– di Francesca Nardi – Oggi ho deciso di scrivere in prima persona, dovendo portare ad esempio positivo del genio sanitario ospedaliero, me stessa e la mia famiglia. Facciamo due passi indietro…La prima volta che ho appreso da Radio Ospedale News, che un dirigente medico era andato altrove, per sottoporsi ad un intervento chirurgico, non ho dato il minimo credito alla notizia. Un’Aorn che si rispetti è e deve essere un punto di riferimento, sia dal punto di vista medico ed ancor più, dal punto di vista chirurgico ed il fatto, per me sconcertante, che un dirigente medico dell’Aorn, al momento del bisogno, si recasse altrove, appariva come una solenne bocciatura, non soltanto della UOC di riferimento per quella branca, nel suo complesso e dei chirurghi interessati ma, gettava drammaticamente, una sottile patina di discredito in progress, sul resto dell’Azienda. Non lo consideravo ammissibile!, ma sto parlando, ovviamente dei tempi in cui nell’Ospedale di Caserta, in termini di qualità, vi era soltanto l’imbarazzo della scelta. Ciò non significa che non vi fossero i baroni, i baronetti e qualche apprendista stregone e sullo sfondo non si agitassero, impastati della stessa materia ibrida, sfaticati inconcludenti, con il bisturi nel taschino, per sostituire all’occorrenza il coltello per il salame, piccante che l’infermiere di fiducia, gli portava dalla campagna calabra.…ma la professionalità di eccellenze come Correale e Tritto e Maria e molti altri, riuscivano ad emergere, anzi a svettare sull’ordinario, salvando persino la “mediocrità”, conferendole uno status suscettibile di miglioramento. Erano i tempi in cui convinsi mio padre a lasciare il suo cardiologo, nella civilissima Firenze, per farsi visitare dal migliore di tutti, il professore Correale…Io stessa, (contrariamente alle aspettative dei vostri predecessori che accendevano ceri per la mia dipartita), fui presa per i capelli e salvata dal tempismo e dalla professionalità ineccepibile, di creature speciali, come le mie grandi amiche Franca Cincotti e Caterina Trovello e dal cardiologo della Terapia Intensiva, professore Romano. I miei due figli, tra il basket, lo sci e la moto ed il volo dal seggiolone, sono rotolati da quelle parti più volte ed il ricordo della straordinaria accoglienza degli specialisti di turno al Ps, è esattamente ciò che oggi, provoca in me quella rabbia dura e feroce che, quasi quotidianamente sono costretta a riversare sulle pagine online di AppiaPolis. Direzioni da operetta che oggi culminano in un esecrabile schema, in cui ad ogni futuro favorito o più favoriti, corrisponde un politico, un lacchè, un cumpariello, un funzionario e tutta una serie di burattini variopinti che hanno acquisito il diritto di parola, in virtù delle caratteristiche del personaggio di riferimento che, a tutto si è prestato consenziente, tranne che a sfogliare almeno “l’abbeccedario”. E non divaghiamo e torniamo ad essere seri…Quando si sceglie di andare da uno specialista X, il 99 per cento delle volte significa che lo stesso, è stato preceduto dalla pubblicazione di una adeguata casistica, al di là della comunicazione orale, che rimbalza da uno all’altro. Ma, ciò nonostante, abbiamo dovuto convincerci del terribile fatto che, i furbi vanno ad interpellare i geni clinici altrove e, soprattutto vanno a farsi operare in un’altra Azienda…Orrore!…E la sacra triade tace?, evidentemente, all’occorrenza anche i suoi componenti si recano altrove…ma bravi! Ed il nostro Ospedale?, quando vi decidete a promuoverlo?, fate tante storie ed altrettante sceneggiate, quando mettiamo in evidenza le cofecchie che, sovente hanno contraddistinto e contraddistinguono la vostra gestione…Promozione significa assumersi chiare ed inequivocabili responsabilità ed avere un obiettivo comune, quello della crescita qualitativa dell’Azienda, che non si sa ancora per quale “sciorta”, siete stati chiamati a dirigere. La gente, insieme potenziale di pazienti, ha necessità, addirittura un bisogno estremo di essere rassicurata…ha bisogno di essere incoraggiata…la gente ha paura, giustamente paura di ciò che potrebbe succedere, di una incognita, di una fatalità e dinanzi al vuoto assoluto dal punto di vista informativo, poiché voi siete specialisti nell’ignorare l’indispensabile e nel ritenere che, curare