SOTTO OSSERVAZIONE IL TESSERAMENTO PD CASERTANO E SESSANO, DOVE HANNO TESSERATO PURE I LEGHISTI
– di Salvatore Zinno –
Eccoci qui, a raccontare ciò che il “metodo Oliviero” ha prodotto per la crescita politica del territorio casertano.
Gennaro Oliviero, Presidente del Consiglio Regionale della Campania, in condizioni di “potabilità politica”, dovrebbe essere una figura di spicco della politica partitica regionale; figura, si, ma figura barbina, e vi spieghiamo il perché.
Che il personaggio Gennaro Oliviero sia stato considerato da sempre un corpo estraneo nel PD casertano, è cosa nota, sin dagli ultimi mesi del 2014, quando fattosi quattro conti si fece persuaso di non avere alcuna chance di rielezione alle regionali del ’15, se si fosse riproposto agli elettori sotto le insegne del suo storico partito socialista.
Quindi, con la prepotenza e l’arroganza che lo ha sempre contraddistinto, si piazzò di “chiatto” nelle stanze piddine casertane, generando da subito scompiglio e malcontenti. Da li iniziò la lotta con alcuni acerrimi nemici – ad esempio Stefano Graziano – a suon di sgambetti leciti e anche meno leciti, privilegiando lo strumento della diffamazione a gettone, tramite alcune testate giornalistiche locali che, guarda caso, avevano sempre qualcosa da raccontare contro gli avversari politici di Gennarino il duca di Sessa.
Dal ’14 ad oggi, ne è stata fatta di strada, Oliviero è stato rieletto in consiglio regionale sia nel ’15 che nel ’20 crescendo numericamente di voti volta per volta; ma c’è stato anche il clamoroso insuccesso delle politiche del ’18, allorquando il duca si vedeva già seduto in uno scranno di Montecitorio, salvo poi l’essere travolto dell’onda gialla dei 5 Stelle e classificarsi terzo nel collegio. In fine, c’è da mettere nel carniere anche lo smacco della mancata candidatura alle politiche del ’22, dove il nostro si è trovato contro tutti, ma proprio tutti i notabili del PD campano e anche nazionale, compresa l’eurodeputata Picierno, che ai tempi favorì l’ingresso di gennarino tra le fila del PD.
Siamo certi che tra gli insuccessi collezionati, quello del ’22 è il più bruciante per Oliviero, per due motivi, perché ha mancato la sua ultima reale occasione di fare il salto fuori dal consiglio regionale; oggi ha 64 anni e alle prossime elezioni, a 69 anni chi gli darà un posto in lista? E poi perché l’occasione è stata invece propizia al suo più odiato nemico, Stefano Graziano, eletto deputato a pieni voti. Ma non è finita, perché le ultime elezioni politiche, hanno eletto anche un senatore del Partito Democratico in terra di Oliviero, Susanna Camusso, colei che sta tuonando più di tutti e più che mai contro il tesseramento farlocco a targa Oliviero.
Alla Camusso, ha rivolto uno sgangherato pensiero di risposta proprio Oliviero, il quale tra le altre cose le ha mandato a dire: “…Camusso chi, quella che in campagna elettorale non mi ha chiesto neanche il voto…?”. E a chi avrebbe dovuto chiedere il voto la Senatrice Camusso, a colui che in campagna elettorale non si degnò neanche di presentarsi a ricevere il segretario nazionale del proprio partito, Enrico Letta, in visita in quello che egli stesso ritiene il proprio feudo, Caserta? Oliviero, nei giorni della campagna elettorale per le politiche del ’22, aveva addosso lo stigma del traditore, e nessuno del partito gli si avvicinò, ben consci del doppio, triplo e quadruplo gioco che egli stesse conducendo. I sui “affiliati” giravano tra i loro sudditi, con i fac-simile dei 5Stelle, di Calenda per la casertana Modestino e finanche per il leghista Zinzi.
In questo scenario è ovvio che la Camusso si sia tenuta alla larga, cercando aiuto in terreni a lei più familiari, ovvero le camere del lavoro della CGIL. E proprio da ambienti del sindacato, in via informale, ci confermano tutto lo sdegno verso il metodo Oliviero che sta inquinando pesantemente lo svolgimento dei congressi locali; altro che “potabilità politica”, qui è tutto un avvelenamento di pozzi. “Oliviero stia lontano dai congressi e dal sindacato, da noi troverà solo porte chiuse”; così ci hanno raccontato a microfono spento.
