(f.n.) – L’Aorn di Caserta ha varato qualche tempo fa l’Atto aziendale, che dovrebbe disciplinare, in quanto atto di diritto privato, l’organizzazione ed il funzionamento dell’Azienda… Ce la va sans dire che “pensare” un atto aziendale in una realtà ospedaliera come la nostra, con la tradizione che la connota e pesantemente la condiziona e definisce, si tratta di “lavorare assai di fino” per essere in sintonia con il sistema, i suoi meccanismi, le sue pretese ed apparire al contempo, assolutamente limpidi e trasparenti, nonché efficienti. Ebbene…comunque sia e quanta materia grigia si sia dovuta sprecare nello studio del prodotto, ci si chiede se chi disegna e annuncia, ha ben presente la qualità del materiale a disposizione per tradurre gli annunci ed i programmi in pratica. In realtà, il culto dell’approssimazione e dell’indifferenza, talvolta addirittura incoscienza, coltivato in questo Ospedale, spesso riesce persino a spaventarci. È davvero un gran peccato, ad esempio, che a nessuno punga vaghezza di riflettere e considerare il livello infimo della qualità che il nostro amatissimo Ospedale, è riuscito a raggiungere… A nessuno, ahinoi, viene in mente di infilarsi un grembiule virtuale paraspruzzi acidi e farsi un giro dietro le quinte, la qual cosa, in senso figurato e metaforico, significa semplicemente: andare al di là di ciò che si vede, soprattutto quando l’inerzia evidente, in certi settori, lascia interdetti. Come può funzionare un’azienda sanitaria del calibro del Sant’Anna e San Sebastiano, quando i servizi essenziali come l’approvvigionamento in genere, funzionano come una barca sfondata, che va alla deriva…e riprende il largo, anche se solo saltuariamente, soltanto nell’ipotesi fortunata che arrivi una spinta provvidenziale dai piani alti…Poiché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e nessuno è tanto tonto, come chi si ripromette di apparire tale…proviamo ad essere più chiari…Tutti conoscono il ruolo del Provveditorato, non è vero?, e sappiamo che dopo il pensionamento della dottoressa Antonietta Costantini, è subentrata tale dottoressa Teresa Capobianco che, secondo Radio Ospedale News, pare abbia l’abitudine o il vezzo, di fermarsi sempre, un quarto d’ora prima di cominciare a sudare. Infatti la gentile signora tende a dimenticare le richieste che provengono dai vari reparti dell’Ospedale e dalla Farmacia…Ma come è possibile?, è possibile, è possibile…Infatti, a cominciare dalla richiesta di presidi, cateteri, elettrodi per usi specifici ed altro, che non arriva…per finire alle gare che non si espletano o scadono addirittura, in giro non si odono che lamentele continue, perché i ritardi e le dimenticanze o distrazioni, sono all’ordine del giorno… Sembra quasi di sentire qualcuno in lontananza… qualcuno che avanza una ipotesi “assolutoria”…forse non hanno personale in Provveditorato?, forse la gentile signora Teresa Capobianco è sola?…No, amigos, la signora non è sola perché in Provveditorato circolano circa 16 persone…sedici! Qualcuno sicuramente continuerà allora, a domandarsi come sia possibile, in un Ospedale come il nostro, che sia consentito un andazzo del genere…Poiché sovente la dimensione ospedaliera è motivo ispiratore delle migliori sceneggiate, faremo come Filomena Marturano in un celebre passaggio…”vuò sapè?, e mo t’o dic…” Da un reparto la richiesta arriva all’Opsos, quel regno incantato dove al golden boy si è aggiunta per supportarlo nel gravoso onere del “cummannà”, la cara lady Cio; qui la richiesta viene autorizzata e trasferita al Provveditorato, dove si arena graziosamente, nella maggior parte dei casi…Chi ha presentato la richiesta quindi, prima tenta di sollecitare in via informale…poi, dal momento che, nonostante tutto, siamo sempre in un Ospedale e le richieste, si presume siano di importanza notevole, ci si recherà nuovamente all’Opsos…e qui si presenterà una nuova domanda o un sollecito. A questo punto, va in onda il secondo atto di un rituale, tipico di questo nostro Ospedale, tratto da un libretto di istruzioni virtuale, orchestrato e pubblicato a suo tempo, riservatamente, da o’ rey, per gli addetti ai lavori appartenenti al cerchio magico e che avrebbero portato il verbo tra le genti…un manuale che indica i buoni e i cattivi, per intenderci… Quindi…arrivato il sollecito all’Opsos…se sei amico degli amici…uno che non dà fastidio, opportunamente istruito e obbediente, la cosa si risolve in fretta…se invece sei uno di quei tipi noiosi, perbene, seri, che ostinatamente non vogliono capire come funziona, puoi anche andare a comprare le garze o chissà cosa, all’emporio di Via Giannone, perché all’Opsos hanno troppo da fare e perché in quel momento lady Cio, non potrà darti retta, dal momento che sarà sicuramente troppo impegnata ad ordinare e a visionare, le sedie color arancia siciliana, rigorosamente senza braccioli, sì senza braccioli!, per aiutare la gente a cadere! Ok?, ok. Adesso è tutto chiaro n’est pas? Quando capitano sotto la penna a sfera lady Cio e il golden boy, è addirittura automatico indugiare su due personaggi tanto interessanti e quindi, al momento non possiamo dilungarci come vorremmo, sull’atto aziendale…ma l’appuntamento è soltanto rimandato, perché vale davvero la pena riflettere e commentare, soprattutto quando il sistema, capitanato in questo caso da Gubitosa e dai suoi boys, dimostra di aver dato il meglio di sé…e in questo atto aziendale, Gubitosa ha dato davvero il meglio di sé! Che volpe! Hasta el Domingo!
Ma Gubitosa ancora non è stato arrestato? Comunque manca poco.
Sedie arancioni senza braccioli ed in plastica tanto leggere da rovesciarsi al primo urto. Non si capisce chi le abbia ordinate e perché siano arrivate. Ordine tassativo le dovete ritirare. Forse sarebbe il caso che la magistratura aprisse gli occhi. Così come dovrebbe aprire gli occhi ed indagare sul perché la pneumologia non si trasferisce nel nuovo reparto. Cosa c’è che non va? Cosa c’è che non è a norma?
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