CASERTA – ‘Siamo solo sognatori abusivi – Scampia ammaina la Vela’, è il titolo del libro di Monica Buonanno, dirigente Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro) ed ex assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli, che sarà presentato questo venerdì, 13 gennaio, alle ore 17,30 nella sede del Cidis in corso Trieste a Caserta. Si tratta di una iniziativa, nata in collaborazione con Le Piazze del Sapere, Auser Casagiove, Caserta Turismo e Centro per l’impiego di Teano, con il quale il Cidis ha stipulato un protocollo di intesa, che vedrà l’autrice confrontarsi con Raffaele Picardi di ‘Italia per Il Mondo’, Letizia Tari, direttore del Cpi di Teano, Maria Teresa Terrieri, presidente del Cidis, e Irma Halili, coordinatrice settore cultura del Cidis di Caserta. Coordinerà i lavori Pasquale Iorio. L’evento di venerdì inaugurerà un ciclo di incontri che si svolgeranno ogni quindici giorni nella sede del Cidis di Corso Trieste per affrontare molte tematiche legate al mondo del lavoro, all’immigrazione, alle politiche sociali e più in generale ai temi di attualità. Il racconto di Monica Buonanno parte da una cruda verità, ma anche da un’azione di cooperazione tra popolo e istituzioni coinvolta in un’impresa epica di abbattimento, non solo della Vela Verde, ma di uno stereotipo. Scampia è il simbolo del disinteresse politico e amministrativo nei decenni e dell’esperienza del Comitato Vele di Scampia, che raccoglie la volontà di Vittorio Passeggio e la rafforza in movimento di lotta per il lavoro e la casa a Napoli. Nel libro si affronta infatti la lotta alle Vele di Scampia, abitazioni costruite tra il 1962 e il 1975 secondo un’architettura non pensata per una periferia – all’epoca quella era un’area a vocazione agricola – e soprattutto case innestate su un perimetro senza alcun servizio. Progettate per ricostruire la cosiddetta ‘economia del vicolo’. Subito dopo il terremoto del 1980 decine di famiglie hanno iniziato ad occuparle abusivamente, organizzando una sorta di diaspora dal centro storico di Napoli. Creando così una base per le povertà future, di identità costruite sulla miseria e l’indigenza. Monica Buonanno racconta per ricordare, perché la memoria è di per sé già lotta. La prefazione del libro è di Sabina de Luca.
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