CAPUA – Cinque domande ad un campione di poco inferiore ai mille elettori capuani, per tentare di comprendere gli orientamenti in vista delle prossime elezioni del 12 giugno. A stilare la ricerca il Centro Studi Socio-Politici ‘Giovannino Guareschi’ che ha scelto di seguire, tra le grandi sfide elettorali in Terra di Lavoro, proprio l’evoluzione della vicenda di Capua. “Nella nostra provincia i dati dei due grandi comuni chiamati al voto vedono una situazione già fortemente orientata nelle opinioni degli elettori a Mondragone, dove Lavanga è percepito come in ‘vantaggio’ quando non già ‘vincente’ – sostiene il presidente del sodalizio Giancarlo Rinaldi – A Capua, fin dalle rilevazioni preliminari assistiamo invece, ad una frattura profonda dell’elettorato e ad una sostanziale incertezza che ci ha spinto ad interessarci di quella realtà”.
La prima rilevazione del ‘Centro studi’, però, non è un sondaggio tout court sul voto dei capuani. “Quello che abbiamo voluto preliminarmente testare sono le percezioni dei capuani in termini di qualità della vita e capire come gli elettori orientano il loro voto”.
Su questo fronte emerge nettamente la sensazione che la città di Capua sia peggiorata, e molto, negli ultimi anni: il 73% degli intervistati la pensa così soprattutto a causa dei problemi alla vivibilità.
Idee ancora confuse su chi votare: solo 36% degli elettori ha già deciso a chi assegnare la propria preferenza. Scelta, dettata, per il 64% degli intervistati dal rapporto diretto con il candidato al consiglio. Quasi un quarto dei capuani, il 24% dichiara di scegliere chi votare in base agli impegni assunti dai candidati e solo il 3% ha ammesso di fare scelte politiche basate sui programmi, mentre pochi di più. Il 5% del totale, esprimeranno alle amministrative un voto basato sull’appartenenza partitica o di coalizione.
Il dato più significativo di questo primo report è quello che riguarda il rapporto conoscenza – fiducia dei quattro candidati sindaco della città che già si sono presentati agli elettori. Ad avere la peggio sono i volti più conosciuti della città, in particolare Adolfo Villani (conosciuto da 63 intervistati su 100 ma che ispira fiducia solo in 36 elettori) e Paolo Romano che, forte della sua vasta attività politica, fa segnare il record positivo in termini di conoscenza (75/100) ma non corrisposto dalla fiducia (ferma al 39). L’imprenditrice Carmela Del Basso registra un rapporto più favorevole in termini di fiducia (attestata al 42%) ma è conosciuta dal 44% dell’elettorato. Ancor più in basso Ferdinando Brogna, cui è assegnato un dato conoscenza/fiducia pari a 39/27.
Solo il 52% degli intervistati che hanno risposto al sondaggio ha votato alle scorse elezioni comunali.
“La ricerca portata avanti dai nostri giovani è estremamente interessante e, come tutte le rilevazioni statistiche, soggetta ad errori. Nonostante questo ci consentono – ha commentato Giancarlo Rinaldi, presidente del Centro Studi Socio-Politici Giovannino Guareschi’ – di avere una visione chiara delle perplessità e dei dubbi dei capuani rispetto ai candidati in campo. Il dato più interessante è la bassa fiducia complessiva che i capuani, al di là dei candidati in campo, sembrano nutrire verso la politica capuana. Vale la pena di sottolineare, anche per rispetto ai 4 candidati in campo, che quando parliamo di fiducia politica facciamo riferimento all’operato come amministratori e non certo al loro privato o alla loro professione. La vera sfida, per loro, – ha concluso il presidente del Centro Studi – deve essere quella di convincere i capuani ad avere fiducia in loro. Chi riuscirà, meglio degli altri, a colmare questo gap, si troverà senz’altro avvantaggiato al momento dell’apertura delle urne”.