ROMA – «L’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid e la sua gestione non è solo un atto politico necessario, ma doveroso per rispetto al popolo italiano. Bisogna fare chiarezza su come i decisori politici, per far fronte alla pandemia, hanno strapazzato la Costituzione e compresso i diritti civili».
A dirlo è l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente del partito «Libertà, giustizia, Repubblica».
«Dalle carte giudiziarie di Bergamo – prosegue Tirelli – emergono dettagli raccapriccianti sul grado di insipienza e di protervia della classe dirigente dell’epoca, a cominciare dall’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, e dai suoi accoliti».
«Dettagli che dimostrano non solo l’assoluta incapacità nel comprendere la natura e le caratteristiche del Covid ma anche l’inaccettabile superficialità con cui hanno adottato misure liberticide che hanno stravolto la nostra quotidianità imponendo il lockdown come unica e assurda misura di contenimento della malattia. Un modello bocciato non solo dalla scienza ma dalle stesse evidenze della cronaca».
«Mi auguro – conclude il leader di Lgr – che la commissione d’inchiesta si avvalga, senza indugio alcuno, di un qualificato gran giurì di luminari della medicina per indagare anche sugli effetti avversi della campagna vaccinale che tanti danni ha provocato nell’assoluta indifferenza della politica che ha continuato a difendere se stessa e la scelta scellerata di ispirarsi al modello cinese delle chiusure a oltranza».