C’ERA UNA VOLTA LA POLITICA, POI QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL PASSERO E…

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   –   di Francesca Nardi   –                                 

%name C’ERA UNA VOLTA LA POLITICA, POI QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL PASSERO E…Meglio firmare…così le querele eventuali, con il loro carico di propaganda e decori vari, arriveranno all’indirizzo giusto…Consideriamo infatti una grande ingiustizia che certi privilegi, come la “querela avvacante ma produttiva”, debbano riguardare soltanto alcuni favoriti e non l’intero gruppo che, magari si è impegnato “in paranza” nel formulare considerazioni sull’etica ed estetica della politica dei voltagabbana doc, attraverso i secoli e, come questa artistica giravolta, si traduca in pratica sonante ad opera di una sola persona…bella, furbetta, astuta, vaga quel che basta, aerea pure e pure chiaroveggente. Però…quando la querela è “avvacante” come a volte succede…capita che qualche destinatario, a lungo andare “stufomarcio”, delle cose inutili e stantie, si risenta alquanto e decida che, chi non bada a spese per le cose “avvacanti”, possa pur spendere una ‘ntecchia per le cose serie, che sarebbero quelle che fanno perdere il vizio di parlare “avvacante”. Orbene…ce la va sans dire che, ancora una volta, teatro virtuale dell’ennesima farsetta dei quartieri, in cui la politica abdica al suo ruolo serio e costruttivo, per vivacizzarsi e diventare “na pazziella n’ man e criature”, è questa magnifica città, che si stende più o meno armoniosamente, tra un variopinto ensemble di “party misti ingresso libero a mosche, moschilli, vespe e zanzare”, sui rimasugli dei panini alla mortadella smangiucchiati, mescolati agli escrementi canini, pestati dal mocassino Gucci, del signore del quinto piano che, dopo aver bestemmiato in esperanto, ha lanciato rabbiosamente contro al muro, la lattina semivuota, tra una boutique e la paninoteca, lasciando lungo l’intonaco bianco, un lungo rivolo, assai pittoresco, di coca cola “moka”. Bene…in questo tormentato ma nobile contesto, nasce la politica casertana in corsivo medio…quella che, stufata all’angolo di strada con le patate rosse americane, offre ben più di uno spunto, al riciclo di antichi poemetti, a sfondo erotico-gastronomico. La storia che val la pena raccontare, ha inizio nel lontano 2016, anno di grazia e di dubbio colore, in cui si svolsero le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Caserta…Sul terreno l’un contro l’altro armati, Riccardo Ventre e Carlo Marino…a quest’ultimo, come sappiamo, arrise la sorte, all’avversario stimolò la fantasia. Dopo qualche tempo e come spesso accade nei conventi in cui sostano, all’ombra riposante del chiostro, le pulzelle di Orleans, nel nostro caso Puccianiello, Casolla, Sala, Casola, Garzano, il presunto bene della comunità, ebbe il sopravvento sulle ideologie e lo sciame di pulzelle, fortemente azzurro secondo il caso, iniziò a dirigersi, sbiadendosi, verso Piazza Vanvitelli in pectore et… in corpore, pertanto i fedelissimi sostenitori di Riccardo Ventre, scrissero una lettera ad una delle pulzelle, la pulzella di Casolla, la più rappresentativa, possiamo dire…la madre superiora delle pulzelle di Casola, Garzano, Sala e Puccianiello; in questa nota accorata, i fedeli si sbattevano il petto, garbatamente sdegnati, dinanzi all’atteggiamento della pulzella che mostrava di essere venuta meno agli antichi comandamenti…E fin qui, direte voi “embé?”, qual è il problema?, tutto qui?, le pulzelle vanno alla ricerca del sacrificio da compiere, per il bene della comunità e se hanno ravvisato il bene nell’abiura del precedente comandamento, abiurano senza pensarci su… a voi sembra che giochino con due e se è il caso anche tre, mazzi di carte?, ma per la loro idea di sacrificio, si tratta di strategia, raffinata, oculatissima, sofferta strategia…qual è il problema?, le pulzelle si tuffano nel sacrificio, assolutamente compiaciute e consapevoli, in questo caso, nella polvere delle cave che, grazie alla provvidenza di un benefattore, che continua a cavare e vorrebbe continuare a farlo, si riversa nell’aria copiosamente ed offrendosi al sacrificio in nome del popolo sovrano, passano al nemico….sempre e comunque alla ricerca del sacrificio, n’est pas? Il sacrificio diventa estasi come in tutte le storie dei beati e dei santi. Appunto…nessun problema…solo che, per eccesso di zelo la pulzella di Garzano, riesumando antichi poemetti, si è lasciata prendere la mano e l’estro dal fascino del sacrificio e della storia e, decide di cambiare le sorti della pulzella di Orleans, mostrando al contempo, orgogliosamente alla storia, di che pasta sono fatte le pulzelle dalle nostre parti. Cosa fa la nostra pulzella? Immaginate Giovanna d’Arco che invece di avviarsi al rogo denuncia i cardinali e chiede il risarcimento danni, in tornesi d’argento?, e prende per la collottola Torquemada pretendendo di fargli lo strascino? Ebbene… la pulzella di Garzano ci prova…e…non si comprende se fa finta di non capire, o confonde, o non capisce davvero…fatto è che, del mucchio eroico, nobile e selvaggio che le aveva indirizzato giuste ed accorate rimostranze, sceglie una vittima a caso e chiede un risarcimento danni…già “prettamente” a lui che assolutamente incolpevole, si era limitato a condividere…  Cerchiamo di rendere il contorto percorso della pulzella rapita in pieno sacrificio, comprensibile a tutti…Un esempio calzante del comportamento eccentrico probabilmente elaborato durante l’estasi dei Tifatini, sarebbe il seguente…Tizio scrive una lettera a Caio; Sempronio sulla sua pagina fb riporta la lettera di Tizio a Caio e Caio denuncia Sempronio…Carucci davvero|, forse un po’ confuso come iter ma assai coreografico e significativo e rappresentativo della lucidità di pensiero, che presiede al discorso politico de noautri in generale…Cuàntos màrtires y confesores de la fe!