ROMA – “Secondo le rilevazioni dell’Osservaprezzi carburanti del Ministero dello sviluppo economico, la media nazionale della benzina in self service si è attestata negli ultimi giorni a 2,04 euro/litro, mentre il gasolio staziona a 1,97 euro/litro. Fortuna che si tratta di prezzi calmierati dal taglio delle accise che è stato prorogato dal Governo fino all’8 luglio e che la quotazione del petrolio stia registrando un periodo di fase calante. Altrimenti non oso immaginare a quali cifre sarebbero arrivati. La realtà è che i prezzi del carburante sono tornati a salire in maniera vertiginosa nonostante le misure palliative adottate, in ragione di una marcata speculazione sui mercati: approfondendo le motivazioni sul piano tecnico, risulta davvero arduo recuperare concrete giustificazioni ad una simile impennata. Pur riconoscendo che l’andamento della curva dei prezzi dei carburanti sia condizionato da diversi fattori (trasporti, costo materie prime, instabilità degli indici, valore delle monete, quadro geopolitico) i principali analisti ci raccontano che la principale causa dell’aumento sia rappresentata dal deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro conseguente all’annuncio dello stop da parte della Bce del programma che ha sostenuto la ripresa durante il periodo pandemico, favorita dal fatto che gli scambi di greggio avvengono in dollari. Se così fosse, dovrebbero spiegarci come mai, in Paesi come Malta e Slovenia, che pure hanno l’euro come principale moneta in circolazione, i prezzi di benzina e diesel siano assestati rispettivamente a 1,33 e 1,21 euro, 1,50 e 1,54 euro/litro. L’importazione del petrolio dalla Russia è addirittura aumentata ultimamente, e lo scambio euro/dollaro ha vissuto momenti peggiori in passato, senza che ci fossero ricadute di tale portata sulla quotidianità e sul caro-vita. Gli effetti sui risparmi degli italiani sono devastanti: l’Unione nazionale consumatori ha calcolato un aumento di spesa di oltre 1.000 euro in più all’anno sia per la benzina che per il diesel, previsione destinata a salire se non si dovesse porre fine a questa agonia. Non c’è altro tempo da perdere: vanno studiate nuove misure di aiuti, perché se al rialzo del carburante si assomma quello delle bollette, considerato che siamo già sprofondati in una crisi senza precedenti, tra qualche mese rischiamo di arrivare dritti al punto di non ritorno. L’estensione di qualche mese del taglio delle accise, nelle condizioni in cui siamo, non può bastare. Bisogna intervenire in maniera ancora più incisiva magari sfruttando la copertura garantita dall’aumento dell’Iva: secondo il Ministero della transizione ecologica, accise e Iva costituiscono il 57% del prezzo finale della benzina, mentre il prezzo industriale copre il 43%. Se non si dovesse trovare una soluzione immediata non esiterò a presentare un’interrogazione sul punto. Occorre altresì andare dritti alla radice del problema, per estirparlo, studiando le contromosse sul piano internazionale onde arrestare l’emorragia e sventare questa colossale truffa ai danni dell’Europa”. Lo dichiara la Sen. della componente IDEA-CAMBIAMO!-EUROPEISTI-NOI DI CENTRO (Noi Campani) del gruppo Misto, Sandra Lonardo.
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