A fronte di decisioni assunte dai massimi vertici dell’Asl di Caserta e che non sembrano essere sostenuti da alcuna spiegazione razionale, non possiamo fare a meno di chiederci se i master chef della sanità de noautri, abbiano o meno una coscienza e se, prima di decidere di mettere sulla strada 60 lavoratori con le rispettive famiglie, abbiano o meno, attivato quella parte della coscienza e del senso di responsabilità, che avrebbero dovuto indurli a cercare e ad individuare, una maniera meno traumatica di far fronte ai problemi, anche ai più scabrosi ed urgenti. Dopo le note vicende che hanno interessato la società Filipendo Consorzio di Cooperative sociali, raggiunta da una interdittiva antimafia e la conseguente decisione da parte della direzione dell’Asl, di non affidare ad altro operatore economico, la gestione della Rsa e del Centro Diurno per Disabili di Caserta, ma di procedere con l’amministrazione diretta dei servizi necessari, gran parte del personale, circa 60 lavoratori, impegnati nella struttura di Via Collecini, rischia di perdere il posto di lavoro. “La RSA ospita 25 pazienti residenziali e 10 pazienti diurni- si legge in una nota a firma dei lavoratori stessi – Tutti i pazienti sono assistiti da operatori O.S.S, infermieri, fisioterapisti, educatori, animatori, coordinatrici, assistenti sociali, psicologa, addetti alle pulizie e manutentori. Tutte le figure sopra menzionate assistono gli ospiti in tutti gli atti di vita quotidiana, da anni sono coloro che oltre ad offrire assistenza hanno accolto emotivamente questi ragazzi con tutte le loro fragilità. Ora ci chiediamo, che colpa possiamo avere noi dipendenti, di un sistema che certamente non appartiene ai lavoratori che per anni si sono dedicati agli ospiti nonostante le innumerevoli difficoltà? Abbiamo dato continuità assistenziale pur non percependo stipendi per mesi, facendo prevalere sopra ogni cosa il benessere dei pazienti. Benessere che ad oggi non viene considerato, trascurando l’approccio emotivo che nel tempo si è creato con tutti gli ospiti e che oggi possono trovarsi disorientati davanti ad un sistema completamente estraneo e nuovo. Tutto quello che sta accadendo porterà un duplice danno, si riverserà su circa 60 famiglie perlopiù monoreddito che dopo anni si troveranno messe fuori per colpe non commesse o per errori di valutazione di chi avrebbe dovuto tutelare una propria realtà, come la RSA aziendale. Il DANNO ancora più grave e di fondamentale importanza sarà arrecato a persone che non possono avere voce ed esprimere il loro disagio, si toglierà loro la continuità assistenziale che risulta essere necessaria e indispensabile per taluni pazienti”.
In queste ore arriva la notizia dalle Segreterie Territoriali CISL–FP FAILS CASERTA con cui dichiarano “facendo seguito alla proclamazione Stato di Agitazione degli Operatori della RSA dell’Asl di Caserta (in affido al Consorzio Cooperative Sociali FILIPENDO) con apertura della procedura di raffreddamento e conciliazione prevista dalla legge 146/90, trasmessa il 07 Febbraio u.s. ed a cui cui non abbiamo ad oggi ricevuto riscontro, comunicano alle SS.LL. in indirizzo che il lavoratori della RSA di via Collecini di Caserta, il giorno 16 febbraio p.v. terranno un presidio – sit in presso la Prefettura di Caserta in Piazza della Prefettura dalle ore 09.00″.
Dottoressa buon giorno.
Lei, mi conosce benissimo, non posso esprimere che la mia solidarietà a tutti questi colleghi. Alcuni dei quali conosco di persona. La cosa più orrenda è che a Caserta prima a Novembre 50/60 operatori sanitari dell AORN vengono lasciati a casa poi da gennaio a maggio anche l’ASL lascierà e ha lasciato altri 30 operatori a casa. Qui c’è qualcosa di molto strano perché in tutto questo la stessa Asl sta facendo una gara d’appalto per dare in affidamento i servizi socio sanitari delle sue strutture ad altre cooperative.
Con queste cooperative bisogna indagare seriamente,perché dietro ci sono interessi enormi. E magari si scopre anche chi veramente ci sta dietro.
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