E POI CI SONO LORO…DAL KOSOVO AL MONALDI PER UN PICCOLO CUORE

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(f.n.) – Questo nostro Paese è come un giorno senza memoria, adagiato nella panchina rotta del parco, mentre articola a malapena il racconto di sé, limitando i percorsi della mente ad un insolito breve universo, fatto di niente e di grezza ignoranza, di cattiveria primitiva e di devastante pressapochismo. Gli effetti speciali sono tutto ciò che conta e la stanchezza rassegnata, tutto ciò che resta nell’anima di uno scampolo di comunità, che ha conservato la passione per il creato. E ci trasciniamo, mai veramente pronti ad un risveglio efficace, limitandoci ad una partecipazione lenta e tiepida, alle cose del mondo, sostenuta dalla forza dell’inerzia. E poi, oltre quella coperta che per stai per tirarti sugli occhi e sulla la testa, ci sono loro…e non è vero che i medici siano tutti uguali e tutti con la mission nel cuore e nelle mani, che siano tutti angeli della misericordia…no… non è vero, ma ci sono loro in fondo al tunnel Giovanni Lombardi E POI CI SONO LORO…DAL KOSOVO AL MONALDI PER UN PICCOLO CUOREdove si intravede un lume fioco che si spegne. E poi ci sono loro… e Giovanni Lombardi è uno di questi. Quante volte alle immagini ufficiali del giovane sindaco di Calvi si sono sovrapposte quelle di un altro uomo che, al posto della fascia tricolore, stringeva al petto un bambino straniero malato…quante volte!, quante volte avremmo voluto parlare di lui e qualcosa di troppo grande e denso, come l’amore impossibile da raccontare si frapponeva tra le intenzioni e la pagina bianca…quante volte il timore di non rendergli giustizia ha rimandato le buone intenzioni. Ma questa volta, la fragilità stessa di una bimba, quasi una neonata che lotta per sopravvivere e la fede e l’eccellenza della equipe di Rianimazione neonatale, coordinata da Giovanni che, siamo certi opererà il miracolo, rivendicano spazio e preghiere. La piccola si chiama Irina ed è appena arrivata dal Kosovo. Nei giorni scorsi è stato effettuato il trasporto sanitario d’urgenza, da Pristina a Napoli, della piccola di soli due anni che versa in gravissime condizioni di salute e che è stata portata all’ospedale Monaldi. La nota ufficiale è del ministero della Difesa: “L’attività di MEDEVAC (Medical Evacuation) è stata coordinata dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) ed ha impegnato un aereo C-27 dell’Aeronautica Militare con relativo equipaggio. A bordo del velivolo un’equipe di medici e infermieri della Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale “Monaldi” di Napoli, un cardiochirurgo del COVI e personale dell’Aeronautica e dell’Arma dei Carabinieri. La piccola paziente, accompagnata dalla mamma, si trova ora al “Monaldi”, dove un’equipe specializzata si sta prendendo cura di lei”. “La prognosi è riservata. I Carabinieri del Reggimento MSU (Multinational Specialized Unit)- si legge nel comunicato stampa – inquadrato nella missione KFOR in Kosovo, hanno subito raccolto la richiesta di aiuto della mamma, per le gravissima patologia cardiaca che affligge la bimba e che in Kosovo non avrebbe potuto ricevere le cure necessarie. Attivata immediatamente la componente CI.MI.C. (Civil Military Cooperation) del Reggimento, l’Ambasciata d’Italia a Pristina, il Ministero della Salute italiano e il COVI, si è potuto rapidamente pianificare e portare a termine l’operazione. Generosa la collaborazione offerta dal nosocomio napoletano, riconosciuto centro d’eccellenza per le patologie neonatali e dall’Istituto religioso “Povere Figlie della Visitazione di Maria” di Napoli, che ospiterà la mamma della bambina per tutto il periodo di cure. Il ministro della Difesa Guido Crosetto si è complimentato per lo sforzo messo in campo dal sistema Paese e dalle Forze Armate italiane che hanno sempre dimostrato vicinanza alle popolazioni dei Paesi in cui si sono trovate ad operare. Il Ministro ha concluso con: “Un grosso in bocca al lupo alla piccola Irena”. Le FFAA italiane, costantemente impegnate nel costruire le condizioni per una coesistenza pacifica, dimostrano anche così di svolgere la loro funzione di aiuto e soccorso alla popolazione civile nei territori in cui sono chiamate ad operare”.