– di Francesca Nardi – Povera Destra…emula della peggiore sinistra, quella che esonda improvvida e burina, rivelando fatali inadeguatezze e perniciose sicurezze. La muta di ingegni frustrati, rissosa e famelica che, quotidianamente, dalle previsioni del tempo ai tg della notte, spulcia e rovista nel pelo folto e riccio della destra, alla ricerca di una larva di pidocchio, alla fine della giostra, riuscirà ad arrotolarsi sul dito mignolo, del piede sinistro, almeno uno scalp di questa destra “sborona” e superficiale. Povera Destra, consumata e consunta dalle lotte buie ed estenuanti, a difesa di un principio incomprensibile, come la purezza di pensiero che lo aveva generato…Cosa sia rimasto dell’Idea scolpita nel cuore a colpi di frusta, è ormai patrimonio della luce, che filtra ogni tanto, dalla porta socchiusa sull’alba. Il valore di Giorgia Meloni, già dimezzato nell’immaginario collettivo, in virtù delle apparizioni da rigurgito spontaneo, dei suoi alleati, che con bieca infingardaggine l’uno e grottesca autocelebrazione l’altro, ad intervalli più o meno regolari, come i camion della spazzatura, compaiono e tolgono di colpo, dieci punti di gradimento al presidente del consiglio in carica, a prescindere dall’olezzo virtuale che resta nell’aria, in termini di nausea politico-intellettuale. I punti cardinali del pensiero di Giorgia Meloni, irriducibili o presunti tali, rischiano di essere impercettibilmente e clandestinamente orientati, verso la fusione a freddo con la ragion di Stato, vasta ed ambigua dimensione, di cui forse lei, non aveva valutato né i confini né i tranelli ed i trabocchetti. L’arresto di Matteo Messina Denaro, le comparsate televisive di pentiti come Gaspare Mutolo ed inviati speciali con sfera di vetro, come Salvatore Baiardo, che a nostro modesto avviso, sono stati l’equivalente di una inconcepibile ed inaccettabile sequela di “paccherinfaccia” all’intelligenza “media” collettiva ed all’intuito, appena appena elementare, del cittadino, avrebbero dovuto e potuto, fornire al Presidente del Consiglio, l’occasione giusta per dimostrare al Paese, che si può rispettare la Ragion di Stato e si può e forse, si deve, far finta di non capire cosa significhi “trattativa Stato-Mafia”, conservando la propria dignità e di riflesso quella di Presidente del Consiglio, dotato di intuito e onestà intellettuale. Come? Facendosi, magari, venire un piccolo attacco di australiana, con relativo rialzo della temperatura, che l’avrebbe privata della voce e delle forze per un paio di giorni, evitando la sua partenza per Palermo, con doverosa visita alla lapide di Falcone e Borsellino, ai quali avremmo dovuto chiedere scusa tutti, per il paraustiello in atto, come del resto riteniamo in molti abbiano silenziosamente fatto. Invece è andata diversamente ed ancora oggi e chissà per quanto tempo ancora, “sua altezza serenissima la stampa”, divisa equamente in due ali possenti di pensiero (per modo di dire) o meglio in due pacchetti preconfezionati che lasceranno il tempo che trovano e che, è lo stesso tempo da trent’anni, continuerà a disperdersi per vicoli e vicarielli in prima serata televisiva, facendo le gare sui particolari inediti…Da una parte i sostenitori della “trattativa”, dall’altra quelli che seguono la linea delle indagini arrivate a buon fine dopo trent’anni e nel giusto mezzo, quelli che analizzano i pro e contro e procedono sulla linea del…”se non ci fosse stata omertà…se non ci fossero state complicità…se non ci fosse stata la borghesia mafiosa e via col tango”…la terra di mezzo degli analisti e degli intellettuali, tali da sempre e altrettanto ininfluenti anche se assai coreografici …E Giorgia Meloni tace, e forse è l’unica maniera per non sbagliare ancora…tace su Nordio ed i suoi detrattori e tacerà sull’incauto Donzelli…Un buon affare con la Libia, allinearsi con le truppe di Biden e all’occasione prendere un caffè con Macron, non saranno sufficienti a rassicurare quell’italiano che ha, sopra ogni altra cosa, apprezzato la fermezza, la durezza e la forza con cui una donna si toglieva le critiche di dosso con sacrosanto disgusto, come fossero state stracci sporchi e più orgogliosa che mai, affermava e ribadiva il suo pensiero, quel pensiero che molti di noi, hanno dato per scontato sarebbe riuscito a sconfiggere il fuoco amico e ad offrire al Paese la possibilità di esserci, onorevolmente, nonostante tutto. Non è, e forse non sarà così e dovremo forse, continuare a sorbirci i siparietti di Silvio Berlusconi, liberarci a fatica delle ombre che ritornano ed incombono sul cerone, dopo l’arresto di Messina Denaro…Dovremo assistere al Salvini nuova maniera, che fa il diplomatico con la Gruber e collabora all’erosione di Fdi? E la Meloni che troppo impegnata con il Governo, tende ad accantonare in parte, il suo ruolo squisitamente politico? Guai se una simile prospettiva dovesse aumentare di volume…sarebbe un dramma vero e proprio. Non v’è traccia visibile della Meloni, al momento, in questo presidente del Consiglio, troppo allineato a prescindere, sulle posizioni a favore di Zelensky e troppo poco critico nei confronti di un conflitto drammaticamente contorto e dai risvolti ambigui ed assai pericolosi…Sembrerebbe, come nel caso di altri Paesi europei, che nell’appoggio a Zelensky sia prioritaria la sconfitta di Putin, rispetto alla devastazione che sta abbattendosi su un popolo intero. Un circolo vizioso di interessi diversi, frammisti ad intenzioni appena intuite e a giochi di potere simulati a malapena, che finirà per ingoiare ed affondare qualsiasi barlume di speranza, fosse rimasto vivo ed ostinatamente deciso a sopravvivere…La Giorgia Meloni di ieri è rimasta sola e quella della Ragion di Stato, forse, non riuscirà a difenderla e a riportarla al passo prima che si addormenti del tutto…a meno che…non si accorga di quanto friabile sia quell’insieme di nulla e di boria e di politica d’accatto, informe e senza tempo, che fa di tutto per apparire un ostacolo… Hasta la vista!
Convengo, effettivamente non si capisce più dove sono finite le idee della Meloni. Per quanto concerne la guerra in Ucraina, penso solo solo ai popoli martoriati. In guerra non ci sono mai nè vincitori nè vinti, ma solo morte, popoli che soffrono e demonii che si arricchiscono sulla sofefrenza.
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