– di Francesca Nardi –
Ormai avremmo dovuto avviarci verso l’epilogo di questa polemica stracciona, che ha fatto seguito alla vittoria di Giorgia Meloni, ma dobbiamo convenire che nel resto del Paese, che non ha votato il centrodestra, nonostante gli echi di guerra che giungono da oltre confine, nessuno sembra avere alcuna intenzione, di far prevalere l’intelligenza, la prudenza e la logica, sulla manifestazione isterica di una inutile rivendicazione. In un circolo di opinionisti della Domenica, verrebbe da chiedersi se questo continuo e squalificato attacco, smodato e impastato di assurdità e coloro che se ne fanno autori e vessilliferi, ufficialmente motivati dalla paura di un ritorno al “ventennio” ma, in sostanza preda della rabbia irrazionale della sconfitta, che tentano di mascherare un banalissimo furore, siano o meno consapevoli o ignorino di provocare nell’immaginario collettivo, l’idea di un pericoloso revanscismo di stampo “putiniano”. Mentre incombe un clima di preoccupante precarietà, in cui nessuno ha ancora assunto la sana e salutare decisione, di rimboccarsi le maniche e prepararsi ad una opposizione costruttiva, colta, intelligente, nonché documentata, apprendiamo che “le istituzioni repubblicane meritano rispetto”…Ha fatto bene Fabrizio De Sanctis, presidente dell’ANPI a ricordarcelo, visto che sono anni ed anni, attraverso tutte le varie coloriture della politica, che proprio non riusciamo a fare di questa verità fondamentale, un obbligo morale per tutti, anche se al momento opportuno, la dichiarazione peraltro ineccepibile nel suo significato, rappresenta il classico incipit per tutte le scuole di pensiero. Al di là dell’attuale Governo e/o di qualsiasi Governo, sarebbe davvero tempo che, quando si decide dare spazio ai pensieri, intenzionati a pronunciare frasi lapidarie ad effetto, si tenesse presente alla stregua un dogma, l’obbligo di essere intellettualmente onesti. Il presidente De Sanctis si è addirittura spinto a chiedere al neo presidente del Senato Ignazio La Russa, le scuse ai partigiani, per le frasi pronunciate negli anni scorsi. Ha ragione il De Sanctis…è davvero l’ora che gli italiani popolo, di santi, poeti e navigatori, si chiedano scusa a vicenda…Potrebbe essere l’occasione giusta per una “resa dei conti finale e conclusiva” pacifica…visto che da parte dei partigiani non crediamo sia mai giunta alcuna scusa, per i molti ed assai discutibili atti commessi. “Eravamo in guerra, bellezza!” Certo, ma… stuprare per vendetta e per vizio, non era previsto dalla guerra, rasare il cranio delle ragazze che per amore o per forza, avevano collaborato con il nemico e dipingervi una svastica rossa e darle in pasto alla folla “liberata”, non era previsto dalla guerra, era soltanto divertimento, una turpe ed orrenda dimostrazione di malvagia spavalderia, di cui nessuno chiederà mai conto. E allora, forse sarebbe il caso di dire: finiamola qui. Giorgia Meloni non poteva non sapere che le nomine di La Russa e di Fontana avrebbero scatenato l’inferno…eppure ha proseguito nel suo cammino in perfetta autonomia…Chissà che, più lungimirante di altri, avendo previsto tutto ed avendo subito nel corso degli anni e nel silenzio assenso circostante, insulti in misura nettamente superiore di tutti i partigiani rappresentati dal De Sanctis, non abbia calcolato scientificamente che, lasciando che il resto del Paese contrario, sfogasse la sua rabbia, avrebbe potuto contare su un inizio improntato, almeno in apparenza e per stanchezza ad una certa democrazia di intenti…In questo caso e poiché la tanto decantata democrazia, prevede proprio che chi vince, comandi… e se la percentuale di consenso, fosse ritenuta troppo bassa e quindi autorizzasse con la sua esiguità la polemica?, sarebbe appena il caso di evidenziare che la legge elettorale, non l’hanno firmata i cittadini. che oggi sono costretti ad assistere in tv, alle esibizioni più becere, di chi non riesce a mordersi i talloni nel tentativo di sfogare una banalissima, volgarissima quanto inutile rabbia. A dimostrazione dell’inutilità delle rivendicazioni basta riflettere sul valore della democrazia e sul suo profondo significato di cui molti hanno contezza approssimativa. Come si fa a chiedere a Ignazio La Russa, che ha tenuto un discorso eccellente e significativo al Senato, che ha preso le distanze con forza dalle esecrande azioni di rastrellamento e deportazione degli ebrei nel Ghetto di Roma, nel ’43, che ha risposto all’accorato racconto dell’onorevole Segre, con un magnifico fascio di fiori, come si fa a chiedergli: “Devi chiedere scusa ai partigiani per quello che hai detto nel passato!”? Come si fa? Quando mai è successo che un presidente della Camera o del Senato nominati dal leader di un partito vincitore, venisse messo sotto torchio e letteralmente sott’accusa o peggio da membri autorevoli dell’opposizione che in tal maniera mettono a rischio la loro stessa autorevolezza? Invito serale alla riflessione…E se La Russa avesse risposto: “Io non chiedo scusa a nessuno, per avere espresso il mio pensiero, chiedete scusa voi, per le vostre azioni”? Cosa avrebbero risposto i benpensanti privi di memoria o con la memoria a buchi?, cosa avrebbero risposto quelle brave persone che calcolano la storia secondo il fascino degli episodi più drammatici o eroici, dimenticando la sordida bruttura dei risvolti…Almeno adesso che il nostro futuro stenta ad apparire un futuro…cerchiamo di essere seri. Hasta la vista!