– di Francesca Nardi –
I proverbi sono considerati da sempre la saggezza dei popoli, ma chiunque li citi, nella sua irreversibile ed insana superficialità, ha un difetto di fondo… quello di usarli come un intercalare di comodo, di cui ha perduto il significato profondo…Ebbene, quando diciamo “più conosco gli uomini (e le donne) e più amo gli animali”, dovremmo essere più riflessivi e comprendere a fondo, quanta verità sia insita in quello che, da esempio della saggezza dei popoli, abbiamo trasformato nel tipico ed assai banale, modo di reagire, quando entriamo in conflitto con un nostro simile. Ebbene ..il mio smisurato amore per gli animali deriva invece, tra l’altro, da profonde riflessioni sulla stupidità di quella parte del genere umano che, nonostante la propria evidente inadeguatezza, troneggia per le note ragioni, ai posti di comando e quotidianamente, offre ragione e spunto a chiunque avesse intenzione di soffermarsi sui danni ricorrenti ed in progress che compie, per decidere che sarebbe ora che certi personaggi fossero detronizzati e ognuno di noi imparasse a considerare seriamente i fatti, dei quali, troppo sovente ed inutilmente, continuiamo a lamentarci. Il preambolo era necessario, così come è appena il caso di evidenziare, che una giornalista non parla in prima persona, ma, companeros… se si tratta di cani, gatti, canarini, pantere, caimani etc, io parlo in prima persona, con grande orgoglio e come in questo caso, autentica rabbia. Qualche giorno fa sono andata al Canile Sanitario di Marcianise e la mia amica Giusy Foglia, che vive intensamente da sempre e da sempre dimostra il suo rispetto ed il grande amore per gli animali, mi ha presentato i nuovi ospiti in cura…Chicco è un bulldog francese tracagnotto e di una simpatia unica, che grufola e sbava sui miei pantaloni che è una bellezza…mentre la piccola Chicca, bulldog e nera anche lei, arriva ancheggiando piano, timida e silenziosa, disabituata alle carezze…le mammelle sfruttate ed il pelo rovinato raccontano i particolari della sua breve e triste vita da fattrice, una vita che non prevedeva coccole e cure, per la sua piccola anima ferita…L’istinto è quello di caricare entrambi in auto e fuggire lontano da tutto e da tutti, dimenticare i pensieri aggrovigliati, che non si districheranno mai e che resteranno a dimora, nello sguardo di Giusy e nei musetti schiacciati dei due bulldog abbandonati. E mentre li accarezzo ed il cuore si stringe per la ruvidità del pelo di Chicca, sento qualcosa che, dietro di me, solletica e tira la mia giacca…mi giro e… sdraiata a zampe all’aria, c’è lei….Pesca, una micetta tripode e tricolore, che fa le fusa e ronfa con la mia giacca…Sì, si chiama Pesca…facciamo una chiacchierata tra di noi, fatta di ronfate e mugolii da parte sua e coccole frammiste a parole “ammuinate” e scemenze da parte mia… Tra un soffio ed uno sbuffo di Pesca, una sbavata del bulldog tracagnotto e adorabile vado a trovare i micetti piccoli, appena svezzati e mi soffermo a fare due chiacchiere, a colpi di “patatino come stai?” con un pascià bianco e nero che mi guarda dall’alto in basso, dalla sua morbidissima cuccia colorata, mentre tre “scricciolini” appena svezzati cercano di attirare la mia attenzione, emergendo a fatica dal cuscino su un altro soppalco… Quest’oasi di pace colorata e miagolante, interrotta dai favolosi grugniti del bulldog e dall’ansimare dei cani da caccia convalescenti, che saltano al di là della rete, è attraversata però da un odore sgradevolissimo, tipico della spazzatura stagnante e vecchia…Chiedo a Giusy da dove arrivi il lezzo che ad un certo punto, è quasi insopportabile e vengo a conoscenza delle eroiche trovate di un assessore dell’amministrazione Velardi, tramontata da poco tempo, l’assessore Riccio, pare sia questo il nome di un assessore così illuminato, da avere escogitato la maniera migliore per sistemare i gatti…quella di sterminarli…Già…perché l’assessore succitato ebbe, a suo tempo, la magnifica idea di affidare la struttura di proprietà comunale adiacente al Canile Sanitario, alla Ditta Ecocar che vi ha realizzato un’isola ecologica. Soltanto un ingegno superiore poteva immaginare la convivenza di un’isola ecologica con un canile sanitario che ospita gatti, legalmente istituiti in colonie e cani in convalescenza…Come possa essere concepibile che due realtà del genere, possano convivere senza conseguenze drammatiche, probabilmente lo sa soltanto l’ex assessore Riccio. Gli animali infatti ed in particolar modo i gatti, sono talmente sensibili ai rumori forti che, appena vengono investiti dal frastuono improvviso, fuggono in tutte le direzioni in maniera scomposta e sicuramente non razionale…Accade quindi che i mezzi pesanti che dal mattino alle 5 fino alle 11, transitano di continuo sulla strada che rasenta il cancello del Canile Sanitario, costituiscano un pericolo costante per i gatti che, intontiti dal rumore improvviso che interrompe il silenzio della campagna, iniziano a correre e sovente finiscono sotto alle ruote del mezzi pesanti e muoiono. Oggi ho telefonato a Giusy e le ho chiesto come stesse la mia amica Pesca ed ho notato che lei cercava di tergiversare …poi, alla fine mi ha detto piangendo che Pesca era finita sotto alle ruote di un camion e purtroppo era morta. Giusy ha tenuto a precisare che non è colpa degli autisti né dei dirigenti della ditta Ecocar, che sono tutti collaborativi e gentilissimi, ma purtroppo succede spesso che i gatti muoiano… “Cosa facciamo?, – ha detto Giusy – li alleviamo e li curiamo per farli morire sotto alle ruote dei camion?” Caro signor Riccio, ex assessore…possibile che non l’abbia mai sfiorata il pensiero che la convivenza di un’isola ecologica, con al seguito il viavai dei mezzi pesanti ed un canile sanitario sarebbe stata una boiata nel vero senso della parola?, quando aveva certe brillanti intuizioni, riusciva a guardare al di là della finestra del suo ufficio? Certo… a lei che cosa importa se una micetta tripode è rimasta schiacciata dalle ruote di un camion?,… con tanti gatti che ci sono in giro ci vogliamo preoccupare di un micio che muore?, e dai!… Ebbene, caro ex assessore, quella micetta si chiamava Pesca, era tripode e tricolore e quei suoi richiami con la zampina, li sento ancora e mi tirano la giacca…Pesca mi chiamava e forse mi chiama ancora affinché io le chieda ora per allora, se si ritiene soddisfatto del risultato e se intende farsi un applauso postumo o tentare di provvedere. Hasta la vista!