Tornando ai numeri del congresso, sia a Napoli che a Caserta, si sono notati numeri di tessere proporzionalmente spropositati rispetti ai voti raccolti, ragione per cui, la commissione di garanzia regionale, guidata dall’ex magistrato Franco Roberti, sta spulciando gli elenchi degli iscritti uno per uno.
Possiamo tranquillamente anticiparvi che salteranno fuori tante porcherie da queste verifiche della commissione di Roberti, e possiamo anche garantirvi che anche nella sonnecchiante Sessa Aurunca, se ne vedranno delle belle, dove si racconta di numeri assurdi; sotto i mille iscritti a fronte di circa 1300 voti raccolti alle ultime elezioni.
Proprio questi numeri di Sessa Aurunca, hanno fatto gridare allo scandalo tutti i big impegnati per le primarie del PD, oltre alla Senatrice Camusso ed ai maggiori esponenti casertani del partito – Picierno, Graziano, Marino – anche la Schlein, Gianni Cuperlo, e lo stesso Bonaccini; il quale non ci sta proprio a farsi tirare nel fango da un Oliviero qualunque.
Caso emblematico del pasticcio tesseramento a Sessa, è rappresentato dal pacchetto di tessere calato sul tavolo dal signor Giovanni Beneduce; al quale si attribuiscono decine di tessere.
Infatti, scorrendo l’elenco dei “tesserati sessani”, al fianco di diversi di loro si può leggere il numero di telefono e l’indirizzo mail proprio del signor Beneduce.
Ma chi è questo campione di tessere sessano?
Ne abbiamo già accennato qualche giorno fa, in un articolo intitolato “Sessa Aurunca, servitori a servizio di sua maestà” (LEGGI), raccontandovi di un agente di Polizia distaccato presso la presidenza del consiglio regionale che fa da autista al sindaco di Sessa. Ecco, è proprio lui, Giovanni Beneduce, agente di Polizia Penitenziaria effettivo in un carcere del nord Italia, ma che per ragioni di esigenza politica (Oliviero non può farne a meno nel suo ufficio napoletano) è in distacco a Napoli, ma piuttosto che svolgere le indispensabili mansioni utili al presidente del consiglio regionale, è impegnato a fare da autista – e da ombra – al sindaco di Sessa Lorenzo Di Iorio; oltre che a raccogliere pacchetti di tessere per il PD.
La storia politica del Beneduce è però un po’ travagliata, egli infatti si è sempre professato uomo di destra, fino a divenire qualche anno fa, il coordinatore cittadino del partito “Noi con Salvini”, avvicinandosi poi a Giampiero Zinzi (dal quale, si spettegola, abbia ricevuto qualche aiutino per scappare dalle terre di Alberto da Giussano per i più temperati climi campani).
Ma per fortuna solo gli stupidi non cambiano mai idea, ed il nostro Beneduce, non ci pensa proprio a voler passare per stupido…”signore delle tessere” si, ma stupido no.
D’altronde, che al nostro poliziotto/autista, piacciano ambienti un po’ meno democratici, lo intuiamo anche dal nome che si è scelto come indirizzo di posta elettronica:giovanni_benedux@…., bene DUX? Davvero una scelta di cattivissimo gusto, ma s’è capita la cifra del personaggio e tant’è.
Chissà cosa penseranno invece i suoi superiori della Polizia Penitenziaria, del distacco politico in regione e del fatto che in regione non ci sia mai perché impegnato a fare da “badante” a Di Iorio…tutto documentato da decine di post sui social, mica chiacchiere.
Ecco, per motivi come questi, per personaggi come questo Beneduce, o anche come lo stesso sindaco Di Iorio o il vice Calenzo, iscritti anch’essi al PD pur non avendoci nulla a che fare, che con ogni certezza verranno annullati i congressi locali casertani e commissariato (di nuovo) il partito provinciale.
Gennaro Oliviero, con la complicità di tanti amministratori locali suoi sodali, avrà tutto il merito di aver fatto balzare la politica a casertana indietro di quarant’anni, ai tempi delle guerre delle tessere dei vari Di Muro, Santonastaso, Cappello senior ecc ecc.
Davvero un gran bel risultato per il duca di Sessa…ma evidentemente a lui piace vivere così, in un perenne medioevo!
Che schifo…disse bene un professore di sessa, quando disse che Gennaro è il cancro del sessano
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