ROMA – Il modello infermieristico italiano, simbolo più che mai di eccellenza e competenza, si esprime anche attraverso lo straordinario strumento della formazione, e viene quotidianamente esportato all’estero, a supporto di quei Paesi dove il sistema sanitario necessita di nuove ed aggiornate conoscenze, e dove il personale locale può usufruire dello straordinario bagaglio di competenze messo a disposizione dai nostri valenti professionisti.
Non possiamo che accogliere positivamente la notizia del completamento del progetto triennale “Supporting to the nursing improvement in three governorates in Egypt”, ovvero un percorso delicato e ambizioso, che ha visto più di 4.000 infermieri e infermiere egiziani ricevere una formazione professionale di alto livello grazie a un progetto di cooperazione fra il governo italiano e quello egiziano, implementato dall’Università di Sassari in partnership con altri enti e ong, tra cui l’Associazione Italiana per la Solidarietà tra i Popoli (Aispo).
Il progetto è stato condotto in cinque dei 27 governatorati egiziani: inizialmente a Port Said, Ismailia e Sinai del Sud ma poi, su richiesta del ministero della Salute egiziano, anche in quelli di Luxor e Assuan. Partner del progetto, oltre ad Aispo, sono stati anche il Gruppo San Donato – con l’Ospedale San Raffaele e l’Università Vita e Salute entrambi di Milano.
«Ci gratifica, esordisce Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, che quando si parla di infermieri italiani, quando si menziona la loro competenza e la loro preparazione specifica, il loro percorso di specializzazione nei più svariati rami della sanità, i nostri professionisti rappresentano, per altri Paesi non soltanto europei, profili ambitissimi sui quali puntare a occhi chiusi.
Oltre tutto, come in questo caso, diventiamo un vero e proprio modello da esportare, ritenuto indispensabile, ancor più per la crescita di sistemi sanitari meno avanzati del nostro.
Ci rende fieri il fatto che il “sistema infermieristico italiano”, con alla base il nostro solido percorso di studi, nonché l’approccio straordinario che sappiamo adottare, anche sotto il profilo umano e comunicativo, nei confronti degli assistiti e dei soggetti fragili, rendono i nostri professionisti un esempio da seguire da parte di altri paesi, per offrire un’assistenza sempre più all’avanguardia.
Questo progetto, con alla base una cooperazione internazionale a livello sanitario, dimostra che non è certo un sogno, quello di vedere gli infermieri italiani al centro di una sanità mondiale, al fianco di altri valenti colleghi, per vincere, uniti, le ardue sfide che si presenteranno davanti a noi.
Tutto questo, naturalmente, non è realizzabile, se in primo luogo, non investiamo noi stessi nella crescita del nostro sistema sanitario, non smettendo di lottare per quell’indispensabile percorso di valorizzazione, che non può prescindere dalla formazione interna, dall’aggiornamento costante e dalla valorizzazione economico-contrattuale. Stiamo parlando di aspetti indispensabili, per consentire a chi combatte già ogni giorno sul campo, di crescere e sentirsi gratificato, ma anche per aumentare l’appeal nei confronti di una professione che ha sempre più bisogno di nuove leve e ricambi generazionali, se vuole rispondere puntualmente ai bisogni quotidiani dei pazienti», conclude De Palma.