilizzato, nella cura dei bambini affetti da leucemia linfoblastica acuta. Ovviamente la diversità di prezzo tra il Celginase e l’Oncaspar, quest’ultimo approvato dall’Ema, è notevole, dal momento che il costo di questo farmaco è di 2500 euro. Ce la va sans dire, che teniamo assolutamente conto di tutta la corposa letteratura “segreta e secretata” che intercorre tra lo studio di un farmaco, l’accertamento della sua efficacia, l’approvazione ufficiale ed infine l’adozione dello stesso…ne teniamo conto fino al punto limite in cui, come avviene talvolta, la legge del mercato farmaceutico, capita che imponga un farmaco, anziché un altro, di migliore efficacia e qualità. Detto e premesso ciò (affinché a nessuno punga vaghezza di fare il saputello e sciorinare la solita strofetta, per prendere tempo, del tipo: non sai che le multinazionali del farmaco fanno questi giochetti?) dal momento che riteniamo che la Commissione Terapeutica Ospedaliera, sia costituita da primari e dirigenti e non da premi Nobel della Chimica e Farmacologia, che dopo avere studiato e sperimentato un farmaco, decidono che sia migliore di un altro, né ci risulta che, sempre la Commissione Terapeutica Ospedaliera, costituita da primari e dirigenti, abbia consegnato alla Direzione Generale, un documento ufficiale recante la prova…e cioè il parere scientifico ed autorevole attestante che il farmaco indiano, era migliore di un altro, come ad esempio l’Oncaspar, noi pensiamo di essere più che autorizzati ad essere prima assai stupiti e quindi più che sospettosi, n’est pas? E’ appena il caso di evidenziare che se in Ospedale vi fossero esperti di quel calibro o in possesso di una documentazione a sostegno della scelta, qualcuno avrebbe già sparato i tracchi, o no?…Ebbene, poiché nonostante noi siamo brutti, sporchi e cattivi ed anche maligni e sospettosi, dobbiamo ammettere che, forse conserviamo in fondo all’anima, una ‘ntecchia di ingenuità, perché non siamo ancora riusciti a comprendere a fondo, il motivo per cui l’Ospedale di Caserta, abbia deciso di assumere responsabilità tanto gravose e rischiose e soprattutto per quale ragione, la Commissione Terapeutica Ospedaliera costituita ufficialmente nel 2014, abbia continuato, fino al 2020 almeno, ad approvare le ordinazioni relative all’Asparaginasi, pur essendo a conoscenza che si trattasse di un farmaco antitumorale, non approvato dall’Ema. Non abbiamo, dopo il 2020, trovato traccia alcuna di altri pareri della commissione. E la cosa più esaltante o incresciosa, secondo i punti di vista, consiste nel fatto che, in tutta la Campania soltanto la Uoc di Ematologia ad indirizzo Oncologico diretta dal direttore Giovanni Pietro Ianniello, peraltro membro della Commissione Terapeutica, aveva deciso di ordinare il farmaco indiano. La domanda sorge spontanea…ma né il Dg prima né il commissario poi, avevano avuto nulla da eccepire sulla decisione del primario e successivo ordine del provveditorato? Hasta la suerte!