CROMOTERAPIA E DISABILITA’

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Da sempre le discipline antiche avevano identificato le vantaggiose qualità legate ai colori. La cromoterapia usa i colori per favorire il rilassamento del corpo e la psiche a ritrovare il loro naturale equilibrio. I colori possono essere assimilati dal nostro organismo in differenti modi, quello della doccia è un momento unico per combinare l’energia dinamica dell’acqua, condizione stimolante e guarente, all’azione delle tonalità. La cromoterapia presume l’emissione del corpo tramite sorgenti brillanti, propagate da opportune lampade. A ogni gradazioni di base corrisponde un “potere” che concorre a ottimizzare lo condizione psicofisica. Impiegati da soli oppure abbinati in sequenze, i differenti colori emanano le loro particolarità per calmare o apportare energia al corpo. Il contesto ha un importante impatto sulle persone, sia a livello psicologico che motorio, cognitivo e comportamentale e ogni singola caratteristica influisce sulla vita degli esseri umani. Bisogna pensare soprattutto alla disposizione di stanze e ambienti fisico che hanno importante impatto sul livello di benessere soprattutto sulle persone anziane e disabili. Quando si pensa all’ambiente fisico si deve immaginare ad una serie di elementi: pareti, infissi, pavimentazioni, mobili e complementi d’arredo e ognuno di essi ha diversi attributi, funzioni e utilizzo. Allo scopo che lo spazio di vita sia compatibile allo svolgimento delle attività quotidiane, le dimensioni, la struttura, le forme, i materiali e le caratteristiche funzionali di tali elementi devono essere valutati con grande attenzione, per non dimenticare di fare lo stesso per il colore, il cui ruolo non è prettamente estetico. Secondo la cromoterapia, i colori presenti nell’ambiente che ci circonda hanno il potere di influenzare il nostro stato d’animo e il cervello intende i segnali deducenti dall’esposizione alle diverse tonalità cromatiche, stimolando nell’organismo differenti reazioni fisiologiche. A questo conseguono sensazioni e comportamenti che rispondono a determinati pattern. Questa disciplina supporta trattamenti farmacologici e non, al fine di migliorare la qualità di vita delle persone fragili, soprattutto per i soggetti autistici. Il percorso terapeutico che deriva dall’integrazione di questi interventi può avere diversi obiettivi come controllare i disturbi del comportamento problema, migliorare il tono dell’umore, incoraggiare buone interazioni sociali, sostenere la partecipazione alle attività, ostacolare l’apatia, riattivare il corretto ritmo sonno-veglia, stimolare la creatività, facilitare l’apprendimento, alleviare il dolore, conservare l’attenzione e la concentrazione, ridurre lo stress: crescendo l’uso dei colori diventa molto importante, poiché l’uso del colore rappresenta un aspetto  molto importante per la comprensione dei disegni dei bambini. Lasciando un bambino autistico libero di disegnare, si noterà che farà una scelta di uno o più colori, ciò comunica molto di se stesso e del suo rapporto con il mondo. I colori scelti spontaneamente potranno variare secondo l’età, la situazione familiare, scolastica, le preoccupazioni, lo stato d’animo, la visione del suo mondo, bisogna quindi porre attenzione di non cadere nell’errore di voler “leggere” il disegno di un bambino utilizzando come indice di valutazione solo il colore ma ci sono diversi fattori da considerare (l’ambiente in cui si sviluppa il disegno, l’età, il segno grafico, l’autonomia e la serenità con cui sceglie di accostare i colori o di usarne solo alcuni). L’analisi dei colori può fornire informazioni preziose se si nota che alcuni colori si ripetono molto spesso, potrebbe essere che rappresentino dei messaggi da parte dei bambini autistici non verbali, non sempre espressi a parole. Quindi la scelta ripetuta di uno stesso colore o di limitati colori assume un significato specifico per quel bambino ma in quel determinato momento o fase di vita. La scelta quindi delle tonalità attribuiscono un alto valore emotivo in quanto esiste un significato cromatico che suddivide i colori in toni caldi e freddi, di solito i colori caldi (rosso, giallo, arancione) esprimono attività, eccitazione, gioia di vivere, impulsività mentre quelli freddi (viola, blu, azzurro) manifestano passività, calma, inerzia; ispirano malinconia, tristezza e inducono alla riflessione. Il colore verde solitamente è considerato come un punto di equilibrio; il significato deriva dal risultato cromatico dell’integrazione giallo/giorno con il blu/notte.

