ROMA – Il futuro della sanità italiana è indiscutibilmente legato ad una politica che sia finalmente in grado, attraverso una sinergia Governo-Regioni-Aziende sanitarie, di creare una sempre maggiore omogeneità tra le figure dei professionisti della salute, seppur nel rispetto dei differenti ruoli e della loro autonomia di azione, allo scopo sia di valorizzare le competenze degli operatori sanitari, e metterli nelle condizioni di rendere al massimo della loro efficienza, sia di innalzare, come logica conseguenza, al servizio della collettività, la qualità delle cure.
Per arrivare a questo obiettivo occorre “spazzare via” le vane promesse, ma soprattutto attuare un concreto piano di valorizzazione economica e contrattuale di tutti i professionisti, in particolare quelli del comparto non medico, iniziando dagli infermieri e dalle ostetriche, il cui ruolo chiave, legato all’assistenza diretta e continuativa nei confronti dei pazienti, sia all’interno che al di fuori delle realtà ospedaliere, si rivela fondamentale in relazione al rinnovato fabbisogno di una popolazione che viaggia sempre di più verso l’invecchiamento e il cui innalzamento dell’età media si traduce e si tradurrà, gioco forza, nel dover affrontare patologie la cui cura è strettamente legata alle competenze infermieristiche.
Eppure, paradossalmente, i numeri del disagio del nostro sistema sanitario indicano che sono proprio gli infermieri i primi professionisti a mancare all’appello, con una voragine di 65-80 mila unità che si traduce in 120-150 mila rispetto agli standard degli altri paesi europei (Rapporto Crea Sanità corroborato dai dati Agenas).
La soluzione è nell’individuazione di una nuova serie di normative che possa consentire agli infermieri e agli altri professionisti del comparto non medico di ottenere legittimi riconoscimenti, ma anche incarichi che possano equipararli sempre di più ai dirigenti medici, riducendo di netto, quindi, la forbice di uno squilibrio ingiustificato.
E’ per questa ragione che sosteniamo e promuoviamo il Disegno di Legge del Senatore di Fratelli d’Italia, Silvestroni, presentato in data in data 5 aprile 2023, annunciato nella seduta n. 54 del 5 aprile 2023.
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Finalmente siamo di fronte ad Disegno di Legge che apre la strada, concretamente, per gli infermieri, le ostetriche e gli altri professionisti ex legge 42/1999, alla possibilità di realizzare “un servizio intramoenia in team assistenziale per poter godere di una loro esclusività, di un loro tariffario e costruire un rapporto di fiducia con il paziente.
L’istituzione dell’attività libera intramoenia per tutti i professionisti sanitari , alla quale non mancherà il nostro apporto durante il percorso Parlamentare, consentirà di abbattere il “crescente” sommerso e di rispondere così al bisogno di cura e assistenza che sta aumentando in ragione delle migliaia di famiglie che hanno almeno una persona non autosufficiente a carico”.
La fattuale e formale conquista dello status di professioni sanitarie afferenti ad Ordini Professionali, come Nursing Up chiede da tempo, dovrebbe prevedere, come suo corollario, il diritto ad esercitare la libera professione, sia come soggetto autonomo, come già avviene – anche se con modalità da migliorare e valorizzare , ma soprattutto come dipendente del Servizio sanitario, al pari dei profili professionali della dirigenza sanitaria.
In questa direzione di ammodernamento e di valutazione della figura del professionista sanitario, Il Senatore Silvestroni propone di colmare questa lacuna legislativa, promuovendo la valorizzazione di tutti i professionisti del Sistema sanitario nazionale (SSN) e offrendo ai cittadini nuovi servizi e prestazioni.
D’altronde l’Organizzazione mondiale della sanità indica la valorizzazione delle professionalità sanitarie come uno degli elementi peculiari e dirimenti per poter assicurare agli abitanti della terra il diritto ad adeguati servizi sanitari. Tali professionisti sono costretti a svolgere funzioni non pertinenti con la loro elevata qualificazione professionale, in tal modo mettendo in serio pericolo il diritto del cittadino ad avere un’assistenza infermieristica di livello adeguato”.
«Come sindacato siamo orgogliosi di aver dato impulso, con le nostre denunce e battaglie, alla produzione di questo DDL.
Basta, infatti, prendere il razionale di presentazione e del provvedimento in Parlamento da parte del Senatore Silvestroni, dello scorso 5 aprile, per trovare menzione, tra le ragioni ispiranti il DDL, quella delle nostre reiterate denunce in merito al fatto che in alcune aziende si è arrivati, addirittura, al punto di immaginare e – in qualche caso sfortunato – di effettuare la sostituzione del professionista infermiere con svariate altre figure di supporto, mettendo in tal modo in discussione la qualità di un sistema di cure e prestazioni complesso e delicato come quello sanitario, ma anche comprimendo le potenzialità dei professionisti sui quali, in tale maniera, grava un peso, già rilevante, di incombenze e di responsabilità».
Finalmente, dice ancora De Palma, arrivano lungimiranti segnali da quella che può essere considerata, non a torto, la buona politica, dai cui interventi, risolutivi, dipende il futuro della sanità italiana e quello di valenti professionisti che continuano a fuggire all’estero, che si dimettono in massa da un sistema sanitario nel quale si sentono ingabbiati, minando così nel profondo la stabilità di una sanità che ha bisogno di loro per rafforzare il suo impatto sulla tutela della salute della collettività del nostro Paese.
Sosteniamo e promuoviamo questo Disegno di Legge, conclude De Palma, e per questo siamo in costante contatto con il Senatore Silvestroni.
Nell’ambito del nostro Congresso Nazionale previsto per il 13 ottobre 2023, è stata prevista una tavola rotonda, allo scopo di fare il punto sullo stato dell’arte di questo Disegno di Legge.
All’evento parteciperà anche il Senatore Silvestroni, che peraltro ci ha già confermato la sua presenza, ed al quale continueremo a dare il nostro più ampio supporto, quello che Nursing Up non ha mai fatto mancare alla buona politica, a quella politica di cui gli operatori sanitari e i cittadini hanno bisogno».