NAPOLI – Giovedì 15 giugno, dalle 9:30, avrà luogo il convegno “Forum sulla Scuola Musicale Napoletana. Verso gli Stati generali” organizzato dalla Università telematica Pegaso, presso la propria sede nello storico Palazzo Zapata, in Piazza Trieste e Trento a Napoli.
Dopo i saluti istituzionali di Pierpaolo Limone, rettore dell’Università Telematica Pegaso, interverranno: Diego Venanzoni, consigliere regionale, e Ferdinando Tozzi, consigliere del sindaco di Napoli per l’Industria musicale e dell’Audiovisivo.
All’incontro – coordinato da Lorenzo Fiorito, docente di Storia della Musica dell’Università Telematica Pegaso – parteciperanno: Giovanni Acciai, professore emerito del Conservatorio di Milano; Antonio Caroccia, docente di Storia della Musica del Conservatorio Santa Cecilia di Roma; Cesare Corsi, docente di Bibliografia e Biblioteconomia musicale del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli; e Guido Olivieri, professor of Musicology dell’Università di Austin-Texas.
Nella seconda parte della giornata è prevista una tavola rotonda a cura del Forum della Scuola Musicale Napoletana in cui si discuterà del barocco musicale napoletano. L’obiettivo è di consolidare i rapporti tra gli stakeholder: musicisti, studiosi, istituzioni pubbliche, enti lirici, per favorire la valorizzazione di questo grande patrimonio musicale sia sul piano accademico che su quello artistico-professionale e accrescere la diffusione consapevole della conoscenza di questo particolare periodo storico – musicale tra il grande pubblico.
Numerosi studiosi, festival e ensemble si dedicano al repertorio della Scuola Musicale Napoletana che fiorì soprattutto tra il ‘600 e il 700, quando i quattro conservatori napoletani produssero un numero impressionante di musicisti che ebbero un enorme impatto sulla musica europea.
Solo per citarne alcuni noti al grande pubblico: Francesco Durante, Leonardo Leo, Niccolò Jommelli, Domenico Cimarosa, Giovanni Battista Pergolesi, Alessandro e Domenico Scarlatti, Giovanni Paisiello. Questa “Scuola Napoletana”, come si chiamò, fiorì dalla metà del ‘600 all’inizio dell’800, ed ebbe il suo apogeo nella prima metà del ‘700.
I conservatori napoletani diventarono il punto di riferimento europeo per gli studi musicali, e svilupparono metodi didattici innovativi, attirando un gran numero di allievi da tutta Italia e dall’Europa. I musicisti che ne uscivano venivano reclutati dagli impresari, dai nobili e dalle corti, da Parigi a San Pietroburgo, da Madrid a Lisbona, dalla Germania, a Vienna, a Londra.
Oggi, sempre più di frequente, opere di compositori “Napoletani” sono eseguite in importanti teatri e rassegne nazionali e straniere, da Bayreuth a Milano, da Venezia a Utrecht a Parigi, tanto che si potrebbe parlare di una renaissance della Scuola Napoletana.
Tuttavia, è ancora insufficiente la consapevolezza dell’importanza di questo settore della Storia della Musica, sia da parte del grande pubblico, che dei soggetti istituzionali chiamati a decidere delle politiche culturali.
Il convegno metterà a confronto musicologi, ricercatori e specialisti che si occupano di questo repertorio, insieme ai musicisti e ai direttori artistici di festival e ensemble barocchi