Bisogna inoltre considerare che a determinate età vi sono scelte di colore più o meno frequenti, infatti tra i due o tre anni, i bambini hanno bisogno di lasciare una traccia di sé, di riconoscersi nel foglio, solitamente lo fa utilizzando colori molto scuri come il blu, il marrone e il nero; questa scelta non ha un significato né di depressione né patologico. Solo dopo i tre e fino ai sei anni, i bambini di solito sono più attratti dai colori vivaci e maggiormente dal colore rispetto alle forme, scelgono colori decisi dai toni violenti e poco sfumati. Dopo i sette anni circa, per il crescente sviluppo cognitivo razionale, i bambini scelgono toni meno accesi, proprio perché il colore comincia ad acquisire una modalità soggettiva. Il bambino manifesta le sue preferenze anche verbalmente e appare l’emotività più chiara espressa da un colore ma solo intorno ai dieci anni, si cominciano a cogliere le relazioni tra colori ed oggetti. Queste fasi, per chi osserva attentamente uno o più bambini, le avrà sicuramente notate e converrà che sono periodi di crescita per tutti senza distinzione di sesso, di gruppi di appartenenza o se in presenza di difficoltà. Ognuno con i propri tempi, prima o dopo, inconsapevolmente sperimentano i colori, cercando di capire e di farli diventare propri. A queste caratteristiche/tappe evolutive si aggiunge un altro “dettaglio” molto importante: il colore può avere dei benefici ottimali, calmanti e terapeutici su alcuni soggetti autistici in quanto a seconda della luce, del contrasto dei colori, del proprio stato di salute e di una serie di fattori psicologici, relazionali e ambientali, può sentirsi più o meno a proprio agio in presenza di alcune tonalità di colore e negli anni il colore è diventato elemento importante anche nella disabilità, sono stati condotti studi, progetti, esperimenti, per curiosità ed approfondimenti riporto qualche attività. Un esempio da riportare è quello inaugurato nel gennaio 2018, in occasione della Giornata Mondiale Del Malato, a Bari ha avuto luogo un progetto scientifico proprio nell’ ospedale pediatrico Giovanni XXIII, in quanto si stava studiando su come cercare di abbassare il livello di stress, come reparto pilota è stato scelto quello di risonanza magnetica, esame a cui vengono sottoposti i bambini autistici per scongiurare che ci siano lesioni. L’idea è stata proprio quella di colorare tutte le pareti ed anche la macchina che effettua la risonanza di blu, riproducendo il mondo marino con bolle blu, pesciolini, la barriera corallina, tutti i dettagli, appositamente disegnati verso il basso, ad altezza degli occhi dei piccoli pazienti.  Invece nella fascia intermedia sono stati disegnati barche dei pirati, i delfini e le spiagge, perché si è pensato anche agli adolescenti. Il colore prevalente è stato l’azzurro, come è ovvio trattandosi del mare, il motivo terapeutico è perché si pensa che possa essere un colore rassicurante e calmante non soltanto per i pazienti ma anche per genitori ed operatori. In ultimo è stato disegnato un cielo stellato, in modo che i ragazzi lo guardano mentre fanno la risonanza rigorosamente blu come il colore identificato per l’autismo.

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2 Commenti

  1. Ho sempre pensato che i colori abbiano dei benefici ma non conoscevo l’entità sulla psiche umana e questo articolo mi ha aiutato a capire qualcosa di importante. Userò i colori temi per tinteggiare la cameretta della mia bimba autistica. Grazie dottoressa

  2. Un altro articolo che ti contraddistingue, degno di una donna che ci insegna ogni fine settimana, qualcosa in più da imparare.
    Complimenti Mariarosaria e grazie.

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