– di Francesca Nardi –
Nelle contrade di una Sanità che per stile ed efficienza gestionale contende il primato alla periferia di Calcutta, l’arroganza del potere, in aggiunta ad una strana ed illegittima immunità, conferitagli quasi ad honoris causa, dal silenzio complice della convenienza, raggiunge sovente, ahinoi, livelli tali da affrancarsi, automaticamente, persino dei brandelli residui di pudore e… raggiunta questa dimensione, le strategie del potere diventano, oseremmo dire… fanciullesche, laddove non risultino, ad una riflessione approfondita, semplicemente straccione. E, ce la va sans dire che, raggiunto il livello peggiore, cioè quello della volgare sciatteria, decisamente diventa difficile per chiunque, pensare di vincere la partita, persino nel caso della solita partita vincente che i signori della Sanità de noautri, continuano a tentare di mettere in campo, nella certezza o quasi, di farla franca…Ebbene, nel caso del dottor Federico Nardi, che aveva tutte le carte in regola, a partire dal merito e non ultima la dignità personale e professionale, per diventare assai scomodo e di conseguenza vittima predestinata del sultanato di turno, avamposto del potere avellinese legittimato e benedetto da Santa Lucia…a farla franca, proprio non ci sono riusciti e quella “giustizia giusta che al momento giusto”, ha diviso il bene dal male, è esattamente ciò che ci induce a credere che valga la pena di attendere, pazientare e combattere.