OSPEDALE, URGE UN CORSO DI “RIEDUCAZIONE ALL’UMANITÀ” PER DIRIGENTI A RISCHIO…

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(f.n.) – Quando si parla di evoluzione, a nessuno viene in mente di controllare se, dal punto di vista emozionale ed umano, sia o meno migliorato qualcosa nel tempo, come ad esempio la capacità di esserci al momento giusto e se si sia o meno qualificata e potenziata quella sensibilità che consente di fare la scelta giusta nei confronti di chi, meno fortunato, appartiene ad una categoria, cosiddetta protetta…sembrerebbe davvero che procedendo a colpi di automatismi del pensiero, a nessuno, parlando di evoluzione e compiacendosi della stessa, sia venuto in mente di offrire un senso compiuto alle parole e soprattutto alle definizioni, nelle quali siamo maestri…Le parole accompagnano ed annunciano l’evoluzione del sistema in generale, ma appunto sono e sovente restano, parole, le migliori ovviamente, ma sempre parole. Appartenere ad una categoria protetta, rappresenta dunque, una frase incompleta ed assai poco rassicurante…sarebbe meglio e sicuramente più aderente alla realtà aggiungere qualcosa di fondamentale che renderebbe alla grande, l’idea che dovrebbe essere rappresentata. Infatti, si dovrebbe dire: categoria protetta dal resto del mondo circostante, che mostra quotidianamente di infischiarsene dei diritti dei disabili, dalla banalità di un parcheggio riservato alle mansioni imposte ad un dipendente disabile, da qualche dirigente “illuminato d’immenso e quindi quasi folgorato     in piena materia grigia” del nostro Ospedale. Apprendiamo a tale proposito che, proprio all’interno di una struttura sanitaria, dove l’attenzione e la tutela nei confronti di un dipendente disabile, dovrebbero essere esercitate al massimo ed in maniera del tutto naturale, perché alla professionalità ed alla conoscenza delle regole, il dirigente dovrebbe aggiungere  (sempre in maniera naturale) attenzione e soprattutto “cuore”…avviene per contro, esattamente il contrario…I fatti: la dirigente responsabile della UOC Gru dell’Aorn, gentile ma non troppo, signora Luigia Infante, avrebbe trasferito dalla Farmacia un dipendente, appartenente alla categoria protetta, al GRU…E fin qui…nulla quaestio…Potrebbero infatti, esserci state mille ragioni valide a sostegno di un trasferimento che avrebbe potuto, addirittura, essere orientato a migliorare le condizioni di lavoro del dipendente in causa, n’est pas? Ebbene, a proposito del cuore e dell’evoluzione di cui sopra, vi annunciamo che, nel trasferimento, non si è intravista neppure lontanamente, l’ombra di un proposito degno di nota ma, non finisce qui…Infatti la gentile signora Infante, ha collocato il dipendente appartenente alla categoria protetta, nel corridoio, dove, proprio di fronte ad una porta finestra, aveva fatto preparare la sua postazione di lavoro, collocandovi un banchetto ed una sedia…tra correnti d’aria ed un via vai continuo di persone… Davvero ideale per un dipendente disabile, ovviamente secondo la scuola di pensiero della gentildonna del Gru, che tra l’altro, ha assegnato al dipendente, un lavoro improbo: la classificazione in ordine alfabetico, dei fascicoli relativi ai dipendenti dell’Ospedale…Avete tutti idea di cosa significa e del lavoro mentale estenuante cui si è deciso di sottoporre il poveretto? E’ appena il caso di evidenziare che, non soltanto l’Ospedale non dispone di bagni per portatori di disabilità motoria, come scrivemmo qualche tempo fa, non soltanto non esiste la figura, peraltro obbligatoria, del garante dei disabili, ma si arriva addirittura ad umiliare i lavoratori in questo modo? E la direzione generale? MUTA! E c’è dell’altro…, pare che il lavoratore abbia dichiarato che non si ricordava l’alfabeto e quindi aveva difficoltà a svolgere il lavoro assegnatogli e la Infante a questo punto, si sia persino alterata ed abbia intenzione di ri-trasferirlo. Ma… la direzione che urla e sbraita nelle scale, non crede che questa sarebbe un’ottima occasione per esibirsi con cognizione di causa e contro un preciso interlocutore?, non crede che sia semplicemente  “UNA VERGOGNA!) umiliare una persona che ha problemi, di qualsiasi natura, essi siano?, non crede che sia giunta e superata ormai, l’ora di darsi una mossa ed interrogarsi intorno a quelle responsabilità, che in un sistema onesto e serio dovrebbero procedere di pari passo oltre a condizionare lo stipendio?  Non crediamo si possa commentare oltre…soprattutto per il rispetto che si deve a quel lavoratore ed a tutti coloro che, al pari di lui sono costretti a dover interloquire o sottostare ai pareri, assai discutibili a quanto pare, di dirigenti che forse, dovrebbero essere rieducati ai rapporti, prima umani e poi professionali. Hasta la vista!

1 commento

  1. Il fatto è non accorgersi che quella scrivania sta lì da molto prima e da quando c’era il suo predecessore poi appunto trasferito.
    Il vero problema invece è farsi assegnare una persona senza nemmeno potersela scegliere.
    Questo la dice lunga sul potere dei vari dirigenti e sulla loro immensa disorganizzazione lavorativa.

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