(f.n.) – Il numero dei cosiddetti “bimbi speciali” aumenta e invade le campagne elettorali…fornendo argomenti e spunti a quanti, sfiorando i sentieri del cuore e dell’anima collettiva, imboccano un viottolo di cui probabilmente, non conoscevano l’esistenza fino a qualche tempo prima, né tantomeno avevano contezza delle asperità diventate insormontabili a causa dell’indifferenza grassa, interrotta soltanto da qualche chiacchiera politica ogni tanto, chiacchiera che decollava per atterrare subito dopo…A quanti utilizzano l’aggettivo “speciale”, rilassati per aver trovato la maniera giusta di definire quei bambini che, altrimenti sarebbe stato arduo nominare, senza correre il rischio di essere in un certo senso, addirittura anche se “innocentemente” offensivi, vorremmo chiedere se hanno mai dato uno sguardo da vicino, ai bambini affetti da autismo, i cosiddetti bimbi speciali, alla loro vita di tutti i giorni…se abbiano mai trascorso con loro un tempo diverso, da quello impiegato per dar loro uno sguardo da lontano, se hanno mai fermato le lancette dei loro orologi per guardare con calma e senza fretta, a cos’altro si celi dietro al disagio, oltre al lavoro estenuante di una madre, spesso disperata e sola…vorremmo chiedere cosa intendano per il loro impegno assicurato, al di là delle sollecitazioni alle strutture sanitarie, affinché provvedano come sarebbe loro preciso compito e dovere, a far sì che la vita di questi bambini non sia soltanto una mulattiera virtuale, in mezzo ad un bosco nero e fitto, un bosco senza fate né folletti, ma popolato di ombre e di figure minacciose…vorremmo sapere se al di là di una firma sotto al testo di una legge, qualcuno di questi aspiranti deputati o senatori, che con trasporto sicuramente autentico, parlano di bimbi speciali, si sia chiesto dove sia il 70% dei papà di questi bambini speciali o se non siano per caso orfani…Nada de nada…a nessuno è mai punta vaghezza di conoscere la verità, sul quel vuoto devastante, che costituisce il 70% di vuoto nella vita quotidiana dei bambini speciali…La percentuale impressionante, sta a documentare l’atteggiamento comune alla maggior parte dei padri dei bambini autistici, che hanno semplicemente deciso di gettare la spugna e di rinunciare ad un figlio diverso, che non corrisponde ai canoni previsti e ai desiderata di un padre per un figlio…Infatti, non potendo rimandarlo indietro, perché la cosa sarebbe imbarazzante in quanto dovrebbe vivisezionarsi lui per primo, il che sarebbe una soluzione, il padre – tipo se ne va, abbandona moglie e figlio speciale e taglia la corda… il che avviene nel 70% dei casi, appunto. Un esempio per tutti della volgare, disumana e perversa natura dell’uomo?…Il giovane padre di un bimbo di quattro anni autistico e malato di leucemia, accusando la moglie di trascurarlo e dedicarsi troppo al piccolo, se n’è andato in vacanza con un’altra signora, non prima di aver detto alla sua consorte con riferimento al piccolo: non ne voglio sapere niente..chiagnatell tu!. Adesso, come vedete…cari aspiranti rassicuranti e decisi alla difesa dei bambini speciali…la faccenda è complicata assai e non finisce con l’assicurazione delle medicine o del farmaco giusto o dell’inserimento in un centro adeguato, dove il piccolo possa trascorrere qualche ora e socializzare…Il bimbo speciale nel 70% dei casi, ha un padre egoista e con la colonna vertebrale di gelatina avariata, ma sicuramente con un apparato riproduttivo funzionante, come sovente succede nei soggetti il cui cervello è popolato di termiti ed i neuroni si sono rifiutati fin dall’inizio di sostare in quel pozzo nero… Una legge per i diritti dei bambini speciali, da rispettare in pieno, dovrebbe comprendere certi obblighi e punizioni che facessero passare la voglia ad un padre anche soltanto di sognarsi di pensare ad abbandonare moglie e figli e andarsene con la solita damigella comprensiva assai che, guarda caso è sempre dietro l’angolo che aspetta… Hasta la verguenza!