– di Francesca Nardi –
Congresso del Pd… dalle nostre parti è tutto da rifare e, possibilmente, con una certa velocità…ed una discreta percentuale di “scuorno”. Si ha dunque il sospetto, che rimanga “giusto” il tempo, di fare due moine, tanto per gradire, al neo commissario che sarà nominato da Roma, nelle prossime ore e ripartire, con un cenno d’addio e languida comprensione all’indirizzo del povero Boccia, che non ha retto il peso di tutto ciò che gli è arrivato addosso e che forse, nel tempo, agli stessi salotti romani del Pd, non era risultato conveniente, conoscere ed approfondire. E adesso, detto tra noi?, dopo lo splash niente male, delle raffinate strategie d’accatto, che si recuperano e mettono in campo, quando l’acqua scende e la linea di galleggiamento è seriamente in pericolo, i tempi a disposizione per fare, adeguatamente, la vittima, in verità sono assai ristretti, n’est pas? La cosa più saggia da fare, in questi casi, per noi, “virtuosi” paladini dell’informazione, sarebbe quella di far finta di indagare sul perché e sul percome delle tessere gonfiate o dar fondo alla fantasia più sfrenata, per organizzare una tesi interessante ed intellettualmente all’altezza e che risultasse, almeno quella tra i rottami della verità, credibile. Ma fatto è che, sullo “scontato cronico” riesce difficile persino scivolare…Intanto, la commissione provinciale, al momento ha tirato una riga su ogni possibilità residua di confronto e spiegazione, non ha approvato la platea elettorale ed ha rimandato il tutto, ai nastri di partenza romani, posticipando al dopo e nella discrezione del vincitore, le beghe territoriali, definite con un certo sussiego… congressi locali. Sarà invece, oltremodo patetico, con cadute inevitabili nel grottesco, assistere nel prossimo futuro, allo spreco di dialettica che, soprattutto la corte aurunca, che ruota attorno al presidente del consiglio regionale… costituita da un gruppetto di irriducibili social visitors, che ricoprendo vari ruoli, dall’infermiera all’umanista, ritengono di supplire con l’insulto e l’allusione becera, all’assenza di argomenti e tra poco di consensi. Ce la va sans dire che, arrivati trionfalmente in Terra di Lavoro, ciascuno dei quattro candidati alla segreteria del Pd, alla prima zaffata di bruciato, come succede in tutte le competizioni elettorali, ha fiutato la pista da percorrere in danno degli avversari…ma essendo la pista una ed una sola, la loro scandalizzata sbattuta in petto, lascia per noi, il tempo che trova. Sarebbe invece opportuno riflettere sui perniciosi ritardi del Pd, che non ha saputo o voluto dare una regolata ai bulloni di una periferia che si dichiarava di partito, devastata dalle contraddizioni, dai trasversalismi e dalle arroganti prese di posizione di Gennaro Oliviero. Sarebbe forse il caso di chiedere conto al Pd della titubanza con cui, per mesi, dopo le elezioni amministrative a Sessa Aurunca, ha fatto un passo avanti petto in fuori e quattro passi indietro, rimandando tutto a tempi migliori. Le idee camminano sulle gambe degli uomini ma il Pd, nel caso di specie ha preferito tenersi l’uomo che camminava e fregarsene delle idee, che avrebbero dovuto condividere, ma in quel caso, era più comodo che andassero al macero. Il Pd che scopre l’autocritica e la consegna in dote a quattro aspiranti, non fa testo e non fa numero nella smorfia…è il Pd del giorno dopo, quello che imbocca l’unica via d’uscita a disposizione…e dimentica la necessità di essere portato o costretto a scegliere…è un Pd che asfalta a suo uso e consumo, in precedenza, la via che dovrà percorrere. Il Pd che non ha avuto la forza né gli attributi di rimettere al suo posto Oliviero, è una forza politica che non si interroga. Il commissario Boccia che getta la spugna, condanna non un territorio ma il suo partito. I quattro candidati che pescano voti in Campania e in Terra di Lavoro, avrebbero dovuto approfondire ed interrogarsi sull’operato che i loro illustri colleghi hanno compiuto in nome e per conto del partito…a cominciare dalle devastanti ingerenze nella sanità locale, di Gennaro Oliviero la cui opera magna rimarrà a futura memoria…, la distruzione del PO San Rocco, riempito fino allo stremo dai suoi scherani in camice o divisa, governato dal suo ex autista a mezzadria con un sindacalista della Cisl, alla faccia del resto del mondo…e quindi ridotto ai minimi termini e bocciato ufficialmente come “non a norma” da chi lo aveva utilizzato come un ripostiglio di consensi…e dulcis in fundo, gettato al macero per far posto ad una nuova lucrosa idea del duca di Aurunc City…il nuovo Ospedale di Sessa. I quattro candidati non conoscono nulla della storia di un luogo che contribuirà alla vittoria di uno di loro, non sanno nulla oggi e non vorranno saper nulla domani….Ma del disastro in campo e della shakerata tossica politica-sanità ne parleremo noi. Tranquilli! Hasta la vista!
Gennarino Oliviero, da bravo sessano, è uno specialista della “cunnulella” sessana che si fa nelle processioni di Pasqua, passi avanti e passi indietro.
E a ritmo di processione, lui e i 4 morti di fame che gli vanno appresso, stanno portando la città nel baratro.
Evviva il duca di sessa, evviva il medioevo
Sciù, per la faccia tua
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