Tutti i giovani vivono inseriti in una serie di contesti differenti in cui si stabiliscono relazioni interpersonali più o meno importanti. L’amicizia occupa sicuramente un posto di rilievo essendo un legame che prende vita proprio nell’aspetto della condivisione di attività ricreative e ludiche, affiancate ad occasioni e momenti di confronto e confidenze personali. Ogni esperienza personale può influenzare il modo di vivere e le relazioni amicali la cui disabilità motoria non è esclusa. Seppur la disabilità influisce sulla qualità e sulla quantità dei rapporti, creando non pochi limiti nella nascita di un legame proprio perché ci sono disagi legati alla difficoltà di deambulare nella fase scolastica ma bisogna tener presente che il discorso amicale si deve sviluppare nella fase adolescenziale. L’amicizia è un elemento importante che necessita di essere rinnovata e riconfermata da reciproche aspettative su cui regge e si mantiene in vita socio/ affettiva solo se c’è la volontà di continuare la relazione e viene dimostrata la costanza e la coerenza di entrambi i protagonisti: è così fondamentale l’intenzionalità degli individui di vivere il rapporto amicale che mette come la libertà di scelta al primo posto.
Questo non implica necessariamente l’essere uguali il pensare o comportarsi allo stesso modo anzi richiede soprattutto rispetto delle singole differenze, la disabilità ad esempio è considerata una differenza soprattutto se legata alla sfera motoria: ciò che rende poi diversi , e ciò che rende un rapporto particolarmente stretto e duraturo. Un amico che ha difficoltà a deambulare, non ha limiti sentimentali né intellettivi per cui va trattato nel modo più normale possibile senza creare barriere di pietismo che possono compromettere un sano rapporto affettivo.
Nel rapporto amicale è giusto rispettare i tempi di ciascuno, senza far pesare la disabilità ma trovare soluzioni e strategie per rendere la quotidianità, la normalità accessibile a tutti.
La presenza nella scuola di bambini e ragazzi in difficoltà è fonte di una preziosa dinamica di rapporti e d’interazioni, che è, a sua volta, occasione di maturazione per tutti, dalla quale si impara a considerare e a vivere la diversità come una dimensione esistenziale e non come una caratteristica emarginante. L’integrazione/ inclusione, quindi, non è solo intesa come diritto di tutti all’educazione e all’inserimento, ma vuole anche dire debellare il rischio della segregazione, predisponendo quanto necessario per garantire alle persone poteri decisionali analoghi a quelli delle persone con sviluppo tipico.
Sino alla fine del secondo millennio non si dava grande importanza alla promozione dell’amicizia tra i ragazzi o adulti disabili con problemi mentali. Oggi, al contrario, si gestiscono perfino training specifici per il sostegno di chi non ha amici o di chi non vive comportamenti sufficientemente costruttivi per accedere al mondo amicale. Il disabile che ha amici, infatti, è facilitato nell’accesso ai gruppi di appartenenza e nel palesare i propri diritti. Ma non si può nascondere la difficoltà che i ragazzi con problemi mentali o sensoriali trovano nel fare o nel mantenere delle amicizie. Ecco, allora, quanto risulti importante organizzarsi, affinché genitori, educatori o esperti nel settore possano dare a tali soggetti la possibilità di acquisire abilità connesse all’accesso all’amicizia, e in parallelo dare agli altri la possibilità di mettere in atto comportamenti positivi e concreti di “sostegno”
Il cuore, serve solo il cuore! Ognuno di noi funziona in modo diverso, ma tutti noi abbiamo un cuore che batte e il cuore non percepisce la diversità. Siamo buoni, ma buoni davvero, SEMPRE e CON TUTT!
Dottoressa leggo e mi ritrovo nelle sue parole. Essere amici quando va tutto bene e si è nella normalità, è tutto più facile, ma scegliere di coltivare l’amicizia quando l’amico ha una disabilità allora il discorso cambia. Mi è capitato di avere accanto amici sinceri che non mi hanno guardato con occhi pietosi perché sono in carrozzina, ma mi hanno fatto sentire “uno di loro”. L’amicizia vera dovrebbe guardare oltre ogni ostacolo ed ogni pregiudizio
Condivido in pieno … bisognerebbe fare molta sensibilizzazione nelle scuole e formare le persone affinché vi sia “normalità ” ….
Bellissimo e complimenti ancora
L’amicizia è un dono e quando si riconosce un vero amico va tenuto stretto. La disabilità non rappresenta un limite se due persone sono veramente amiche anzi può diventare una risorsa della persona disabile come un arricchimento per la persona normo tipica. Quando l’amicizia sincera non ha limiti che non si possano superare. Dottoressa ancora una volta il suo articolo fa breccia nel cuore di chi legge
Il mondo amicale, l’amicizia, una di quelle rare bellezze, che la vita possa donare ad ogni singolo individuo, soprattutto nel mondo della disabilità.
Grazie come sempre per lo spunto riflessivo in questo articolo.
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