(f.n.) – Tutto ciò che viene letto come una critica aspra e senza sconti, nei confronti della gestione del nostro Ospedale, in realtà nasconde la speranza che le cose possano cambiare e lo sprone affinché, se una volontà di cambiamento esiste e soltanto le circostanze, determinate dal perpetuarsi perverso del clientelismo a tutti i livelli, ne impediscono la traduzione in fatti compiuti e la “sanificazione” del sistema, possa esprimersi senza timore alcuno. Purtroppo però, via via che si succedono le stagioni, le cariche, le entrate e le uscite, la solfa è sempre drammaticamente la stessa, così come il ridicolo ripetersi dell’autocelebrazione e della sceneggiata del “mortificato ed offeso” e la litania del “ce l’ha sempre con me” sono sempre, miseramente simili a quelli del giorno prima. E’ un vero peccato scoprire con cadenza rituale, le piccole ignobili cofecchie, che si tramano e si compiono a cominciare dal basso, per fregare la norma, la correttezza del comportamento e la stessa piccola dimensione di civiltà e civismo, all’interno della quale ci muoviamo “impunemente”…La cosa peggiore e che dichiara persa la battaglia della “sanificazione”, consiste nel fatto che l’imbroglio importante, che avviene in genere ad alti livelli, per favorire in maniera assai cospicua, i fortunati, ovvero i prescelti dalla sorte…cioé dal politico, dal dirigente, dall’ imprenditore o da un grande elettore, si è ridotto di dimensioni fino a diventare prassi consolidata e modus vivendi…Inutile quindi lo sprone e la speranza…l’unico sogno è ormai quello che raffigura le prossime generazioni, come sopravissuti, gente illuminata che vive con l’essenziale…e che non abbia l’indole del servo né possegga gli strumenti perversi, per fregare la norma per quattro spiccioli ed il collega per molto meno…Il preambolo è necessario, sapete perché?, perché la storia della sanità de noautri, insegna che “le meio cofecchie” si sono sempre imbastite, nel mese di agosto, tra una scottatura, una telefonata ed una spalmata dell’olio solare più in voga…n’est pas? In attesa del solito miracolo agostano, intanto abbiamo sfogliato un po’, le nostre carte preferite: le delibere e le determine…e anche questa volta, S.M. la Determina, fedele alla tradizione, non ci ha deluso…anzi…quale meraviglia nell’apprendere, che la dottoressa Teresa Capobianco, meglio conosciuta come “andamento lento” responsabile del Provveditorato, ha l’hobby dell’Ortopedia…forse era il suo sogno proibito, quello di aggiustare le ossa, chissà! Altrimenti non si spiegherebbe per quale motivo, abbia chiesto l’autorizzazione a partecipare ad un convegno sull’Ortopedia, che si è tenuto nel maggio scorso, nell’affascinante città di Venezia…a meno che nel nostro Ospedale non vi sia un Ortopedico, che si chiama Teresa Capobianco e non ne eravamo a conoscenza …Un Provveditore, ovviamente, può avere gusti ed hobby particolari e desideri originali, che non abbiano nulla in comune, con la sua professione, ma dovrebbe pagare le spese relative al suo desiderio di conoscenza, con il suo portafoglio e non chiedere il rimborso spese all’Azienda, come se si trattasse di un simposio sulla storia dei Provveditori di sesso femminile del Meridione, attraverso i secoli, non è così? Ed anche se non si tratta di una gran cifra, è il principio che conta, non è vero?, o il principio conta soltanto, quando a qualcuno conviene che conti?…Carucci…E poi…con la lentezza che caratterizza lo svolgimento del lavoro della dottoressa Capobianco ed il numero delle gare d’appalto scadute …via … la sfilata delle protesi modello, avrebbe potuto essere rimandata a tempi migliori! Ma le sorprese e le piccole anomalie non finiscono qui. Sfoglia sfoglia, tra determine e rimborsi, eccone qui un altro assai recente! Tre dipendenti, nel mese di maggio u.s. hanno partecipato ad un convegno di grande importanza: “Donne in salute”…Si tratta delle dottoresse Angela Annechiarico, Margherita Agresti e Zuzanna Simonova…Anche in questo caso, la cifra è davvero irrisoria ma, anche in questo caso il principio ha la sua importanza ed anche la burocrazia…m’est pas? Ebbene, nella determina si legge che le tre dottoresse, hanno fatto richiesta di autorizzazione per partecipare al convegno, ma non figura alcuna data relativa alla richiesta. Inoltre l’autorizzazione della Direzione Sanitaria, viene rilasciata in data 22 maggio u.s.. A prescindere dalla solita storia della direttrice sanitaria che autorizza se stessa, in questo caso a partecipare ad un convegno, risulta assai strano che l’autorizzazione a partecipare ad un convegno, giunga 24 ore prima dell’inizio del convegno stesso che probabilmente, si sarà svolto in un’altra città…Infatti l’autorizzazione arrivò il 22 maggio mentre il convegno iniziava il 23… Se proprio dobbiamo dire la nostra, non convincono né l’uno né l’altro rimborso…Le strategie cominciano dal basso…se inciampate subito nella sciatteria amministrativa è un affar serio! Hasta el Domingo!
Gentile signor Antonio, comprendo che leggere di qualcuno che probabilmente ha incassato denaro che non gli spettava, oppure di delibere fatte con i piedi, perché dietro c’è una presumibile cofecchia, sia poco interessante per quelli come lei che presumibilmente, hanno qualche pietra nella scarpa da togliersi e approfittano di un giornale che, se non se ne fosse accorto, toglie le pietre dalle scarpe di molti, soprattutto dei molti onesti che sono ancora in giro, nonostante tutto. Faccia uno sforzo per essere più garbato…non guasta mai…
Invece di fare articoli poco interessanti, parlate della fantomatica dirigente economica che viene dal rummo a cui nonostante abbiano revocato l’autorizzazione al trasferimento, sta continuando a marcare il cartellino a Caserta.
Una bella grana per il DG perché se lei timbra il cartellino a caserta e non torna a benevento la responsabilità è tutta del DG.
La regione ha già detto la sua!.
Salutoni
Antonio
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