– di Vincenzo D’Anna* –
Continua a divampare la polemica sulla terapia genica e le sue postume complicanze, vere o supposte che siano, derivanti dai cosiddetti “vaccini” anti Covid. In Italia, si sa, l’esercizio del “senno di poi” è largamente praticato e di filosofi e scienziati che dissertano a posteriori son piene le cronache. Comprese quelle dei social. Questi ultimi, poi, sono diventati addirittura omologhi dei vecchi sussidiari utilizzati, un tempo, dagli scolari: come quelli, contengono una sorta di sintesi sommaria dello scibile da apprendere. Insomma: una sorta di libro unico che spazia tra le varie materie d’insegnamento lasciando al maestro il compito di approfondire ed integrare in classe. Così sembra anche per quegli argomenti scientifici che vengono di sovente integrati col sussidiario di notizie che, a vario titolo, finiscono sistematicamente sulla rete. Notizie per lo più elaborate dal “sentito dire”, spesso estrapolate da veri e propri studi e ricerche dai soliti maestri di tastiera, e che diventando virali, ossia molto diffuse, finendo per essere etichettate come veritiere ed ineccepibili. È questo anche il caso delle news connesse a talune complicanze da post vaccinazione anti SarsCov2. Si lanciano allarmi per talune sintomatologie post vaccini che, a ben vedere, sono da sempre statisticamente presenti per ogni trattamento medico o chirurgico. Tempus regit actum, recita un vecchio motto latino, a significare che ogni azione umana va contestualizzata nel tempo in cui essa è stata concepita ed adottata. Ovviamente sono azioni, oppure terapie, intraprese con la buona intenzione di porre rimedio ad un evento che produce danno alla salute. Tra la fine del 2019 ed il terribile 2020 l’umanità intera è stata investita da un morbo ferale: una pandemia causata da un virus “alieno”, patogeno e mortale. In quanto ignoto, questo piccolo killer ha trovato il nostro sistema di difesa organica completamente inadeguato ed impreparato. Circa due milioni di persone hanno perso la vita nel mentre la scienza impotente contro il morbo, brancolava nel buio. Tuttavia quest’ultima ha saputo organizzarsi efficacemente anche con il soccorso economico reso disponibile degli Stati sovrani e della comunità scientifica mondiale e, con essa, dei centri di ricerca dei colossi farmaceutici. Il rimedio approntato sotto forma di terapia genica, ossia l’inoculazione di materiale genetico di una parte del virus (RNA virale) in grado di stimolare la produzione di specifici anticorpi, alla fine, è stato in grado di bloccare oppure attenuare gli esiti della malattia. Nella società moderna, che vive di etichette e di simbologie in quanto scarsamente attrezzata per l’apprendimento logico, la scienza ha commesso un errore formale rivelatosi, in seguito, molto grave per l’impatto negativo che ha avuto su una parte dell’opinione pubblica: denominare “vaccino” quella terapia genica!! È stata questa denominazione, infatti, a scatenare quella massa di persone che già da tempo aveva manifestato perplessità e dubbi sull’uso di quel tipo di farmaco, per altre patologie. A destare perplessità, anche da parte di eminenti uomini di scienza, sono stati in particolare i composti additivi, conservanti e stabilizzanti, presenti nei vaccini. È bene precisare, a questo punto, che la fabbricazione di un vaccino è di tipo empirico e sperimentale: ciascun produttore utilizza formule diverse coperte dal brevetto. Quindi su quei “prodotti” regna ancora l’ignoranza relativamente alla loro reale composizione e sull’innocuità di taluni composti in essi presenti. E tuttavia le autorità italiane preposte hanno scelto di affidare il controllo sulla composizione reale, sull’efficacia e sull’innocuità del farmaco-vaccino alle stesse case farmaceutiche che lo producono!! Una manchevolezza che resta grave per uno Stato che, avendo reso obbligatoria la vaccinazione, dovrebbe accertare le cose senza lacune cognitive, secondo il principio che laddove ci sia un rischio non ci possa essere anche un obbligo. Il controllo da parte di un ente terzo risulta indispensabile dal momento che di recente si sono fatti enormi passi avanti nel campo della nuova tossicologia, scoprendo che alcuni componenti additivi, accumulandosi nell’organismo, sono poi in grado di produrre effetti epigenetici anche gravi. In poche parole: possono produrre un’interferenza sull’espressione dei nostri geni con l’insorgenza di eventuali gravi malattie. Ma tali considerazioni, va detto e rimarcato, non riguardano affatto il “vaccino” anti Covid che non ha tali problemi di formulazione farmaceutica, essendo composto da un semplice filo di RNA avvolto in un involucro lipidico!! Evocare quindi i rischi dei vaccini veri e propri confondendoli con la terapia genica impiegata per debellare il Covid è scientificamente sbagliato. Eppure, tornando ad oggi, sono ancora molti coloro che, a cose fatte e risapute, si distinguono con sentenze sui fantomatici danni procurati da quel “vaccino” anti Covid. Siamo in balia di moderne Sibille che rimodulano il proprio pensiero sulla base di quanto ormai dato per certo ed acclarato dalla scienza. Siamo una comunità polemica ed a volte isterica alla quale piacciono più gli oracoli che le evidenze razionali. Più entrare nei misteri oracolari che nel mondo razionale della scienza.