PD DI MADDALONI VERSO IL CONGRESSO: NO ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

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L’avvio della XIX legislatura – si legge in una nota del Partito Democratico di Maddaloni – ha consegnato all’Italia un Governo che, già all’atto del suo insediamento, ha manifestato un tratto identitario chiaro, così come chiari erano stati il risultato delle elezioni politiche del 25 settembre e le proposte che hanno portato alla netta vittoria della destra.

Riteniamo che sia questo, prima ancora del primo Governo guidato da una donna, il dato politico di maggiore rilievo rispetto all’insediamento dell’Esecutivo presieduto dall’on. Giorgia Meloni.

Fiduciosi che il percorso che da qui a breve porterà il Partito Democratico a vivere la stagione congressuale possa condurci a costruire, fuori e dentro le istituzioni, un’opposizione seria e credibile al nuovo Governo, crediamo con convinzione nella necessità di strutturare una proposta politica altrettanto chiara ed ancorata ai valori della sinistra riformista e progressista.

Abbiamo la necessità di un congresso ampio, partecipato, in grado di consegnare al Paese una proposta valida e riconoscibile, alternativa a quella che è stata premiata dalle urne.

In tema di politica estera, riteniamo inaccettabile ogni pensiero che non venga mosso da una sincera e totale solidarietà nei confronti di tutti i popoli oppressi. In particolare, quanto accaduto negli ultimi mesi in Ucraina, alle porte dell’Europa, è in grado di mettere a dura prova il periodo di pace più lungo vissuto nel Vecchio Continente. Lo è per ragioni criminali, imputabili unicamente alla follia del presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, su cui – al netto di dichiarazioni di facciata ed opportunistiche giravolte dell’ultimo periodo – riteniamo la posizione delle forze di Governo non sufficientemente intransigente.

Sul fronte interno sono preoccupanti le voci sulla cosiddetta “autonomia differenziata”. Non si può procedere ad un impianto autonomistico differente da quello previsto già dalla nostra Costituzione, se non si è superata la spesa storica e stabiliti i costi standard, se non si è realizzata una perequazione strutturale delle infrastrutture, se, in altre parole, non si è attuata la Carta Costituzionale nel campo dei diritti sociali e civili. Le diseguaglianze, per esempio, nella possibilità di fruizione ad un uguale diritto all’istruzione e alla salute dei cittadini sono ancora evidenti. La battaglia deve essere, da un lato, di contrasto a qualsivoglia progetto volto alla differenziazione di trattamento tra territori e, dall’altro, di perequazione in materia di accesso a servizi e diritti. Prova ne è il calo demografico che, in particolare nel Mezzogiorno, rischia di far diminuire la popolazione di 5 milioni di abitanti nei prossimi 30 anni.

E’ una battaglia che pone le sue fondamenta nel dettato costituzionale, in quella sua dimensione sociale che il pensiero neoliberista della destra italiana dimostra di non digerire. Questo è sicuramente il punto, tra i tanti che ci lasciano realmente interdetti, da affrontare nel prossimo dibattito congressuale.

Sono questi gli elementi di maggiore rilievo emersi all’esito di una partecipata riunione di circolo, da cui il Partito Democratico di Maddaloni intende aprire una nuova fase, volta all’analisi  dei problemi della nostra società e l’individuazione di misure concrete in grado di risolverli.

Sicuri di affrontare da protagonisti questa nuova fase politica, e con la consapevolezza che la raccolta del consenso passa necessariamente dall’ancoraggio della proposta politica a valori ed ideali chiari e riconoscibili, apriamo la discussione alla cittadinanza, alle associazioni e ai movimenti presenti sul nostro territorio, la Città di Maddaloni, con l’intenzione di ridare un po’ di dignità ad una discussione che si è per troppo tempo impantanata tra gli slogan di attori di ultima categoria.