CAPUA – Si terranno a Capua, nell’ultimo weekend di settembre 2022, due eventi palascianiani a ingresso libero.
Il primo sarà la XII edizione di «100 Thousand Poets for Change» (Centomila poeti per il cambiamento), il grande “rito” annuale – dedicato alla poesia e alla speranza – che unisce tutti i continenti dal 2011 e le cui edizioni in Terra di Lavoro sono fin da allora a cura dell’Accademia Palasciania. Quest’anno a collaborare con essa saranno SetteSerpi, La Bottega della Poesia, Cose d’Interni Libri e Capua il Luogo della Lingua Festival. L’evento rientra inoltre nell’àmbito del Patto per la Lettura di Capua Città che legge, e omaggia Pier Paolo Pasolini – di cui quest’anno si celebra il centenario della nascita – con un profluvio di P nel titolo: «P per Poesia, Politica, Potere, Protesta, Pace, Popoli, Progresso».
L’appuntamento è per le ore 18.30 di sabato 24 settembre nel Chiostro dell’Annunziata (Capua, corso Appio 68). La prima parte consisterà in un incontro con i poeti Corrado Aiello (classe 1984) ed Eugenio Lucrezi (classe 1952), il quale fra l’altro gestisce sulla “Repubblica” la rubrica «La Bottega della Poesia». Di Aiello si presenterà la raccolta «Rime selvagge»; di Lucrezi «Bamboo Blues» e, con fotografie di Marco De Gemmis, «Autoritrarsi». La seconda parte sarà un reading collettivo: chiunque fra i presenti potrà declamare o far declamare le proprie poesie (la migliore sarà pubblicata sulla “Repubblica”) o quelle dei propri poeti preferiti. Modera il tutto Marco Palasciano. A fine evento chi gradirà potrà trattenersi a cena in loco.
Il giorno dopo, alle ore 18.30 di domenica 25 settembre – stavolta nel cortile di Palazzo Fazio (Capua, via Seminario 10) – l’Accademia terrà in collaborazione con Capuanova e FaziOpenTheater il n. 8 dei Paralipòmeni del XIV festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia «L’idea dell’uomo»: la lezione-spettacolo di Palasciano «Dove sono i bei momenti. Aiòn, chrònos, kairòs, temps retrouvé», tratta dal festival-laboratorio “Ortelius Room” (2018-2019).
Si vedrà fra l’altro come lo spaziotempo einsteniano presupponga l’eternità dell’istante, e Barbour e altri ipotizzino l’inesistenza del tempo; come per gli antichi il tempo potesse essere lineare o ciclico, ed Eraclito lo definisca «un bambino che gioca»; come Petrarca faccia trionfare il tempo sulla fama e l’eternità sul tempo, e Wells lo faccia traversare da una macchina meravigliosa; come Proust lo perda e lo ritrovi, e ognuno di noi lo possa periodizzare alla ricerca di sé.