LITANIE CASERTANE

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–   di Vincenzo D’Anna*   –                                           

Per coloro che non sono addentro alle cose di Santa Madre Chiesa occorrerà chiarire cosa siano le litanie lauretane. Stiamo parlando di una supplica che nella Chiesa cattolica latina viene rivolta a Dio ed alla Vergine Maria. Viene recitata alla fine del Rosario, nell’insieme delle invocazioni che chi prega rivolge alla Madre del Cristo. Tra le espressioni più note vi è quella che indica la Madonna come rifugio dei peccatori e consolazione degli afflitti. Lasciato il sacro per giungere al profano, c’è da rimarcare, in questa ultima fase di elaborazione delle liste elettorali, che per quanto concerne Caserta, in fatto di candidature non ci resta…che recitare una litania! Terra di Lavoro pare sia stata insignita del merito di essere il rifugio dei politici nazionali (peccatori per antonomasia) e la consolazione dei capi bastone afflitti dal dubbio di non essere rieletti. La demagogica, inutile e, per taluni versi, pericolosa riduzione dei seggi parlamentari, ha infoltito la categoria di quanti temono di non aver un seggio a propria disposizione. Riduzione (di un terzo) invocata stoltamente dal cosiddetto popolo sovrano che ha abboccato alle insulse e mendaci tesi grilline contro la cosiddetta casta. Ne consegue che il numero delle poltrone più o meno sicure, in questa tornata elettorale, si riduce per tutti i partiti. Una circostanza, quest’ultima, che riesuma una vecchia abitudine dei partiti politici di un tempo: quella di riservare seggi più sicuri ai dirigenti apicali del partito candidandoli nei contesti territoriali ove il partito stesso raccoglie più voti. Dati e percentuali alla mano, ognuno cerca di scegliersi il più bel fico del bigoncio, sia nei collegi uninominali, ove vince il candidato che raccoglie più voti, sia nelle liste proporzionali ove viene eletto chi viene posto in cima alla lista medesima. Facciamoci due conti: il numero dei seggi da attribuire a ciascun partito nelle liste plurinominali sarà determinato col metodo proporzionale, quelli nei collegi uninominali con il sistema maggioritario. Insomma, un sistema che mischia maggioritario, collegi uninominali, e proporzionale, liste plurinominali, determina un caotico groviglio tra i due sistemi. Sistema elettorale che ha il pregio, si fa per dire, di non garantire il seggio neanche ai candidati della lista plurinominale che hanno preso più voti potendo, in teoria, quel seggio essere assegnato, tramite il collegio unico nazionale, ad un altro ambito territoriale. Un guazzabuglio!!  Di seggi in provincia di Caserta, in quanto tale, ne tocca uno solo al Senato ed il collegio senatoriale coincide con il territorio dell’intera provincia. Sempre per Palazzo Madama le liste plurinominali sono due, con collegi territoriali che interessano le province di Caserta Avellino e Benevento ed una parte di quella di Salerno. Nelle liste plurinominali si eleggono undici Senatori. Alla Camera dei Deputati i seggi uninominali, sistema maggioritario, sono sette ed hanno collegi territoriali misti ricadenti in più province, quelli Casertani si mischiano con i territori dei comuni della conurbazione di Napoli e quella di Benevento. Quattro le liste plurinominali, che eleggono ventiquattro Deputati. Quindi verosimilmente i seggi uninominali per la Camera saranno appannaggio di candidati provenienti dalle grandi città napoletane in uno, mentre nell’altro c’è da fare i conti con la provincia di Benevento e con Clemente Mastella. Alla fine i rifugi saranno le liste plurinominali e pare che in queste caleranno sui primi posti gente come Anna Maria Bernini di Forza Italia, Lorenzo Cesa per i moderati, qualche ministro del Pd e via dicendo. Corriamo il rischio di vedere ridimensionata la rappresentanza parlamentare dei casertani. Non è che la classe politica locale abbia brillato per autonomia ed incisività, perlopiù muti astanti e cavalier serventi dei capi partito e poi tirando a campare. Peraltro non si è garantita neanche nella geografia che individua i territori dei collegi. Già pesava la sudditanza politica verso l’asse Napoli-Salerno, oggi questa esce rafforzata dalle intrusioni di candidature esterne e dalla impari distribuzione demografica degli elettori entro il perimetro dei collegi uninominali. Non bisognerà consultare i veggenti per comprendere che saremmo carne da macello da supporto agli altri appetiti in una corsa tra svantaggiati. C’è qualcuno in giro che abbia la possibilità di incidere sulle candidature oppure lo abbia fatto sugli ambiti territoriali dei collegi uninominali? Nessuno!! Ci apprestiamo così all’impatto di una lotta impari e bara, ad espiazione della incapacità politica e delle mire da basso conio dei nostri aspiranti parlamentari. Noci nel sacco che non fanno rumore.

*già parlamentare