l’immagine di una Azienda equivalga a tenere l’album delle figurine dell’Aorn e giocare a scambiarsele con Blasotti, che vi darà quelle dell’Asl… Un paziente che ha bisogno di un intervento va direttamente altrove o rischia, facendo passi nel nulla pneumatico, perché di ciò che producono i vostri chirurghi non si sa un beneamato nulla ed in questo nulla se qualcosa filtra, state pur certi che si tratta di un disastro…ma voi…ma giustamente… “avoichevvefrega”? La Sanità è una cosa seria e la salute della gente lo è ancora di più…Siate seri e datevi una mossa e pubblicate, come del resto, è vostro dovere fare e dovreste averlo già fatto, un riferimento certo sulla produttività dei vari reparti. Vogliamo ed abbiamo il diritto, come lo hanno tutti gli utenti che si affacciano al nostro Ospedale e sovente, affogando nella massima insicurezza, se ne vanno, di conoscere la casistica operatoria del Ps chirurgico, del Day Surgery, della UOC Otorinolaringoiatria, della Chirurgia laparoscopica Trauma Center, della Chirurgia Generale, della Odontostomatologia…Se devo operarmi un’unghia incarnita, desidero poter scegliere tra i chirurghi dell’Ospedale, specialisti in “unghieincarnite&co” e desidero recarmi da quello che presenta la casistica più alta ed interessante, chiaro? Non voglio correre in un altro Presidio, per farmi curare una ferita che ha fatto infezione, perché non mi fido di ciò che è diventato il mio Ospedale, perché da parte della direzione generale, non c’è stato alcun tentativo di dare un ordine ed un sistema, che possa offrire all’esterno, il quadro esatto di un servizio efficiente, perché il Dg che urla in mezzo alle scale, non è stato mai punto da vaghezza, o da coraggio, che gli suggerisse di pretendere dai suoi boys, una casistica e pubblicarla… Nessuna casistica a disposizione, nessuna informazione e tutti brancolando nel buio, tirano la croce addosso ad un Ospedale, che sembra un agglomerato di stanze sporche, in cui l’unica cosa in cui si indugia, è una sorta di anarchia de noautri, benedetta dal silenzio del Dg Gubitosa. Non voglio andare in un Ps, in cui le gentili signorine in divisa, credono di essere le duchessine ereditarie del contado di Roccacannuccia e i signori infermieri, fanno allenamento per il momento in cui, andranno a fare i supplenti degli scaricatori di porto. Pubblicate casistiche operatorie con relativi nomi!, perché forse vi è sfuggito che è un nostro diritto conoscerle, secondo la legge sulla Trasparenza. Hasta la suerte!
Lei ha colpito veramente nel segno, in questa Azienda ci sono(come dappertutto) professionisti seri, capaci e produttivi ma anche gente che non produce o produce danni.
Ma per evitare di mettere i panni sporchi al sole, si evita anche di mettere i panni puliti al sole.
E la storia si ripete. Per colpa degli incapaci (pochi) ci vanno di mezzo i competenti (molti).
Ma lei comunque ha fatto bene, benissimo, a sollevare il problema.
Se quel CARROZZA a cui si riferisce è il megadirettore galattico della monnezza tutta riunita, ha messo una erre di più. Se invece è stato freudiano e pensava ad un carrozzone ospedaliero allora va bene. Certo è ridicolo quando si entra nella uopsos non c’è scritto sulla prima porta “DIRETTORE M.M.Mensorio, ma solo un citofono. Poi andando avanti appena si gira ci si trova di fronte una porta con un foglio in cui c’è scritto ben chiaro DIRETTORE esecutivo di contratto. Ma io che non so né leggere né scrivere penso che sia QUI il direttore. E poi tre medici igienisti in un’unica stanza ed il megadirettore di contratto una stanza tutta sua. Il potere della monnezza. E ci sta pure perché essendo anche il dec delle pulizia fa di tutto affinché l’ospedale ci sguazzi nella munnezza! In questi giorni di festa tutti in ferie, ospedale senza controllo e munnezza a gogò. Lei ha ragione a scrivere tutti i giorni, 365 giorni l’anno ma purtroppo le sue denunce molto spesso cadono nel vuoto. “Falla scrivere” tanto! Troppa connivenza politica, troppa rassegnazione nel popolo. Io mi domando solo se il sindaco di Caserta esiste perché in ospedale non lo abbiamo mai visto. Eppure dovrebbe essere la massima autorità sanitaria sul territorio. Potrebbe intervistarlo dottoressa, sarebbe interessante conoscere il suo pensiero.
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