La campagna entra nel vivo e i toni diventano più aspri. Botta e risposta tra il sindaco di Benevento Clemente Mastella e il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli…ma partiamo da quest’ultimo che ieri aveva detto:
“Vorrei dire a Mastella che è facile osare il proprio numero di cellulare in campagna elettorale (numero tra l’altro non personale), più difficile avere un numero sempre a disposizione della cittadinanza, come faccio io, attivo da anni. Dal mio modo di vivere la politica ritengo che avere un filo diretto con i cittadini e’ fondamentale. Per questo da anni sono sempre pronto a rispondere a tutte le richieste che mi arrivano sulla linea telefonica wp alle dedicate. Purtroppo, come sempre accade, sono sicuro che il numero di Mastella come di altri esponenti politici, invece, sarà cancellato un minuto dopo la chiusura delle urne elettorali. D’altronde non mi aspetterei cosa diversa da chi propone di far uscire tutti di galera. Il sindaco di Benevento, infatti, ha chiesto una nuova legge per l’indulto, una cosa davvero assurda in un momento storico in cui stiamo assistendo ad una vera e propria recrudescenza criminale. Ma fortunatamente sappiamo che si tratta di un fuoco di paglia da campagna elettorale”.
Immediata la risposta del sindaco Mastella: “Per mia fortuna non so chi sia questo Borrelli, di certo se fosse stato un cittadino di Benevento saprebbe che da cinque anni il mio numero di telefono, quello mio personale perché non utilizzo quello del Comune, mi consente un rapporto diretto e immediato con le mie concittadine/i. Per cui le sue affermazioni sono bugiarde, speciose, inutilmente noiose e prive di riscontri reali. Al mio numero possono chiamare tutto meno che questo presunto D’Artagnan dalla finta morale, questo Don Chisciotte della politica napoletana. Quanto all’indulto i suoi compagni di partito la pensavano diversamente e lo votarono. Se conoscesse la situazione carceraria, che non riguarda solo i detenuti ma anche il personale della polizia penitenziaria, se andasse a visitare qualche carcere come ho fatto io quando ero ministro, si renderebbe conto del dramma che esiste e della necessità di trovare soluzioni alternative. Mi spiace solo che ha lo stesso cognome di un grande e autorevole personaggio del mondo della giustizia italiana di origine napoletana del quale ho apprezzato molte cose e tante cose non le ho condivise. Di questo Borrelli bonsai nessuna”.