È una normale mattina di questo pazzo scorcio di primavera e MS, una piccola alunna di sette anni, si reca a scuola come ogni giorno. Mentre si avvicina ai suoi compagni, sente che chiacchierano divertiti di un’esperienza vissuta il giorno prima in un posto dove sono stati, tutti insieme e MS si fa delle domande: “Dove sono stati? Perché erano tutti insieme? Perché lei non c’era?” Vorrebbe chiedere ai suoi compagni ma non riesce, rimane nel dubbio ed i suoi compagni non si soffermano a spiegarle il perché sia stata esclusa…. Questo è un esempio di ‘giorno di ordinaria finta integrazione’ perché MS ha 7 anni, è autistica di livello tre, non verbalizzante, ma spesso troppi dimenticano che il cervello di MS funziona, così come funziona l’udito, così come è capace di provare sentimenti, di soffrire e essere felice, anche se la superficialità dei più li porta a pensare che non esternando tutto questo, significhi non provarlo.
Vorrei dire che questa è una storia inventata, scritta per fare audience, ma purtroppo è vera ed è ciò che è avvenuto in una scuola del litorale casertano. Ma andiamo per ordine: la scuola decide di organizzare una gita scolastica, MS appartiene alla classe partecipante in questione ed ha la sua insegnante di sostegno, nonostante questo l’istituto manifesta delle perplessità alla partecipazione della piccola: già questo è indubbiamente grave, ma nascondersi dietro la burocrazia per mascherare la poca volontà di integrare una bambina, non ha scusanti… e lascia molto da pensare!
Ma andiamo avanti, la mamma della piccola interviene, dicendosi disposta a pagare qualsiasi spesa extra della terapista affinché salga sul pullman con la piccola alunna, ma non ritiene giusto che la stessa segua il tragitto con la propria macchina in quanto ciò era stato concesso dalla Dirigente.
Ma niente da fare, dopo un’assemblea, la scuola decide previa approvazione del collegio dei docenti una delibera che pone le condizioni negative, affinché la piccola sia esclusa dalla gita. La scuola dovrebbe essere la “prima palestra” per educare e sensibilizzare i piccoli all’inclusione ma purtroppo a volte è organizzata da adulti che non solo non hanno perso da tempo l’innocenza dei bambini ma sfruttano cavilli o chissà quali impedimenti burocratici per mascherare i loro pregiudizi, troppo vigliacchi per ammettere che tutti i discorsi che propinano ai bambini sull’integrazione e sull’essere tutti uguali, sono solo parole. Gli stessi che si vestono di finto buonismo pronti a mettersi dalla parte dei più deboli quando sono in pubblico ma che poi girato l’angolo non esitano a parcheggiare su una sosta per disabili “Tanto devo stare solo 5 minuti”, intrisi di ipocrisia e superficialità a tal punto che non si sono nemmeno posti il problema di come si sarà sentita MS sapendo o vedendo gli amici andare in gita mentre lei rimaneva in casa, di cosa abbia provato nel domandarsi il perché, nel non avere una risposta se non quella di essere costretta a sentirsi un’esclusa, una che non è stata accettata, una che non è stata voluta insieme agli altri.
MS ha sette anni e sarebbe bellissimo poter vedere i volti di quegli stessi docenti che se lei potesse guardare in faccia, a voce alta, urlerebbe: “Perché non mi avete voluto con voi? Cosa ho fatto?” ma forse questo non avverrà mai perché MS ha solo 7 anni, è una bimba autistica non verballizzante, ignara di tutta questo defilarsi dalle responsabilità da parte di chi dovrebbe tutelarla e gli altri?
Sono solo commentabili con una parola VERGOGNA!
Buongiorno grazie per la Sua vicinanza la mamma di Ms
Questo articolo, lo commento con la sola parola che tu stessa hai citato. VERGOGNA A QUESTA SCUOLA!!!
I ragazzi autistici vanno INTEGRATI non ESCLUSI.
Grazie per questo suo commento dalla mamma della Ms
Vorrei scrivere parolacce .. ma resto un signore MS è a prescindere una bimba… o la si fa integrare che è il compito delle è degli educatori insegnanti … sono veramente dispiaciuto… cari è care docenti … toglietevi dalle cattedre se prima dell’insegnamento non mettete al primo posto l’empatia e integrazione e inclusione sociale è la prima cosa…
Carissima Dottoressa ho letto il suo articolo e ancora non mi capacito come possono accadere episodi del genere proprio nella scuola che dovrebbe essere per antonomasia la prima agenzia educativa insieme alla famiglia a facilitare l’inclusione. Posso immaginare cosa abbia potuto provare la famiglia nel vivere questa situazione. Grazie a lei per questo spunto è importante che fa riflettere tantissimo su come la società ancora molto indietro dinanzi al discorso inclusivo
Buongiorno sigra… Si la società e la scuola devono imparare molto. Grazie per la Sua vicinanza la mamma di Ms
Che squallore! Come si può essere così cattivi! Come si può far del male a un angelo! Che brutto sapere che purtroppo molte scuole sono, paradossalmente, diseducative. Come fanno questi insegnanti a dormire sereni la notte…l’insegnante di religione, soprattutto! Come può, ad esempio, quest’ultima solo nominare Dio e il bene, se poi fanno il male?!
Che ribrezzo! Sapere che viviamo in un mondo così pietoso, è una coltellata al cuore…
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