PD, LA STAGIONE DEI GATTOPARDI

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   –   di Francesca Nardi   –                                                          

Senza nulla togliere ad Elly Schlein, è appena il caso di spendersi in qualche riflessione, per non perdere una sana abitudine e non lasciarsi incantare dall’eco flautato del rinnovamento. Di necessità virtù…eh già… quelli della vecchia “duma” del Pd, sapevano bene che per restare in sella, sarebbe stato necessario lanciare in orbita, un segno concreto di assoluta discontinuità, rispetto al passato e chi meglio della neotesserata Elly Schlein, quasi una redenta ma soprattutto decisa a redimere, altrimenti perché tanto sacrificio?, una creatura intelligente e preparata che non più tardi di qualche mese fa, si era dichiarata pubblicamente orgogliosa di non possedere una tessera del Pd, avrebbe potuto rispondere con successo a cotanta esigenza? La scuola di pensiero del gattopardo, rassodata e raffinata dal tempo che non trascorre invano, oggi trasuda dai soliti personaggi, assurti ad un momentaneo status di “padri nobili”, dal quale progressivamente si muoveranno per stabilizzarsi “virtualmente” ai lati della neosegretaria del Pd. I vari Franceschini, Zingaretti, Boccia ed il critico Bersani per non parlare di Orlando, Speranza e via col tango, hanno puntato, de facto, all’eradicazione del principio fondante del Pd, fortemente ancorato al centro, per spostarsi sensibilmente a sinistra, sostenendo la mozione di una candidata che si rivelerà nel tempo, molto più integralista di quanto appaia. Ad ala intanto, si dispongono, animate da nuovo vigore goliardico, le sardine di Santori, vaticinando una stagione rigorosamente coerente con i valori della sinistra…una stagione che marcherà una dura opposizione, secondo le dichiarazioni di principio della neosegretaria, al governo di destra a guida Giorgia Meloni. A riportare cori, magnificat ed anatemi sulla nuda terra, un grandissimo Cacciari che ha sintetizzato nella serata di ieri, in uno stringatissimo ed illuminato giudizio, come la vittoria della Schlein si debba alla presenza di un presidente del consiglio donna….riassumendo in breve, con quel suo inimitabile sguardo tra la rassegnazione ed il divertimento, la ridda di pensieri scomposti e recriminatori, che devono avere invaso, rischiando di sommergerla, la massa cerebrale della “intellighentia” del Pd, che ha sicuramente mal sopportato, di non essere stata la prima, nonostante le varie chiacchiere dense di sana ipocrisia, a decidere di lanciare sul palcoscenico della politica, un segretario nazionale “donna”…E poiché la verità è sempre di uno squallore infinito, perché rischia di rivelare semplicemente, quanto di umano e banale, vi sia nell’uomo e nella donna, i cosiddetti politologi di parte si sono impegnati per rendere quanto più interessante ed autentico, fosse possibile all’apparenza, il tormentato percorso del rinnovamento…Hasta la vista!