“NON POTETE CAPIRE, CI HANNO PRIVATO DELL’IDENTITÀ”
CASERTA – SAN CLEMENTE – Per alcuni una villetta comunale è semplicemente un luogo, al massimo ascrivibile nell’elenco dei beni comuni da curare, valorizzare o meno, a seconda della gestione, e sebbene tutto questo sia già molto, per altri invece è tanto di più, alcune volte è addirittura il simbolo della vita di un luogo, l’identità di un posto, di una frazione.
E’ il caso della villetta comunale di San Clemente, protagonista – si legge in una nota dei cittadini – sbattuta da anni di tira e molla tra Comune e Curia, proprietaria del terreno, tra progetti di rifacimento fatti e non fatti, sostenuta “per i capelli” da alcuni cittadini attivi del luogo, dai residenti che si sono battuti con le unghie e con i denti per ottenerne un luogo sicuro, vivibile, fruibile trasversalmente da giovani e meno giovani, dalle famiglie, affinché divenisse uno spazio ad utilizzo diversificato, dallo sport, all’aggregazione.
Così non è stato. Da quando per ragioni burocratiche di cui non stiamo a trattare, i lavori per la riqualificazione della villetta, altresì denominata Piazza Comunale, sono stati sospesi nei primi mesi di questo 2022, la frazione di San Clemente già tristemente affranta da annose problematiche di isolamento dall’asse cittadino, ha quasi completamente perso quello che era un riferimento importantissimo per i suoi cittadini.
“Forse non potete comprendere – racconta una mamma del posto incontrata – per noi non era solo la villetta, una piazza, era un luogo di incontro per i nostri figli, per noi donne che semmai non lavoriamo e ci ritrovavamo in villa per fare due chiacchiere, mentre i nostri ragazzi giocavano al sicuro.
Adesso cosa fanno i nostri figli più piccoli? Semplice sono chiusi in casa, nelle loro stanzette con tv, telefono e playstation. Piange il cuore soprattutto di questi tempi”.
Nessuno tra gli amministratori al momento ha preso una posizione sulla vicenda, o quanto meno le lungaggini burocratiche tortuose e imbrigliate tra carte e documenti, ne impediscono lo sblocco. Eppure è facilmente comprensibile quanto questo luogo sia un angolo di salvamento in un posto che di alternative ne conosce troppo poche.
A qualche centinaio di metri un campo da baseball, in potenza, un’eccellenza locale, utilizzato ma degradato e pieno di rifiuti, qualche altro centinaio di metri più in là il Parco Robinson: erba bruciata, pochissima ombra se non proveniente dalle piante espiantate dalla villetta, difficile da raggiungere a piedi, con poche giostrine. Il Palazzo Ducale dedicato a Teresa Musco, sito all’inizio di San Clemente, di proprietà privata, in condizioni fatiscenti, i cui spazi e giardini sono poveramente chiusi al pubblico. E infine la parrocchia, che fa quel che può, ma non basta.
“Ci sono anche bambini con la sindrome di asperger in paese – riferisce ancora la signora F.F. – per i genitori di quei bambini la villa era una panacea, una salvezza, qualcuno faceva addirittura terapia in villetta tanto il contatto con gli altri bambini, lo stare nel verde, gli faceva bene.
E vogliamo parlare dei nostri anziani? Non c’è più un luogo dove radunarsi all’ombra di qualche albero e godere di un po’ di frescura. Dimentichiamo anche le partite di calcio dei nostri figli che si vedevano qui la sera anche nel dopo cena di queste sere d’estate. E la festa padronale? Organizzavamo una bellissima manifestazione, le persone venivano da Caserta, finalmente eravamo protagonisti di un evento socializzante…niente più.
Insomma, noi non vivevamo la villetta, eravamo la villetta. Ci hanno tolto tutto. Camminiamo sotto il sole di questa frazione, allungandoci nel cemento di via Sossietta Scialla con i nostri carrozzini, i cani, i palloni, ma non è casa nostra”.