“Nel nostro Paese il mondo si è capovolto: la politica anziché di ascoltare i territori, intercettare le istanze che provengono da chi produce pretende di essere ascoltata, di imporre visione e ricette in un clima di autoreferenzialità distante anni luce dalla realtà”.
Così, il presidente di Confimi Industria Campania, Luigi Carfora intervenuto ad un incontro “ Il Patto per l’Export al Servizio dei Territori” organizzato al Centro Congressi dell’Interporto di Nola dal ministeri degli Affari Esteri, cui hanno preso parte, tra gli altri, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Sottosegretario agli Esteri, Antonio Marchiello, Assessore alle Attività Produttive, Lavoro, Demanio e Patrimonio della Regione Campania, Giosy Romano, Commissario di Governo della Zes Campania. e i vertici regionali delle maggiori associazioni imprenditoriali e dei consorzi campani.
“Le risposte della politica – ha aggiunto – sono sotto gli occhi di tutti e sono oltremodo deludenti: restiamo ancora con una Pubblica Amministrazione lenta e ottusa, impantanata in un ginepraio burocratico che sta letteralmente distruggendo il tessuto economico e imprenditoriale dei territori”. “Il caso Zes – spiega il presidente di Confimi Industria Campania – uno strumento che avrebbe già dovuto segnare una svolta economica in Campania, è emblematico: siamo ancora fermi al 2018, anno del decreto ministeriale, e solo con la nomina del nuovo commissario avvenuta a novembre scorso ha potuto compiere qualche primo passo in avanti, sebbene compromesso dai diktat di sindacati che ancora non riescono a capire che con veti e paletti non si va da nessuna parte e che ancora non comprendono che il futuro dei lavoratori dipende dalle condizioni di libertà dell’impresa”.
Per Carfora, “per affrontare questo periodo di profonda crisi andrebbe sì estesa, come abbiamo chiesto in tempi non sospetti, la zona economica speciale a tutta la Regione Campania e a tutte le aziende, ma andrebbero affrontati e risolti i nodi dell’utilizzo dei fondi regionali che oltre ad essere investiti nella formazioni dovrebbero essere utilizzati anche per motivare integrando le buste paghe di migliaia di giovani campani preparati e animati dalla voglia di lavorare e che tuttavia, con le attuali condizioni economiche, giustamente, per una maggiore gratificazione, preferiscono emigrare all’estero”.